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Comunali in Trentino: VASTE ALLEANZE PER BATTERE LA DESTRA -di Alessandro Pietracci, segretario provinciale del Psi Giornale l’Adige, mercoledì 20 gennaio 2019 Gli osservatori più attenti del quadro politico europeo, dopo aver segnalato l’evidente avanzata delle destre sovraniste e nazionaliste, si soffermano su due dati fondamentali: queste destre sono ancora ampiamente minoranza nella maggior parte dei paesi europei (tranne l’Ungheria e la Polonia e forse l’Italia); è sempre più difficile formare governi stabili soprattutto per quanto riguarda i partiti tradizionali. Essi sarebbero ancora maggioranza, se fossero capaci di “stare insieme”. Il caso della Spagna è emblematico con quattro elezioni generali in quattro anni. Anche ora, dopo la tornata elettorale del 10 novembre, sarà difficile formare un esecutivo stabile. In Germania la “grande coalizione” è al potere dal 2013 ma i due partiti che la sostengono sono in crisi. Se fino agli anni ’80 la CDU/CSU e la SPD sommate insieme superavano quasi sempre il 75% dei voti, ora rischiano di non raggiungere neanche il 50% erose da nuove formazioni politiche di destra e di sinistra. Così sta avvenendo anche in Olanda. In Belgio il Governo è fragilissimo. Se guardiamo al Parlamento Europeo la maggioranza tradizionale – socialisti, liberali, popolari – è molto risicata, mentre la nuova Commissione ( cioè il Governo Europeo) fatica ancora ad insediarsi formalmente per le bocciature di alcuni candidati a commissario, compreso quello francese. Eppure lo schieramento sovranista non sarebbe in grado (per ora) di fornire un’alternativa. Se riuscisse a farlo, per l’Europa (almeno per chi crede in una progressiva integrazione federale) sarebbero guai seri, dopo le tragicomiche convulsioni della Gran Bretagna. Le forze democratiche e popolari hanno quindi una grande responsabilità. Sono diverse tra di loro, è vero, ma dovrebbero essere unite dai valori fondamentali della democrazia liberale: la divisione dei poteri, il rispetto delle minoranze, la presenza di istituzioni “terze”, la libertà di stampa e così via. Questi valori sono minacciati. Ma le forze democratiche litigano, sono frantumate , rissose e faticano a fare fronte comune. Non devono diventare tutte uguali, non devono perdere la propria identità, ma, attraverso programmi chiari e alleanze durature, fare una proposta di governo capace di ottenere la maggioranza dei consensi. Se non riusciranno a fare questo consegneranno le chiavi dei loro paesi e dell’Europa direttamente alla destra alla quale molti elettori si rivolgono per reazione a questo stato di cose. Si può applicare questo ragionamento alla realtà trentina anche in vista delle elezioni Comunali della primavera 2020? Io penso di sì. Sono convinto che la Lega con i suoi (deboli) alleati non abbia la maggioranza dei consensi in Trentino. Non nego di certo la netta vittoria di Fugatti nell’ottobre 2018: anche in quell’occasione però la coalizione del centro-destra non ha superato il 50%. Vincendo soprattutto nelle valli. A Trento e a Rovereto è in minoranza. Il problema è che anche in Trentino le altre forze antagoniste sono divise e litigiose. Eppure l’unica alternativa alla destra potrà essere costituita da “vaste” coalizioni tra partiti diversi , ma accumunati dalla volontà di non cedere agli ordini di Salvini. L’ingloriosa fine, del cosiddetto centro-sinistra autonomista, che i Socialisti trentini hanno cercato di scongiurare, non può essere l’alibi per una ulteriore frammentazione o egoistica rinuncia. Detto chiaramente: occorre lavorare per alleanze allargate alle realtà civiche, (pur molto diverse da Comune a Comune) e in particolare al PATT, con il quale ricostruire un rapporto positivo. Se davvero siamo convinti che la situazione sia grave per il Trentino quasi compromessa e che la nostra autonomia sia a rischio come del resto la struttura sociale della nostra comunità, allora mettiamoci insieme. Non è l’ammucchiata anti Salvini. Si tratta di incontrarsi su pochi punti programmatici – ovviamente declinati a seconda del contesto – e indicare in fretta candidati Sindaci convincenti e autorevoli, rinunciando a folli pretese di appartenenza. Ce ne sono già. Il problema è che molti si ritraggono a fronte di una crescente confusione. Ognuno deve essere disposto a fare compromessi virtuosi e generosi, guardando solo all’interesse della comunità trentina. La posta in gioco è troppo alta per non provare. ALESSANDRO PIETRACCI Segretario Provinciale del Partito Socialista Italiano torna in alto |