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Ricorre quest'anno il 71° anniversario dell'eccidio di ANGELO BETTINI, ucciso dai nazifascisti il 28 giugno 1944 nel suo studio, in corso Bettini, a Rovereto. Quest'anno la commemorazione si terrà sabato 27 giugno 2015 ore 11.15 presso il Palazzo di Giustizia, corso Rosmini 65 Rovereto. A seguire (ore 12.30) verrà deposta una corona presso la stele situata in corso Bettini. Breve profilo di Angelo Bettini Nasce a Rovereto nel 1893 da umile famiglia (il padre è falegname). Angelo piuttosto cagionevole di salute ma d'intelligenza acuta, non è ritenuto fisicamente capace d'intraprendere l'arte del genitore e, con molti sacrifici, viene avviato agli studi fino alla laurea in giurisprudenza, conseguita nel 1921 all'Università di Padova. Da neolaureato entra nello studio di Antonio Piscel, esponente di spicco del socialismo trentino. E anche Bettini, da quell'anno fino alla morte, sarà socialista. "Professò sempre idee sovversive, è buon organizzatore, attivo, sagace, ha molto ascendente sulle masse e di indole mite, incapace di azioni violente e di buona condotta morale." (Rapporto del Sottoprefetto al Questore) Inviso al nascente fascismo (nel 1925 è oggetto di un'azione squadristica) e poi al consolidato regime, il mite avvocato vede aprirsi davanti a sè un ventennio di persecuzioni, controlli, diffide, ammonizioni che lo costringono a ripiegarsi sulla vita famigliare e professionale ma senza mai ripudiare le sue idee e il suo impegno, avvicinandosi ad un socialismo liberale e ai suoi esponenti trentini, Giannantonio Manci, Gigino Battisti, Giuseppe Ferrandi. Con loro e con altri, dopo il 25 luglio 1943, Bettini riassapora la libertà e passa una notte in galera per aver guidato un piccolo corteo di giovani a togliere dalle scuole il ritratto del duce. Poi l'8 settembre e l'occupazione tedesca, la necessità di uscire allo scoperto (il "Manifesto programmatico del Socialismo trentino") ma anche di tessere la trama di una resistenza clandestina. Rimarrà poco tempo a Bettini per farlo perchè il 28 giugno del 1944 una croce rossa davanti al suo nome nella lista dei ricercati di Rovereto ne preannuncia il destino. Dopo che per tutta la mattinata la squadra guidata da Heinrich Winkler, ufficiale del servizio di polizia politica a Bolzano, di cui fanno parte i marescialli delle SS Willi Volker e Stimpfl e i sudtirolesi Lorenzo Berger, Enrico Weiss, Costantino Giovanazzi del Sod, ha effettuato perquisizioni e arresti, Bettini, che fino a quel momento è sfuggito alla retata, decide di presentarsi spontaneamente alla gendarmeria per evitare rappresaglie nei confronti dei famigliari. Verso le 16 è accompagnato nel suo studio che in precedenza è già stato perquisito due volte: lì Willi Volker lo finisce con un colpo di pistola alla testa simulando una legittima difesa. Su un biglietto vergato a matita la gendarmeria comunica l'accaduto al Municipio: "Il dottor Angelo Bettini, nato il 6/9/1893, abitante in via Monte Pipel n. 8, il 28/6/1944 è stato fucilato dal Servizio di Sicurezza di Bolzano per ribellione. Si avrà cura che sia sepolto in tutta segretezza entro 24 ore." (a cura di Mara Rossi - ANPI di Rovereto) torna in alto |