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Rovereto contro
28 maggio 2015

TIFO CONTRO, LA SPECIALITA' ROVERETANA
-di Luca Marsilli, giornale "Trentino" 28 maggio 2015, p.1-11

Vista da Sud, poteva andare solo così. Non perché Miorandi sia stato un sindaco peggiore della media degli ultimi e nemmeno perché il suo avversario abbia messo in campo qualcosa di straordinario. Anzi, molto laicamente, si potrebbe dire il contrario. Miorandi in 5 anni ha spianato il Follone trovando quei parcheggi che la città chiedeva da 30 anni, ha dotato di posti auto l'Ospedale, ha aperto il centro giovani e quasi completato la Rsa, ha lanciato i progetti Meccatronica e Manifattura Domani, riaperto lo Zandonai, fluidificato almeno un po' il traffico sulla statale, dato una collocazione efficace al Mercatino di Natale, avviato la pedonalizzazione e l'arredo urbano del centro storico, inventato la Strongmanrun, sbloccato la questione stazione corriere. Valduga raccoglie sotto l'egida di un cognome importante un gruppo più composito di una macedonia,e non proprio di frutta freschissima.
Ci sono i reduci del Pri, i reduci di Forza Italia, i reduci del Msi, i reduci dell'Udc-Ccd e più ampiamente della destra Dc, i reduci (non tutti) del Psi, qualche autonomista dissidente e una quota dissidente di Upt, qualche volto della destra più recente e più estrema e, da esterna, la Lega che ha votato per lui.
Ciliegina sulla torta, i Verdi. Coalizione molto più ampia e contraddittoria di quella di suo padre, e già allora sua padre aveva dovuto metterci tutto il suo carisma, la sua esperienza e la sua forza per tenerla assieme. Il nuovo sindaco non avrà un mandato riposante.
Ma detto tutto questo, perché da roveretano avrei scommesso la mia auto contro un caffé che sarebbe finita così? Perché Rovereto è Rovereto. E uno degli aspetti, forse il peggiore, della roveretanità è l'insopprimibile e incontrollabile pulsione a togliere il piedistallo da sotto i piedi a chiunque ci sia sopra.
Non è un esercizio critico né una vena rivoluzionaria: si viaggia molto più in basso. E' il tifo contro, la stessa meschina aspirazione a vedere nella polvere chi vola più alto di noi che spingerà moltissimi a gioire se la Juventus (ognuno, se lo ritiene, tocchi quel che vuole...) ne dovesse prendere 4 o 5 dal Barcellona, il prossimo 6 giugno.
Il roveretano medio questo esercizio del tifo contro lo esprime ad ogni livello. Ogni sindaco arriva genio e dopo tre settimane è già un cretino. Ma anche ogni insegnante, ogni preside, ogni vigile urbano, ogni presidente di associazione, allenatore di calcio, capoufficio...
E anche l'autista dell'autobus, in fondo...
Chiunque sia in vista, poco o tanto, diventa immediatamente antipatico, supponente, scostante, sostenuto. E il desiderio comune è uno solo, vederlo cadere da quel piedistallo, appunto. Che sia un palco sontuoso o un predellino, cambia poco.
Per questo Rovereto non ha mai confermato un sindaco. Per il piacere di una mattina passata a darsi di gomito sogghignando: "L'ha presa la sberla, eh?"
E per questo Rovereto non ha mai espresso un numero di consiglieri provinciali pari al suo peso in Trentino. Per questo non ha che pochi o pochissimi uomini nei posti che contano del cosiddetto sottogoverno.
Per questo conta poco o nulla nello scacchiere provinciale. Non costruisce referenti credibili e con un effettivo potere contrattuale, perché dopo averli scelti inizia già a demolirli.
Ogni 5 anni si ricomincia, e si ricomincia da chi si è proposto criticando le scelte del predecessore. E quindi le rimetterà in discussione. A Olivi questa maledizione - non di Rovereto, ma della roveretanità - è costata la presidenza della Provincia. A Miorandi la carica di sindaco.
Ma è una maledizione che si paga.
Prendiamo un tema solo: la mobilità e il totem di ogni campagna elettorale, la "tangenziale". A memoria, la prima soluzione progettata (ma se ne parlava già molto prima) prevedeva la "secante": sdoppiamento della statale e innesti a pettine ai diversi rioni.
Ma cambiò l'amministrazione. Si passò alla doppia tangenziale, Est e Ovest, ma cambiò amministrazione. La Est fu abortita, la Ovest ridisegnata.
Ma cambiò amministrazione. La Ovest (già finanziata) bocciata perché troppo costosa: si sarebbe mandata la A22 in galleria e il sedime attuale dell'autostrada sarebbe diventato la tangenziale. Sulla Est si poteva ragionare.
Ma cambiò amministrazione. Basta l'interramento della statale in piazzale Orsi e a Sant'Ilario.
Ma ora cambia l'amministrazione. E Valduga figlio ripropone la tangenziale: la stessa di Valduga padre, che fu mandato a casa cinque anni fa. In cinque anni non si fa una tangenziale e nemmeno un interramento. In 30 anni abbiamo "preso a sberle" ghignando una decina di sindaci. E ci incolonniamo tutte le mattine in piazzale Orsi.
Da domani, sarà colpa di Valduga. E la sua patente di genio nuova nuova, comincerà già a perdere i primi punti.

Luca Marsilli


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