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IL FUTURO DI ROVERETO, 13 novembre 2015

IL FUTURO DI ROVERETO TRA IMPRESE, STRADE, ATENEO
-dal Corriere del Trentino, 13 novembre 2015


Un nuovo sviluppo della città di Rovereto e della Vallagarina non può prescindere da alcuni dati relativi all’economia della nostra comunità. Punto più punto meno il 65%-70% degli stipendi dei roveretani provengono dal settore secondario – produttivo, ovvero industria e artigianato assieme, circa il 30% dal terziario, ovvero servizi e commercio, il restante frazionale dall’agricoltura. Questo spiega le oggettive difficoltà vissute in questi anni dalla città in presenza di uno straordinario e strutturale rallentamento dell’economia. Realtà ben diversa si coglie a Trento, dove le percentuali s’invertono, ovvero 65%-70% dei salari vengono dal terziario, mentre il 30% dal settore produttivo.
Ecco, quindi, che volendo fissare alcuni punti prioritari in tema di rinnovato sviluppo di Rovereto e della Vallagarina, non dobbiamo perdere d’occhio il quadro che i suddetti numeri ci illustrano. Mi permetto elencarne e spiegarne in sintesi cinque, importanti sì, ma non certo esaustivi in merito al tema.
1. Rovereto quale città dell’impresa produttiva, grande o piccola che sia, con il preciso obiettivo di consolidare questa leadership a livello provinciale. Qui va riconosciuto la significativa capacità innovativa messa in campo in questi anni da molte aziende presenti sul territorio, come parimenti le notevoli risorse impegnate dalla Provincia Autonoma di Trento in questa direzione, basti pensare a Progetto Manifattura, a Progetto Meccatronica, all’area Casotte. Ritengo che senza una forte e convinta attenzione verso il settore manifatturiero ai vari livelli istituzionali, Rovereto e la Vallagarina andranno incontro ad anni assai difficili.
2. Rovereto quale città dell’energia, laddove la città su questo tema dell’energia e delle utilities in genere ha sempre giocato un ruolo da protagonista, anche nazionale. Nel 2008, poco dopo la positiva costituzione della Dolomiti Energia, d’accordo con il socio Comune di Trento, quello di Rovereto ipotizzò la costruzione della nuova sede del Gruppo DE nella nostra zona industriale. Questo avrebbe liberato quella attuale di via Manzoni, in cui destinare gli uffici tecnici comunali. Il Gruppo DE acquistò i terreni necessari, ebbe modo di elaborare un progetto complessivo, finalizzato a fare di questa nuova sede il polo dell’energia e delle multiutilities del Basso Trentino. Un’idea, concordata con Trento, che rispondeva a un preciso piano industriale del Gruppo DE e che dava, verrebbe da dire ridava, a Rovereto una nuova e vitale centralità in questo settore strategico per il territorio e per tutti gli attori della produzione e dell’economia in genere.
3. Rovereto quale porta verso il lombardo-veneto, vuoi per la posizione in cui si colloca la città, ma soprattutto per come tale location potrebbe essere ancora più favorevole, laddove fosse supportata da una viabilità interna ed esterna moderna e maggiormente sicura. Il riferimento non può non andare alla tangenziale ovest, arteria che ha una rilevanza per tutta la Vallagarina, offrendo all’intera economia un plus non indifferente, con collegamenti all’autostrada comodi e veloci, salvaguardando il contesto cittadino da un quotidiano traffico a dir poco parassitario, che non aggiunge alcunché bensì priva Rovereto di una tranquillità e di un benessere di cui la maggioranza dei cittadini vorrebbero godere. L’Autostrada della Valdastico, con ipotizzabile collegamento con l’Autobrennero a Rovereto Sud, farebbe della città un punto d’incontro nord-sud e verso est di notevole pregio. Penso alle nostre aziende, ma pure a quelle che stanno valutando una loro nuova collocazione produttiva. Un’infrastruttura che costituirebbe un vantaggio competitivo significativo per il nostro territorio, con favorevoli ricadute occupazionali. Senza dimenticare i positivi effetti sul commercio, il turismo e la cultura in senso lato.
4. Rovereto città dell’università, nulla da rivendicare, sia beninteso, l’Università degli Studi rimane di Trento, certo è che una significativa presenza universitaria da sempre ed ovunque qualifica una comunità. Ce lo testimonia il cambiamento vissuto da Trento da vent’anni a questa parte. Considerato il notevole patrimonio immobiliare che la città ha voluto conferire all’UNI TN, persa a suo tempo l’opportunità di avere a Rovereto la Facoltà di Lettere, assai consona alla città, riconosciuto comunque il notevole successo ottenuto via via negli anni dopo qualche diffidenza iniziale dalla Facoltà di Scienze Cognitive, ora è auspicabile che il Progetto Meccatronica sia supportato al proprio interno da una forte presenza universitaria, il riferimento alla Facoltà di Ingegneria è chiaro. Rovereto deve in sintesi vivere il proprio rapporto con la UNI TN con grande apertura e convinto spirito propositivo. La ricaduta derivante da una presenza di almeno duemila studenti in città è facilmente comprensibile.
5. Rovereto capoluogo della Vallagarina, nel senso di centro urbano, economico e culturale che nel rispetto di tutti gli altri Comuni lagarini, ha il dovere di farsi promotore di una visione di benessere di una comunità ben più ampia. Senza alcuna presunzione dico che spetta a Rovereto disegnare le linee guida dello sviluppo della Vallagarina, per poi condividerle con gli altri attori istituzionali, correggerle se necessario, ma senza mai venire meno al proprio ruolo di capoluogo di valle. Su economia, viabilità, sanità, scuola, cultura, Rovereto è il centro che offre opportunità e risposte a gran parte dei lagarini. Ne consegue un suo condiviso ruolo di responsabilità e di guida.
Vi sono certamente altri temi su cui intervenire. La sintesi non è in questo senso d’aiuto, ma certamente è foriera nel fissare alcune priorità. Oggi fare amministrazione, fare politica, guardare al benessere dei propri concittadini credo richieda anche questo.

Paolo Farinati (già Assessore del Comune di Rovereto)



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