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per MARIANO PRETTI
15.2.06

memento per MARIANO PRETTI

Abbiamo imparato a fronteggiare le illusioni

Ciao Mariano. Il tuo tempo, il nostro tempo, è stato breve, ha finito per scandire “sempre più precipitoso la vita”.
Tu sei riuscito comunque a fare una vita piena di iniziative, di scritti, di lavoro: sapevi, come noi tutti, che il miglior sollievo per la condizione umana viene da questa “ragionevole operosità”, per fronteggiare meglio le inevitabili illusioni. Le illusioni belle e grandi dei giovani socialisti degli anni ’70, socialisti di sinistra, alternativi, lombardiani. Eri il nostro capo allora a Trento, come responsabile della federazione giovanile socialista; facemmo anche gli studi insieme a Padova, alla stessa facoltà, laureandoci negli stessi anni. Decidesti di darti al lavoro amministrativo nei Comuni, poi per tanti anni come segretario comunale di Molveno. Ma di quello spirito giovanile ti era restata un’ impronta schietta, il gusto di colorare con battute raffinate la “commedia umana”, il piacere immenso di suonare canzoni leggiadre e impegnate (quanto invidiavamo la tua abilità con la chitarra…).
Non avevamo perso il gusto di parlare di politica - magari all’ombra imponente del tuo Brenta – anche se i tempi e gli uomini non erano stati clementi con la nostra causa politica giovanile. Insieme ancora ragionavamo del futuro di quella idea antica, e insieme salutavamo i compagni che da giovani ci avevano accompagnato e che, mano a mano, se ne andavano: tra gli ultimi Iginio Lorenzi.
Ora, Mariano, te ne sei andato anche tu… troppo precipitosamente. Sapevi che doveva succedere. Riuscivi a dissimulare il tuo male: e la coscienza della tua caducità, della nostra caducità umana, finiva per aumentare la tua volontà di vivere, la nostra volontà di vivere. Ciao Mariano… arrivederci.

Nicola Zoller



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