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PER CESARE BATTISTI "Di scomode parole"
1.2007

Come Socialisti ci preme segnalare che lunedì 29 e martedì 30 gennaio 2007 alle ore 20.30 presso il Teatro Auditorium S.Chiara in via S.Croce 67 a Trento verrà rappresentato:

DI SCOMODE PAROLE
di Marco Baliani e Maria Maglietta
con Marco Baliani, Maria Maglietta e Matthias Reuter
regia di Marco Baliani e Barbara Roganti

In occasione del 90° anniversario dell’impiccagione di Cesare Battisti

Tradimento, sacrificio, martirio, patria, socialismo, è intorno a queste parole che si snoda e si addensa la vita di Cesare Battisti. Parole che nel tempo hanno avuto diverse declinazioni, che si sono ammantate di retorica ma anche di sincero slancio dei cuori, parole difficili, scomode che ancora oggi ci interrogano con tutta la loro ambivalenza, parole ricche di contraddizioni tuttora pulsanti. Oggi che si appellano “martiri” quei giovani che si fanno esplodere con bombe allacciate al petto in mezzo ad un mercato facendo strade di gente, oggi che le “patrie” si sono spesso ritirate a confinare esili etnie, esili ma ferocemente pronte a scatenarsi con violenza sul nuovo nemico, appena al di là del ponte, oggi che le idolatrie di nazionalismi esasperati hanno prodotto eccidi, genocidi, guerre civili, oggi più che mai è opportuno tornare lì, dentro l’inferno della prima guerra mondiale, dove quelle parole sono state con forza parlate, dette e gridate. Cesare Battisti era lì, al centro di quel conflitto, egli stesso vivente conflitto di quel periodo storico. La sua vita, esemplare per convinzione e per passione etica, è un percorso arduo, scandaloso, inquietante. Ma proprio per questo degno di essere raccontato e tramandato. Socialista fervente, geografo, scienziato, scrittore e divulgatore, redattore di riviste e opuscoli, fondatore e direttore di un quotidiano, suddito dell’Impero austroungarico e in quello stesso impero deputato socialista al Parlamento, riformista convinto, autonomista e poi, oltrepassato il confine per sempre, irredentista, interventista, convinto assertore della necessità di portare guerra all’Austria, conferenziere instancabile, soldato italiano al fronte, per finire catturato, imprigionato, condannato a morte, con l’accusa infamante di tr adimento, impiccato alla forca e così trasformato in martire, eroe della patria, alla patria sacrificato. Tutto questo è stato Battisti, tutte queste parole lo hanno di volta in volta accompagnato, senza però mai riuscire a catturarlo in un univoca definizione. Noi non racconteremo solo la storia della sua vita, a noi interessano quelle parole e i pensieri che trascinano con sé. Perchè sono ancora oggi, per noi, parole dense di conflitti irrisolti, che non mettono pace nell’animo. E proprio per questo parole densamente teatrali. Di lui, di Cesare Battisti, tutti oggi sanno molto poco e quello che si conosce sa di catechistica memoria, su di lui non sono state girate fiction televisive né cinematografiche, come invece è accaduto a tanti altri padri, a lui minori, della nostra patria, segno che la sua storia ancora pulsa e sconcerta e inquieta. Le sue ossa d’altra parte riposano in un monumento di retorica e brutta architettura, a sovrastare la sua città, Trento, senza che Battisti possa davvero intessere coi suoi concittadini quel dialogo necessario, che solo i grandi morti possono generare.

Marco Baliani e Maria Maglietta



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