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i 180 secondi di Dellai
6 dicembre 2014

Rovereto, 6 dicembre 2014

Per una innovativa aggregazione di istanze politiche e civiche che abbiano come bussola i valori riformisti: un ritorno al futuro fatto di politica come “vocazione” e di riconquistati diritti sociali


Agli amici sostenitori delle posizioni di Lorenzo Dellai – che ha proposto l’incontro "180 SECONDI, LA TUA IDEA PER IL TRENTINO" - va riconosciuto che il Trentino, nella stagione che ha visto protagonista questo presidente, ha costituito una “felice” anomalia non solo rispetto al resto del Nord Italia governato dal centrodestra ma anche rispetto agli impacciati comportamenti del centrosinistra su scala nazionale. Affinché ora questa “anomalia” diventi positivamente duratura dovrebbe prefiggersi un orizzonte più ampio e anche diverso e più rivoluzionario, di fronte all’ emergenza generale di questo nostro tempo: proporre al nostro Paese l’esempio di un progetto progressista che ridia spazio a chi pratica la politica come “vocazione”; una politica da svolgere con tutto l’onore e la sobrietà di cui c’è tanto bisogno dopo un ventennio di pronunciamenti e moralismi mendaci i quali, anziché migliorare la salute della Repubblica rispetto al passato, non potevano che peggiorarla decisamente dando fiato all’antipolitica e al risentimento dei cittadini.
Va pensato un progetto che dia vita - a partire dal Trentino - ad una innovativa aggregazione di istanze politiche e civiche avente come bussola i valori riformisti di marca europea: uguaglianza di opportunità per tutti, servizi pubblici e sociali efficienti, affermazione dei meriti sui privilegi, diritti civili e sociali allargati.
A quest’ultimo proposito preme rilevare – in controtendenza rispetto al clima retrogrado impostosi nel Paese ormai da troppo tempo – che a metà degli anni Ottanta la ricchezza era divisa così: il 60 per cento finiva ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, e il restante 40 per cento a profitti e rendite. Nel corso di vent’anni i lavoratori dipendenti hanno perso un terzo della loro ricchezza trasferendola a imprenditori e redditieri: oggi il 40 per cento della ricchezza va ai lavoratori e il 60 per cento a imprenditori e a chi dispone di rendite. Purtroppo sotto l’impeto di una falsa rivoluzione promossa da gruppi politici e finanziari che poi si sono rivelati di gran lunga più corrotti di quelli prec edenti (nel 1990 la classifica di Trasparency International – l’Associazione che misura l’indice di percezione della corruzione partendo dai Paesi migliori – situava l’Italia al 33° posto nel mondo, oggi siamo precipitati alla 69.a posizione) - con l’acqua sporca della prima repubblica è stato buttato via anche il bambino cioè, i diritti sociali.
Ecco, una rinnovata felice anomalia del Trentino sarebbe quella di praticare in loco – per proporlo poi agli altri – questo “ritorno al futuro”, fatto di diritti e doveri proposti come meta per tutti.
Nicola Zoller, socialista dal 17° anno d’età.



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