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LE VARIABILI DELLA POLITICA A SINISTRA -di Alessandro Pietracci, giornale TRENTINO, 2 Agosto 2017 Il quadro politico italiano è segnato da incertezza e conflittualità, dovute non solo all’imminente inizio della campagna elettorale, ma pure a un contesto che ormai ci trasciniamo da anni – forse addirittura dall’inizio della cosiddetta “Seconda Repubblica”. Se i dati economici finalmente possono indicare una via di uscita dalla crisi (ma quanto c’è ancora da fare!), si moltiplicano le emergenze che il governo Gentiloni deve affrontare. Va dato atto a questo esecutivo di agire con responsabilità a fronte delle numerose crisi presenti a cominciare da quella dei flussi migratori dall’Africa. Sembra che il ministro Minniti abbia dovuto ricominciare daccapo in conseguenza della scialba prova del suo predecessore. L’Italia ora sta tentando tutte le strade, purtroppo in solitaria e senza il sostegno dei partner europei a cominciare dai “cugini” francesi. Occorre dunque sostenere il governo Gentiloni, anche in vista dell’approvazione della manovra di stabilità in autunno. Per questo obiettivo il premier cerca di smussare i toni, per esempio accantonando (solo per il momento) provvedimenti , ormai maturi, come quello sullo Ius soli: un gesto di responsabilità che però non deve segnare la fine dell’approccio riformista del Governo. È inutile sottovalutare tuttavia il momento di difficoltà della compagine di centro sinistra e in particolare del Partito Democratico. La doppia sconfitta al referendum del 4 dicembre e alle scorse amministrative – insieme con la scissione a sinistra e le battaglie interne che continuano ( contagiando purtroppo anche gli altri partiti della coalizione) – determina un disagio diffuso e una carenza di progettualità politica. Forse bisognerebbe ripartire dalle idee come hanno fatto i socialisti, nel quasi generale silenzio mediatico, hanno cercato di fare con l’iniziativa delle “primarie delle idee”. Il personalismo esasperato (che non è solo una caratteristica di Renzi e che trova in Paolo Gentiloni un inaspettato antidoto) rischia di distruggere le cose buone realizzate in questa tormentata legislatura impedendo completamente di pensare e di progettare il futuro. Una delle cause maggiori di instabilità non va ricercata chissà dove, ma si ritrova facilmente nella legge elettorale proporzionale, che sembra costruita appositamente per generare un clima di scomposizione. Come ribadito dal Presidente della Repubblica, non è ancora scaduto il tempo per riformare la legge elettorale uscita dal vaglio della Consulta. Il pericolo esiziale, in questa fase politica, risiede nella debolezza dei governi, non al loro decisionismo: rispetto a una legge elettorale che non garantisce assolutamente la governabilità, iIl rischio è di ritrovarci senza maggioranza in un caos parlamentare permanente. In Trentino, nonostante la speciale autonomia, risentiamo di questa incertezza. Probabilmente le forze politiche maggiori attendono lo stabilizzarsi dello scenario nazionale per poi posizionarsi di conseguenza, rinviando, di giorno in giorno, scelte sempre più urgenti. Ricordo in proposito che il prossimo anno andranno al voto anche grandi regioni come la Lombardia che insieme con il Veneto ha indetto un referendum proprio sul tema dell’ autonomia. Sappiamo che questa consultazione non ufficiale, né istituzionalmente valida, pur essendo del tutto strumentale all’agenda della destra a guida leghista, avrà conseguenze per noi. Se non altro aumenterà la pressione contraria alle autonomie speciali. Non possiamo stare a guardare. Per fortuna l’assetto istituzionale trentino tiene ancora e non subisce i continui scossoni che vediamo a livello nazionale. Questa circostanza non è un’attenuante per rimanere fermi e impacciati, ma uno stimolo in più per concentrarci sugli aspetti concreti che interessano i cittadini (non solo l’orso). Quindi, mentre si devono portare avanti le priorità amministrative della Giunta, occorre fin d’ora che il centro sinistra autonomista ribadisca il desiderio di mantenere l’alleanza anche per la prossima legislatura, non dimenticando i buoni risultati raggiunti, in un contesto nazionale ed europeo quanto mai complesso e contraddittorio. Su questo il presidente Rossi ha ragione: occorre più orgoglio e determinazione! Realisticamente sono troppe le variabili per prevedere il futuro della politica italiana e trentina. Troppi cantieri aperti, troppi personalismi e corse verso le candidature. Partiti che si scompongono e si ricompongono. Annunci, tatticismi, smentite. Staremo a vedere. Intanto alla ripresa di settembre la sinistra trentina, riformista e di governo, nelle sue varie componenti, si dovrebbe riunire per fare il punto della situazione, a prescindere dai concreti assetti che si decideranno con l’avvicinarsi delle elezioni provinciali. La formula del centro sinistra autonomista, magari allargata a nuove componenti, va rilanciata partendo dai contenuti: prima viene la coalizione, poi il programma ed infine il candidato Presidente. I socialisti intanto vogliono lavorare per far incontrare la sinistra riformista, europeista e di governo: è necessario esserci, indicare una prospettiva credibile e praticabile, parlare ai trentini… non bastano le schermaglie, servono idee, traiettorie di futuro, speranze. Anche se piccoli, sentiamo il dovere di provarci! Alessandro PIETRACCI, Segretario provinciale del PSI Pietracci TRENTINO 02-08-... (763 Kb) Download , Elimina Messaggi - Contatti - Calendario - Opzioni - PEC webmail - Logout Copyright © 2017 - Aruba S.p.A. torna in alto |