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Info SOCIALISTA 10 giugno 2006 a cura della segreteria regionale SDI, per i rapporti con l’azione nazionale dei socialisti e del centro sinistra n.zoller@trentinoweb.it - tel. 338-2422592 – fax 0461-944880 – Trento/Bolzano www.socialistitrentini.it - www.socialisti.bz.it Quindicinale - Anno 3° SOMMARIO: - Un libro, per cominciare: Le mille balle blu (di Berlusconi) - VERSO QUALE PARTTITO DEMOCRATICO? - GIUGNO 2006 – I SOCIALISTI RICORDANO GIACOMO MATTEOTTI DOCUMENTI - CARLO ROSSELLI IN MEMORIA DI MATTEOTTI - POESIA POPOLARE PER MATTEOTTI UN LIBRO, per cominciare “Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro” Jorge L. Borges Autore: Gomez Peter;Travaglio Marco Titolo: Le mille balle blu Editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, € 11,50 - Anno 2006 Detti e contraddetti, bugie e figuracce, promesse e smentite, leggi vergogna e telefonate segrete dell’uomo che da dodici anni prende in giro gli italiani: Napoleone Berlusconi. Vignette di Ellekappa. È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l’allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. “Chiagne e fotte”, dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni. Indro Montanelli, 2001 Un partito di Berlusconi non c’è e non ci sarà mai (13-9-1993) Io odio andare in tv (26-1-2006) I give you the salutation of my president of Republic (5-7-2004) Io sono il Gesù Cristo della politica (13-2-2006) Dimezzerò i reati in una legislatura (4-12-2000) Alla Rai non sposterò nemmeno una pianta (29-3-1994) Ho dato mandato irrevocabile di vendere le mie tv (18-3-1995) Sono un grande estimatore della magistratura (10-10-1995) Nesta al Milan? Impossibile (23-8-2002) Gilardino al Milan? Sarebbe amorale (24-6-2005) Mai fatto affari con la politica (5-1-2006) Il primo a non volere la guerra in Irak è Bush (13-3-2003) Io non ho mai insultato nessuno (10-9-2005) Lei ha una bella faccia da stronza (a una signora che lo contestava, 24-7-2003). PETER GOMEZ è giornalista de “L’Espresso” e collaboratore di “Micromega”. MARCO TRAVAGLIO scrive su “la Repubblica”, “l’Unità” e “Micromega”. @@@@@@@@@@@@@@@@@@ VERSO QUALE PARTTITO DEMOCRATICO? Partito democratico e burocrati vecchi …(e nuovissimi) - l’Adige del 3 giugno 2006 – p. 54 - Molti saranno senz’altro d’accordo con quanto affermato su l’ADIGE del 1 giugno 2006 da Gregorio Gitti, promotore di un’Associazione per il Partito Democratico, nonché figlio di un ex parlamentare Dc e genero del capo di Banca Intesa. Da questa sua visuale ottimale, Gitti propugna un partito che faccia “emergere a livello locale una nuova classe dirigente e impedisca un altro scempio come quello della composizione delle liste elettorali per le ultime elezioni politiche, quando c’è stato un ingorgo di candidature di burocrati, spesso catapultate da luoghi diversi”. Sì, il problema dei burocrati di partito o dei politicanti di professione si è particolarmente acuito sotto la seconda repubblica, la quale pareva nata per far piazza pulita di tali figure. Si erano visti tanti figuri – populisti e falsi novisti – inveire contro la partitocrazia a favore della “società civile”: ma il loro intento era quello di fare facile propaganda, costruendosi al buon mercato della demagogia una propria ambiziosa carriera politica predicando a più non posso l’antipolitica. Il risultato è rivelato con geometrica precisione dal Corriere della Sera che in un articolo del 28 aprile 2006 apparso nella rubrica “Economia e carriere” afferma che “dopo oltre dieci anni di retorica antipolitica… sono quasi triplicati i politici di professione” rispetto a quelli eletti verso la fine della prima repubblica nelle elezioni del 1992, quando erano “solo un terzo di quelli odierni”. Nicola Zoller Giugno 2006 i Socialisti ricordano GIACOMO MATTEOTTI A COMASINE DI PEIO PER GIACOMO MATTEOTTI Anche quest’anno come da tradizione i Socialisti hanno ricordato Giacomo Matteotti presso la casa dei padri a Comasine di Peio, apponendovi una corona di lauro.La famiglia del deputato socialista assassinato dai fascisti nel giugno 1924 era infatti originaria dalla Val di Sole. L’appuntamento si è svolto domenica 11 giugno 2006 alle ore 11.45 a Comasine La figura di questo “martire della libertà” è stata ricordata da Nicola Zoller, segretario regionale dello SDI, e dal sindaco di Peio Angelo Dalpez assieme alle altre autorità civili e religiose del centro solandro. Matteotti resta per sempre una bella figura di idealista concreto. Non è un estremista, egli costruisce. Ma è un uomo che di fronte alla tirannide sfida coraggiosamente la morte: per questo è stato definito “un pericoloso riformista”. Ricordiamo che era il 10 giugno 1924 quando il parlamentare socialista veniva rapito da cinque sicari fascisti e poi brutalmente assassinato. Stava recandosi alla Camera, dove poco tempo prima aveva tenuto un circostanziato discorso contestando i risultati delle elezioni, falsati dai brogli e dalle violenze del governo mussoliniano. Si concludeva cosi tragicamente la vita operosa di Giacomo Matteotti, dirigente instancabile, fondatore di camere del lavoro, cooperative, circoli e biblioteche popolari. Dopo essere stato amministratore comunale e sindaco – impegnandosi secondo la migliore tradizione riformista a sviluppare servizi popolari, scuole, asili, vie di comunicazione tranviarie – venne eletto deputato a 34 anni nel 1919. Egli contrastò subito il primo squadrismo fascista. Si adoperò tanto attivamente in questo senso che Mussolini, assunto il potere, volle “far tacere quella voce” libera e giusta. Da allora la figura di Matteotti è diventata per tutti il simbolo della lotta per la libertà. Anche la nostra Provincia – ricorda ancora Zoller – potrà inserire nel suo “Progetto memoria” una ricerca che valorizzi presso le giovani generazioni la figura del parlamentare di origini trentine. In tal senso c’è già stato l’interessamento e la promozione da parte della assessore alla Cultura e vicepresidente Margherita Cogo. Va rammentato che la figura di Matteotti è spesso collegata a quella di un altro grande socialista, il trentino Cesare Battisti, di cui quest’anno sarà commemorata con una particolare attenzione da parte delle nostre istituzioni provinciali il 90° della morte per mano austriaca il 12 luglio 1916. Ricorda lo storico A. Galante Garrone che “a Trento nel primo anniversario della morte di Matteotti un mazzo di fiori era gettato nella fossa del Castello del Buonconsiglio” lì dove Battisti era stato messo a morte “con un cartoncino che protestava contro gli oppressori”, i nuovi oppressori di marchio fascista. Ecco, quei fiori idealmente continueremo a recarli anche noi ogni anno, memori della invocazione di Piero Calamandrei per i caduti della libertà: “Morti invano se li dimenticheremo, vivi per sempre se in loro ci ritroveremo uniti”. DOCUMENTI EROE TUTTO PROSA di Carlo Rosselli L'assassinio di Giacomo Matteotti (10 giugno 1924) determinò la partecipazione piena e intensa di Carlo Rosselli (che già prima aveva dimostrato interesse per le lotte politiche e sociali) alla battaglia antifascista. Su Matteotti scrisse e parlò più volte; tra i vari saggi scegliamo questo che non solo è il più completo, ma accenna alle sue relazioni personali col martire socialista. (Dall'Almanacco Socialista 1934) Matteotti è diventato il simbolo dell'antifascismo e dell'eroismo antifascista. In qualunque riunione si faccia il suo nome, il pubblico balza in piedi o applaude. Comitati Matteotti, Fondi Matteotti, Circoli Matteotti,Case Matteotti. Matteotti, come l'ombra di Banco, accompagna Mussolini. E Mussolini lo sa. Eppure, nessun uomo fu meno simbolo,meno "eroe", nel senso usuale dell'espressione, di Matteotti. Gli mancavano per questo le doti di popolarità,di oratoria, di facilità che creano nel popolo il feticcio; e la sua vita breve non registra neppure uno di quei gesti drammatici che colpiscono la fantasia e promuovono ad "eroe" il semplice mortale. Matteotti possedeva però in grado eminente una qualità rara tra gli italiani e rarissima tra i parlamentari: il carattere. Era tutto d'un pezzo. Alle sue idee ci credeva con ostinazione, e con ostinazione le applicava. Quando lo conobbi a Torino insieme a Gobetti ricordo che entrambi rimanemmo colpiti dalla sua serietà e dal suo stile antiretorico e ci comunicammo la nostra impressione. Era magro, smilzo nella persona,non assumeva pose gladiatorie,rideva volentieri, ma da tutto il suo atteggiamento e soprattutto da certe sue dichiarazioni brevi si sprigionava una grande energia. L'antifascismo era in Matteotti un fatto istintivo, intimo, d'ordine morale prima che politico. Tra lui e i fascisti correva una differenza di razza e di clima. Due mondi, due concezioni opposte della vita. In questo senso egli poteva dirsi veramente l'anti-Mussolini. Le astuzie tattiche e oratorie di Mussolini restavano senza presa su Matteotti. Quando Mussolini parlava alla Camera entrando in quello stato di eccitazione morbosa che pare contraddistingua la sua oratoria e possa esercitare un fascino magnetico, Matteotti, pessimo medium,restava impenetrabile e ai passaggi goffi rideva col suo riso un po' stridulo e nervoso. Quando invece era Matteotti a parlare, Mussolini gettava fiamme dagli occhi. Eppure Matteotti non era eloquente; o per lo meno la sua eloquenza era tutto l'opposto dell'oratoria tradizionale socialista. Ragionava a base di fatti, freddo,preciso, tagliente. Metodo salveminiano. Quando affermava, provava. Niente esasperò più i fascisti del metodo di analisi di Matteotti che sgonfiava un dopo l'altro tutti i loro palloni retorici. Abbiamo lasciato 3.000 morti per le strade d' Italia, tuonava Mussolini - Pardon, 144, secondo il vostro giornale, replicava Matteotti. - Il fascismo ha messo fine agli scioperi, Le ferrovie camminano. L'autorità dello Stato è stata restaurata. Matteotti, tra la stupefazione dei fascisti, interrompeva per rinfacciare al duce gli articoli del '19-20 inneggianti agli scioperi, alla invasione delle fabbriche,delle terre, dei negozi. Dopo la famosa requisitoria di Matteotti contro i metodi elettorali fascisti (maggio 1924) gridata alla Camera tra altissime minacce e interruzioni, Mussolini pubblicò il 3 giugno sul "Popolo d' Italia" il seguente corsivo: "Mussolini ha trovato fin troppo longanime la condotta della maggioranza, perché l'On.Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualche cosa di più tangibile che l'epiteto "masnada" lanciato dall'On. Giunta". L'8 giugno il giornale dichiarava che "Matteotti è una molecola di questa masnada che una mossa che una mossa energica del Duce penserà a spazzare". Il 10 giugno Dumini, Volpi e Putato spazzavano.... 3 gennaio 1925 Mussolini dichiarava : "Come potevo pensare, senza essere colpito da morbosa follia, di far commettere non dico un delitto, ma nemmeno il più tenue, il più ridicolo sfregio a quell'avversario che io stimavo perché aveva una certa cranerie un certo coraggio, che rassomigliavano al mio coraggio e alla mia ostinatezza nel sostenere la tesi? ". Due cose colpiscono in questa disperata difesa: il " morbosa follia" che tocca uno degli aspetti della personalità mussoliniana (Mussolini è intelligentissimo, ma la sua intelligenza si innesta su un fondo psicopatico, ed il "mi rassomigliava". Dopo l' assassinio,Mussolini è stato costretto ad ammirare Matteotti. Ma Matteotti ha sempre disprezzato Mussolini. Il socialismo di Matteotti fu una cosa estremamente seria. Non l' avventura del giovane borghese eretico che è rivoluzionario a venti anni, radicale a trenta (matrimonio + carriera), forcaiolo a quaranta. No. Fu una consapevole e maschia elezione del destino. Nato ricco, dovette superare le difficoltà che ai socialisti ricchi giustamente si oppongono. Non lo superò con le sparate demagogiche, con le rinunce mistiche, o profondendo denari in banchetti elettorali o in paternalismi cooperativi e sindacali. Ma partecipando in persona prima al moto di emancipazione proletaria, costituendo libere istituzioni operaie, organizzando i contadini delle sue terre ai quali dirigeva manifesti di una sobrietà che era poco in uso attorno al '19. Solo a un temperamento del suo stampo poteva venire in mente, nel corso delle elezioni del 1924, di scendere in Piazza Colonna con un pentolino di colla ad appiccicare sotto il naso dei fascisti i manifesti elettorali del partito che erano stati tutti stracciati. Matteotti, l'economista, il giurista, il ricco Matteotti appiccicava manifesti, scorazzava l'Italia per mettere in piedi le traballanti organizzazioni. Saltava dai treni,si travestiva per sottrarsi agli inseguimenti fascisti, prendeva con disinvoltura le bastonate e, nel pieno della lotta, faceva una punta a Asolo per i funerali della Duse rientrando poi in camion coi fascisti, perché cosi spiegò, gli pareva giusto che il proletariato italiano fosse rappresentato ai funerali della Duse. Quanto al camion fascista era stato necessario servirsene per essere presente a una adunanza del partito. Se i fascisti lo avessero riconosciuto sarebbe stata la fine. Ma Matteotti scherzava ormai con la morte, con grande orrore dei compagni posapiano. Era fatale quindi che morisse l'antifascista-tipo Matteotti, eroe tutto prosa. Come dovevano morire nello stesso torno di tempo Amendola e Gobetti. Come dovranno morire, se non li salveremo, Rossi, Gramsci, Bauer e molti altri Matteotti che si sono formati in questi anni. Tutti caratteri, psicologie, che sono l'opposto del carattere e della sensibilità mussoliniana. Mussolini sente, sa quali sono i suoi autentici avversari. Ha il fiuto dell'oppositore. Imbattibile con uomini del suo stampo. singolarmente impotente con uomini che sfuggono al suo orizzonte mentale. Perciò li sopprime. Uccidendo Matteotti ha indicato all'antifascismo quali debbono essere le sue preoccupazioni costanti e supreme : il carattere;l'antiretorica; l'azione. POESIA POPOLARE PER GIACOMO MATTEOTTI Autore: Sconosciuto Anno 1924 Or, se ascoltar mi state,canto il delitto di quei galeottiche con gran rabbia vollero trucidareil deputato Giacomo Matteotti,Erano tanti:Viola Rossi e Dumin,il capo della bandaBenito Mussolin.Dopo che Matteotti avean trovato,mentre che stava andando al Parlamento,venne su di una macchina caricatoda quegl'ignobil della banda nera.In mezzo a un boscofu trasportato làe quei vili aguzzinigli disser con furor:" Perché tu il fascismo hai sempre odiato,ora dovrai morì qui sull'istante "e dopo averlo a torto bastonatodi pugnalate gliene dieder tante.Così, per manodi quei vili traditor,moriva Matteotti,capo dei lavorator. I Socialisti in memoria di Matteotti – 11 giugno 2006 – Comasine di Peio s.i.p. via Lidorno 3,Trento – a cura della segreteria regionale SDI - tel. 338-2422592 @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ torna in alto |