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UGO INTINI
13 febbraio 2024

UGO INTINI (giugno 1941- febbraio 2024) E LA SUA LEZIONE DI ARCO
- https://www.avantionline.it/la-lezioni-trentina-di-ugo-intini/
L’anno scorso era stato quassù, precisamente ad Arco nel maggio 2023, per presentare il suo nuovo libro “Testimoni di un secolo” (ed. Baldini e Castoldi). Parliamo di Ugo Intini, scomparso il 13 febbraio 2024 a 82 anni d’età, storico dirigente e giornalista socialista, parlamentare e membro dell’Internazionale socialista, cresciuto alla scuola di Pietro Nenni e poi principale collaboratore di Bettino Craxi e fra i più impegnati intellettuali del socialismo riformista europeo.
L’avevano invitato i giovani de “La Busa consapevole”, la libera associazione dell’Alto Garda nata per «fare informazione su temi quali attualità, tutela ambientale, sviluppo e prospettive future» e che da oltre un decennio promuove ad Arco il “Festival dell’Informazione Indipendente”. Intini parlò dei contenuti del suo libro con tanta competenza e passione, portando una testimonianza che è restata memorabile per i partecipanti. Tanto che “La Busa consapevole” è stata fra le prime associazioni a unirsi nelle condoglianze per la sua scomparsa, augurandosi che «le sue memorie, la sua caratura e il suo stile possano essere da stimolo ed esempio alle nuove generazioni». Di cosa parlava quell’ultima opera di Intini?
L’editore la presenta come un insieme di testimonianze del passato, di biografie e di memorie personali: «a renderlo unico e particolare è soprattutto lo sguardo penetrante e sereno del suo autore, che partendo dall’esperienza della sua vita, dagli incontri che ha fatto e dalle conversazioni che ha avuto, ricostruisce una sorta di biografia corale del Novecento». Appaiono Pietro Nenni, padre storico del socialismo italiano, Bettino Craxi e il leader socialdemocratico Willy Brandt, i capi della Resistenza e i sindaci che ricostruirono Milano. Non poteva dimenticare quel socialista per eccellenza come Sandro Pertini e i presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Francesco Cossiga. Toccanti i ricordi dei giornalisti Indro Montanelli, Enzo Bettizza e del giovane eroe – vittima del terrorismo rosso – Walter Tobagi. Poi viene una carrellata di personaggi internazionali, dall’emblema della dissidenza sovietica Andrej Sacharov, al generale polacco Jaruzelski, al tragico presidente romeno Nicolae Ceaucescu, ai protagonisti della vita israeliana e palestinese Shimon Peres e Yasser Arafat; per finire in Cina con Hua Guofeng e Yang Zemin, successori di Mao Zedong, e in Afghanistan coi nuovi capi talebani. Così «ogni personaggio che Intini ha incontrato, diventa lo strumento per fotografare una porzione del secolo cruciale per la storia italiana e mondiale, in un virtuale giro del mondo geopolitico che conduce il lettore nella Russia comunista, in America Latina e in Medio Oriente, sulle linee di confine di ogni luogo fino ad approdare nei tribunali e nei palazzi del potere nostrani, ripercorrendo le storie di uomini e governi».
Ci siamo soffermati sulla descrizione di questo libro, perché da essa discende la «caratura» – come l'hanno definita i giovani dell’Associazione arcense – del personaggio Intini, che non a caso era stato scelto come testimone al “Festival dell’Informazione Indipendente”. Abbiamo già riferito che “La Busa consapevole” è una libera associazione apartitica, e che proprio per questo non aveva badato agli steccati di partito per individuare in Intini un intellettuale da ascoltare e meditare.
Ma anche chi è stato parte della contesa politico/mediatica ha reso gli onori ad Inti-ni nel giorno della morte. È il caso emblematico di un giornale capofila della contestazione dell’esperienza socialista ai tempi di Craxi e di Intini. Ci riferiamo a “la Repubblica”, che il 14 febbraio appena trascorso ha scritto quello che Andrea Millefiorini, docente universitario di area socialista, ha definito «un bel ricordo che viene dal giornale che per anni ci ha osteggiato, un riconoscimento che noi avevamo ragione». Tanto che le idee sostenute da Intini «con una tenacia non comune» sono diventate, per l’editorialista de “la Repubblica” Stefano Folli, dei «libri essenziali per gli storici di oggi e di domani».
Nicola Zoller, collaboratore della storica rivista socialista “Mondoperaio”



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