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Domandiamo se anche la schiavizzazione delle donne Yazide da parte dell’Isis rientri nel “conto di quello che l’Occidente ha fatto in Medioriente”, per citare parole e retropensieri che ci hanno infestato dopo la recente tragedia di Parigi quando l’Isis ha fatto saltare il cervello a decine e decine di giovani parigini inermi. Ora vediamo riportato sulla rivista “Io donna” del 28 novembre 2015 un lungo articolo, nel quale una fotoreporter irachena ha ritratto e ascoltato le donne di religione yazida catturate dai miliziani del Califfato. “Le hanno trasformate in ‘cose da usare’, rivendendole come bestiame, a volte serve, altre volte prostitute. O donandole come ‘bottino di guerra’. Nel nome di Allah”. Una bestemmia, che chiama alla resistenza – prima di tutto culturale, è il caso di ripeterlo ai refrattari nostrani – tutti i credenti e i laici democratici. torna in alto |