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La riflessione: L’OPPOSIZIONE ALLA DAMNATIO MEMORIAE DI UN RIFUGIATO -di Nicola Zoller Giornali TRENTINO e ALTO ADIGE di martedì 19 gennaio 2016, p.1 s «È tempo di morire, quanto a vivere c’è più male che bene». È questo il destino di X, il personaggio che rappresenta Bettino Craxi nella tragicommedia Una notte in Tunisia (Einaudi). Scritta nel 2011 da Vitaliano Trevisan, è stata portata in scena dal regista Andrée Ruth Shammah con protagonista l’attore Alessandro Haber. A quest’ultimo e su sua richiesta, Trevisan in una nota spiega precisamente il punto di vista di X e gli dà le sue ragioni. Craxi dal 1994 è in 'esilio', ciò che altri chiamano 'latitanza'; la politica è finita, non era questa l’Italia che sognavamo, mentre si prospetta un ventennio post - 'Mani pulite' rovinoso sul piano etico ed economico, nonostante o - piuttosto – grazie a quella che l’esponente socialista considera la «falsa rivoluzione morale»: che in effetti – aggiungiamo noi - accompagnerà il Paese in una progressiva recessione dopo che nel quarantennio precedente, secondo la testimonianza dell’autorevole economista Carlo M. Cipolla, «dal 1950 al 1990 il reddito nazionale era cresciuto di circa cinque volte collocando l’Italia fra i Paesi a più elevato tenore di vita nel mondo»; mentre sul piano propriamente etico sarà il giurista Michele Ainis a ricordare con plastica efficacia che «all’alba degli anni ’90 la classifica di Trasparency International – l’Associazione che misura l’indice di percezione della corruzione, partendo dai Paesi migliori – situava l’Italia al 33° posto nel mondo; nel 2011 siamo precipitati alla 69.a posizione». Inevitabilmente nel Paese si è creato un incurabile vuoto politico, mentre chi poteva fare molto si trova nella condizione di non poter far nulla: ma la natura ha orrore del vuoto, e più il vuoto si fa strada - racconta l’autore - più essa lo riempie, «magari di merda». E allora «la libertà capitola e il potere degradato non ottiene nessuna pietà». Il destino di Craxi (scomparso sedici anni fa, il 19 gennaio 2000, ndr) non solo è segnato, ma è 'cercato'. Trevisan si è fatto questa idea: che «l’uomo non si sia piegato a un compromesso – farsi processare, magari fare dei nomi, e tacerne degli altri – che gli avrebbe guadagnato, molto probabilmente, una vita più comoda. È una cosa – continua Trevisan – che mi chiedo spesso quando penso ai cosiddetti ‘pentiti’. In ogni caso X rifiuta di farsi umiliare pubblicamente… È un rifiuto che viene dal carattere più che da considerazioni di ordine politico, o di strategia difensiva; anche se X – e così Craxi - è sicuramente consapevole delle inevitabili implicazioni politiche, non meno che delle ricadute private-familiari che detto rifiuto comporta». Un destino appunto 'prescelto', scomodo, ma comunque ormai «a vivere c’è più male che bene»: la commedia umana diventa tragedia. Ma c’è un seguito inaspettato. La pièce si conclude teatralmente con uno svolìo di carte che scompaiono nel vuoto. Erano il frutto dei pensieri di Craxi, di quel bisogno di scrivere che è connaturato ai politici intelligenti e – segnatamente - a quel rifugiato in Tunisia che ripete «le proprie idee fino a sfiancarsi, perché è il solo modo per difendere la propria libertà». «È un lavoro fondamentale» raccomandava Craxi. Nell’opera teatrale finisce nel vento, resta come un sogno. Ma nella realtà quel «lavoro» ritorna. Ecco che un giovane storico ha raccolto per davvero quelle carte e le ha commentate e pubblicate sotto il titolo “Io parlo e continuerò a parlare: note e appunti sull’Italia vista da Hammamet” (Mondadori). È il libro curato da Andrea Spiri, che per professione e vocazione è impegnato «nell’analisi dei processi di delegittimazione dell’avversario nelle culture politiche italiane». Se arriveranno altri giovani studiosi, nuovi storici liberi da legami con le versioni del circuito mediatico-giudiziario di 'Tangentopoli', la storia di Craxi e dell’Italia repubblicana non finirà confinata sotto le macerie di 'Mani pulite'. (n.z.) LIBRI: -Vitaliano Trevisan, Una notte in Tunisia, Einaudi, Torino, 2011 -Bettino Craxi, Io parlo e continuerò a parlare: note e appunti sull’Italia vista da Hammamet, a cura di Andrea Spiri, Mondadori, Milano, 2014 torna in alto |