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PSI Trento
9.04.2016

Trento, 9 aprile 2016
In occasione dell’assemblea precongressuale del PSI Trentino, è stata nominata la delegazione per il congresso nazionale di Salerno che si terrà dal 15 al 17 aprile 2016, composta da: Ilda Sangalli Riedmiller, Stefano Bosetti, Fernando Guarino, Alessandro Pietracci e Nicola Zoller.

Il PSI del Trentino ha dibattuto sulla situazione politica provinciale ribadendo alcuni punti fondamentali.

• In primo luogo desta preoccupazione l’atteggiamento di chiusura del governo austriaco a fronte della crisi dei rifugiati. Il ritorno del confine del Brennero, con il ripristino delle frontiere, non solo non servirà a risolvere la situazione, ma aggraverà questa emergenza umanitaria che l’Europa non sembra saper affrontare. La politica europea dell’ “ognuno si arrangi come può” è perdente e tradisce gli stessi ideali dell’Unione. Per noi, per la nostra Regione, il confine del Brennero è più di un simbolo. Per questo sosteniamo con forza il progetto dell’Euregio e chiediamo ai rappresentanti delle tre province ulteriori sforzi per dimostrare la necessità di proseguire il cammino di integrazione tra i popoli europei.
• Per fare fronte a questi tempi difficili non bastano provvedimenti immediati, ma bisogna progettare il futuro anche dal punto di vista istituzionale. In questo senso è molto importante che la Consulta per il terzo statuto, varata dal Consiglio provinciale di Trento, venga al più presto formata concretamente, potendo così iniziare per davvero i propri lavori. Non c’è più tempo per i buoni propositi!
• Il quadro politico trentino non è roseo, con la coalizione di governo troppo spesso confusa e lacerata al proprio interno. La stagione dei congressi delle tre principali forze (PATT, UPT e PD) sembra che non abbia portato alla chiarezza necessaria. Senza voler entrare nelle dinamiche interne ai partiti, da fuori non possiamo non sottolineare la preoccupante assenza di un dibattito sui contenuti. Troppo, quasi tutto, viene delegato alla Giunta provinciale che, qualche volta, comunica ai partiti le proprie linee e i propri progetti di legge. Nomine chiave, come per esempio quelle relative all’A 22, sembrano appannaggio di un solo partito e non sono gestite con la dovuta trasparenza. L’assenza di politica è evidente, con il rischio di navigare a vista fino al 2018. Occorre invece rilanciare il programma di coalizione assumendo pochi ma precisi impegni da portare a termine entro fine legislatura.
• Per quanto riguarda gli aspetti programmatici, sicuramente l’ambito della sanità è quello più scottante. In attesa della nomina del nuovo direttore APSS, è necessario chiarire gli obiettivi a cui puntare: mantenere gli ospedali periferici? Se sì, come? In che modo si rapporteranno con il Not? Di fronte a sfide così ampie, la chiarezza è d’obbligo.
• Altri punti concreti dell’azione di governo riguardano la questione urbanistica (troppo territorio cementificato in questi anni), il “valzer” degli immobili provinciali da ristrutturare, abbattere, ricostruire (sembra non esserci un piano preciso), gli annunci del contenimento della spesa a cui spesso non seguono fatti concreti.
• Anche la situazione del comune di Trento non è affatto rassicurante. La maggioranza scricchiola e certamente le fibrillazioni non possono continuare a lungo. Un semplice rimpasto non sanerebbe i dissidi interni. Occorre invece un rilancio che parta dalle idee. Alcune idee forti ed il recupero di grandi progetti di riqualificazione urbana, che possono essere portati a termine e possono ridisegnare per davvero il volto di una città, potrebbero far uscire la coalizione dall’impasse che per dura da alcuni mesi . La vera politica è anche questa.
• Ciò che riassume questa stagione politica (e che certo non riguarda solo il Trentino) è la gravissima crisi culturale in cui siamo immersi: la nostra classe politica è drammaticamente lontana da un’idea di democrazia dove prima di tutto contano le grandi visioni di futuro. Come quella che animò e sostenne Cesare Battisti, nella vita e nella morte. Se non recuperiamo la forza di grandi idee, non potremo neppure risolvere i problemi concreti di oggi ed immaginare le soluzioni adeguate a quelli del futuro.




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