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Problemi dell'Emilia, ma non solo
28.11.2024

Promemoria per il centrosinistra dell'Emilia-Romagna

-di Nicola Zoller

In molti hanno evidenziato il preoccupante calo di votanti alle recenti elezioni regionali del 17 e 18 novembre 2024. Ma tanti osservatori, oltre alla classe politica interessata, sorvolano poi su questo dato, concentrandosi sulle percentuali dei voti ottenuti, anziché sul rapporto con gli effettivi aventi diritto al voto, che è desolante e segna una crisi grave del rapporto di fiducia tra popolo e istituzioni. Infatti in Emilia-Romagna l’affluenza al voto nel 2024 è stata del 46,7%, contro il 67,6 del 2020; in Umbria del 52,3% nel 2024 contro il 64,7 del 2019.


In questa debacle, il dato più eclatante riguarda la Lega di Salvini, passata in Emilia-Romagna da 690.864 voti del 2020 (31,9%) ai 78.734 (5,2%) del 2024; e in Umbria da 154.413 (36,9%) del 2019 ai 24.729 voti (7,7%) del 2024.

Il PD, con il centrosinistra, vince, ma meglio in Umbria che in Emilia-Romagna: in Umbria pur di fronte ad un pesante calo di votanti, cresce anche in voti: dai 93.296 (22,3%) del 2019 ai 97.089 (30,2%) del 2024.

È in Emilia-Romagna che il PD si deve preoccupare: pur di fronte ad un notevole successo in percentuale del centrosinistra – il 56,7% - il PD subisce un calo preoccupante in voti: dai 749.976 del 2020 ai 641.704 del 2024. Una disaffezione di oltre 100.000 votanti che aumentano notevolmente se al PD si sommano i voti ottenuti nel 2020 dalla Lista personalizzata dell’allora candidato presidente Bonaccini, che ottenne 124.591 voti. Insomma mancano oltre 200.000 voti all’area PD, volatilizzatisi tra 2020 e 2024. Al neopresidente De Pascale vanno fatti tutti gli auguri possibili: è un riformista promettente e valoroso, ma quel 47% scarso di votanti complessivi nella sua Regione e quella perdita di voti reali per il suo PD tra 2020 e 2024 deve preoccuparlo. Chi lo elogia sproporzionatamente, lo fa ballando su uno strapiombo di voti evaporati.

La diserzione in massa dal voto (si pensi che negli anni della maltrattata prima Repubblica l’affluenza superava il 90%, segnalando – nonostante tutto – un credito positivo degli elettori verso gli eletti) dovrebbe essere il problema centrale delle forze democratiche. Un problema che se colpisce di più il centrodestra, riguarda anche il centrosinistra, che dev’essere consapevole che ora in Emilia-Romagna governa con l’appoggio del 27% degli effettivi aventi diritto al voto. “Il re è nudo”, nel senso che l’antipolitica degli ultimi trent’anni ha devastato anche i territori migliori.




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