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ROVERETO CITTA' EUROPEA giornale "Trentino", 31 marzo 2015, p. 1 Col nostro impegno collettivo, come socialisti trentini, abbiamo contribuito nel tempo alla costruzione del progetto del Centrosinistra autonomista nelle sue diverse evoluzioni. Pur ancorati alla dimensione territoriale abbiamo, al tempo stesso, mantenuto saldo il legame alle organizzazioni socialiste nazionali e alle grandi famiglie del socialismo europeo. In questi anni abbiamo anche seguito con interesse il dibattito sull'identità politica del Partito Democratico auspicando che anche in Italia vi fosse una grande forza con un solido rapporto alla tradizione socialista europea. E' stato quindi con soddisfazione che abbiamo accolto la decisione del PD, lo scorso febbraio 2014, di aderire al Partito dei Socialisti Europei (Pse). Ricordiamo questo perché pur coltivando la sua vocazione all'anomalia/autonomia, la politica trentina non può considerarsi disgiunta dagli scenari nazionali ed europei. Nella nostra esperienza territoriale intendiamo quindi rafforzare il contributo riformista al governo delle Istituzioni autonomistiche. È anche in questa prospettiva che si colloca il nostro impegno nelle liste del Partito Democratico del Trentino, alle imminenti elezioni comunali nelle due principali città sotto il motto “Pd e Psi insieme per Trento e per Rovereto”, impegno che si collega naturalmente alla collaborazione già attivata per le ultime elezioni politiche del 2013 ed europee del 2014 e che ora si estenderà anche alle elezioni regionali che si terranno a fine maggio 2015 in tutta Italia. Il Trentino è per sua natura territorio di confine e a vocazione europea. E' una caratteristica che appartiene in particolare a Rovereto, la mia città. Le sue Istituzioni culturali, i poli scientifico-tecnologici, la capacità di innovare in settori importanti quali il sociale e l'impresa, l’attenzione al mondo del lavoro, testimoniano la sua vocazione naturale all'essere centro di livello europeo. Rovereto Città europea dovrà quindi essere l'ambizione da coltivare per i prossimi anni da parte di tutta la comunità cittadina. Il futuro della Città è dentro una dimensione globale. Non siamo impermeabili a ciò che avviene nella nostra Provincia, nel Paese, in Europa. Le sfide che saremo chiamati ad affrontare – su temi quali il lavoro, in particolare dei giovani, la scuola e la cultura, lo sviluppo del territorio e la salvaguardia dell'ambiente, la scarsità delle risorse e il Welfare, la convivenza tra i popoli e le nazioni – necessitano di uno sguardo lungo e di soggetti collettivi ancorati a forze e movimenti che operano a livello provinciale, nazionale ed europeo. Le grandi trasformazioni che stiamo attraversando richiedono infatti un “di più” di politica, non di ripieghi: è finita la “stagione dei sindaci” autoreferenziali e anche delle liste “fai da te”. E’ tornato il tempo di una politica dal respiro ampio che sappia pensare globalmente, pur agendo localmente e in grado di coltivare progetti collettivi. In questo contesto i partiti svolgono una funzione importante: solo attraverso i partiti - riformati quanto necessario - è possibile una democrazia compiuta. Una democrazia che sappia coniugare partecipazione e coinvolgimento con la capacità di fare sintesi e assumere delle decisioni e che sappia, attraverso un patto generazionale, intrecciare le esperienze dei più “anziani” con la capacità di innovazione dei giovani. La Rovereto del futuro dovrà essere fondata su un patto di corresponsabilità tra Istituzioni, forze politico-sociali e cittadini, in cui i corpi intermedi sappiano rivestire un ruolo fondamentale nel collocare i bisogni individuali in una prospettiva più ampia. E' anche in questo contesto che, come socialisti trentini, intendiamo continuare a contribuire a rafforzare le sensibilità riformiste della coalizione del centro-sinistra autonomista. Questo significa impegnarsi per un nuovo welfare e uno sviluppo sostenibile. Si deve dire che su questi fronti l’amministrazione roveretana – magari in difficoltà su altri aspetti – è stata attiva. Il “Piano dello sviluppo del capitale e della coesione sociale” , coinvolgendo il cosiddetto terzo settore, è un buon esempio di “riformismo municipale” per cui si promuove la coesione sociale e valorizza la persona attraverso nuove strade rispetto ad un passato che assegnava o all'autorità pubblica o esclusivamente al mercato la funzione di rispondere ai bisogni individuali e collettivi: si vuole costruire un welfare dove il cittadino non è un mero “consumatore” di servizi, ma, insieme al sostegno dell'ente pubblico, è esso stesso “generatore” di welfare. Nella cura degli anziani e dei bambini e nell'aiuto alle persone in difficoltà si sono già sviluppate, in questi anni, alcune buone pratiche come nei casi dei progetti “Centro aiuto anziani”, “In cambio”, “Intreccio” e “Centro e periferia: famiglie in rete!”. È un impegno necessario e da rafforzare in tempi di riduzione delle risorse. Penso poi, su altri temi e a titolo d'esempio, alle politiche per una mobilità più sostenibile e a quelle che si propongono di promuovere la rigenerazione del tessuto economico e di qualificare il mondo del lavoro attraverso gli investimenti nei poli scientifico-tecnologici. Penso anche all'impegno finalizzato a rendere più vivibile e attrattiva la nostra Città. Rovereto, nelle prossime settimane, dovrà quindi scegliere se rimanere prigioniera di schemi da “paesone” litigioso oppure ambire ad essere Città europea. Una Città che ha bisogno di una politica matura in grado di avere cuore e radici ben ancorate al territorio, ma al tempo stesso capace di sguardi e pensieri ampi. Nicola Zoller, segretario regionale Psi torna in alto |