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Sommario: SOCIALISTI TRENTINI Foglio informativo a cura della segreteria prov.le PSI Trentino 1.Attivisti PSE Trento per le Elezioni Europee del 25 maggio 2014 2. Notizie dal territorio a) LEVICO DOMANI, I SOCIALISTI CON LAMBERTO POSTAL b) COMITATO CITTADINO PSI TRENTO: LAVORI IN CORSO 3.Interventi a) UN VOTO IN EUROPA, PER L'EUROPA –di Alessandro Pietracci b) DEMOCRAZIA E’ PROTEZIONE DAI TIRANNI -di Nicola Zoller 1.Attivisti PSE Trento per le Elezioni Europee del 25 maggio 2014 Il gruppo cittadino di Trento del Partito Socialista Europeo, in occasione delle elezioni europee del 25 maggio 2014, invita tutti i compagni trentini a votare la lista PD-PSE a sostegno della candidatura di Martin Schulz alla Presidenza della Commissione Europea. Gli attivisti trentini PSE indicheranno sulla scheda elettorale, a fianco del simbolo PD-PSE, le seguenti due preferenze: CINTI PRADI In questo modo, intendono esprimere il proprio sostegno a - Rita CINTI Luciani , sindaco di Codigoro e candidata del PSI (componente della Segreteria Nazionale del PSI) - Andrea PRADI , ricercatore universitario e candidato del Trentino-Alto Adige 2. Notizie dal territorio a) LEVICO DOMANI, I SOCIALISTI CON LAMBERTO POSTAL CONFERMANO LA LORO PRESENZA IN CONSIGLIO COMUNALE Le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale di Levico Terme tenutesi il giorno 04 maggio 2014 hanno portato all'elezione al primo turno del candidato del centrosinistra Michele Sartori, che ha ottenuto il 55,86% dei consensi. La lista Levico Domani, che sosteneva Michele Sartori, ha ottenuto il 7,46% dei consensi, incrementando i voti rispetto alla precedente consultazione e confermando Lamberto Postal in Consiglio Comunale. Levico Domani da ormai 15 anni è presente sul territorio come soggetto politico che unisce i socialisti, i laici, i repubblicani e gli ambientalisti. Il buon risultato conseguito ha dimostrato quanto un percorso costruito con coerenza nel tempo e l'unità di coloro che a sinistra si riconoscono nelle tradizioni laico riformiste abbia costituito la premessa per continuare a rappresentare sul territorio la nostra area politica. b) COMITATO CITTADINO PSI TRENTO: LAVORI IN CORSO Prosegue il lavoro per dar vita a Trento al Comitato Cittadino del PSI. Esattamente tra un anno vi saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale di Trento. Si tratta come è evidente di un appuntamento di grande importanza, trattandosi della città capoluogo. Inoltre, la situazione attuale che non ci vede presenti in Consiglio Provinciale impone a tutti noi uno sforzo maggiore per conservare e se possibile incrementare la nostra presenza nelle amministrazioni comunali. Il gruppo che si sta costituendo inizierà a lavorare al Comitato da costruire, ai nuovi mezzi di comunicazione di cui dotarci e alla linea politica da perseguire. I compagni di Trento che siano interessati e vogliano dare il loro contributo possono contattare la segreteria provinciale. 3.Interventi a) UN VOTO IN EUROPA, PER L'EUROPA Alessandro Pietracci – segretario provinciale PSI Trentino Da domani a domenica sono chiamati al voto più di 400 milioni di europei in 26 Paesi diversi. Eleggeranno il Parlamento Europeo, massimo organo di rappresentanza, che, per la prima volta, nominerà a maggioranza il Presidente della Commissione europea, la più alta istituzione di governo dell’Unione. Per affrontare al meglio questa consultazione, per scegliere a chi dare la propria preferenza, occorre ragionare allora in termini europei, nella consapevolezza di far parte di un progetto più grande rispetto alle miserie della politica italiana. Non si vota per un derby a tre tra Renzi, Grillo e Berlusconi. Non si vota per stabilire percentuali o per far cadere governi. Neppure per misurare il peso delle cosiddette “forze minori” che magari non supereranno la soglia necessaria per avere i seggi. È bene ribadire che si vota in Europa, per l’Europa. Si fronteggiano alcune grandi “famiglie” di partiti: socialisti, popolari, verdi, liberaldemocratici, più la sinistra alternativa e la galassia degli euro-demolitori, che non auspicano altro se non la fine dell’Unione. Bisogna allora ragionare dentro queste tradizioni, pensando in grande senza cadere nella trappola di identità minori e fuori tempo, oppure delle promesse pericolose sul superamento della democrazia. Per il governo dell’Unione la sfida è a due. Da un lato i Socialisti, rappresentati da Martin Schulz, dall’altro il popolari di Jean Paul Juncker. In Italia il PSE è il riferimento della lista formata dall’incontro tra il Partito Democratico e il PSI. Chi vuole votare il socialismo europeo, deve votare PD. Non si tratta tanto di sostenere il governo Renzi, quanto di credere in una Europa diversa, secondo il programma del PSE. Più lavoro, più inclusione sociale, più investimenti pubblici; creazione di un vero spazio ideale e politico europeo con al centro i diritti individuali e la capacità di tessere relazioni con l’altro; maggiore attenzione alla ricerca e alla cultura. Per poter fare questo servono istituzioni forti. Serve la moneta unica. È necessario allora non disperdere i voti. Quanti si riconoscono nella speranza socialista di progresso e di futuro, domenica 25 maggio votano la lista PD/PSE. b) DEMOCRAZIA E’ PROTEZIONE DAI TIRANNI Nicola Zoller – segretario regionale PSI Trentino-Alto Adige dal giornale “TRENTINO” di mercoledì 21 maggio 2014, p.1 e 9 Per il novantesimo compleanno di Giovanni Sartori, uno dei maggiori scienziati della politica e dell’ingegneria costituzionale a livello internazionale, il numero di maggio 2014 di “Mondoperaio” - storica rivista socialista fondata da Pietro Nenni - ha ospitato una mia recensione al saggio di Sartori “La democrazia in trenta lezioni”. E’ un libro pensato e scritto per la scuola ma dal quale tutti noi possiamo ricavare utili avvertimenti – e di vibrante attualità - per la nostra vita collettiva. Cos’è la democrazia e quali sono i pericoli che incontra? Innanzitutto è demoprotezione, “protezion e del popolo dalla tirannide”; solo in secondo luogo è demopotere, “attribuzione al popolo di quote di effettivo potere”. Per diffondersi nel mondo in modo non contradditorio, la democrazia deve badare quindi alle “strutture costituzionali”, essere “liberaldemocrazia”. Non deve cioè trasformarsi in “tirannide della maggioranza” sulla minoranza, in un sistema dove la democrazia “è necessariamente un dispotismo”, come osservava il padre dell’Illuminismo Immanel Kant. Il diritto della maggioranza a governare deve inserirsi in “un sistema costituzionale che lo disciplina e lo controlla”: dunque, la maggioranza deve esercitare il potere non in forma assoluta – come avveniva nelle democrazie delle polis antiche – ma in modo limitato e moderato. Facciamo un esempio chiaro: non può imporre la propria religione o le proprie credenze agli altri. Demoprotezione vuol dire quindi garantire il pluralismo, che significa tolleranza, un principio basato su tre criteri. “Primo: rifiuto di ogni dogma e di ogni verità unica. Io devo sempre argomentare, dare ragioni per sostenere quel che sostengo. Secondo: rispetto del cosiddetto harm principle: Harm vuol dire ‘farmi male’, ‘farmi danno’. Il principio è allora che la tolleranza non comporta e non deve accettare che un altro mi danneggi. E viceversa, s’intende. Terzo: il criterio della reciprocità. Se io concedo a te, tu devi concedere a me: do ut des. Se non c’è reciprocità, allora il rapporto non è di tolleranza”. Col rifiuto di ogni potere uniformante, il pluralismo difende il dissenso e così facendo lo rende meno dirompente, “lo civilizza, lo modera, lo trasforma in un l ievito benefico o anche in una discordia che si trasforma, alla fine, in accordo e concordia: punta su una diversità che produce integrazione, non disintegrazione”. Il multiculturalismo invece promuove la separazione, “l’identità separata” di ogni gruppo, anziché la “diversità integrata” come fa il pluralismo. “Il risultato – conclude Sartori – è una società a compartimenti stagni e anche ostili, i cui gruppi sono molto identificati in se stessi, e quindi non hanno né desiderio né capacità di integrazione: il multiculturalismo non supera il pluralismo, lo distrugge”: ciò comporta un grave pericolo per la democrazia. C’è poi il problema della qualità della democrazia elettiva: i rappresentanti eletti possiederanno mai un “vero sapere” per ben governare, op pure come pensava Platone sarebbe preferibile affidarsi al “filosofo-re”, ai sapienti, ai competenti, ai tecnici in generale? E’ una questione antica, però secondo Sartori alla democrazia rappresentativa non ci sono valide alternative. Non possiamo accogliere “filosofi-re” senza che siano eletti. Ma non si può precipitare neanche nell’opposto, nell’ “infantilismo” di chi critica la democrazia rappresentativa perché “poco partecipata”, perché il cittadino dovrebbe “decidere in proprio le questioni, invece di affidarsi ai rappresentanti”: chiunque può comprendere che nelle democrazie moderne – che non sono antiche città-stato con poche migliaia di abitanti – non può essere praticabile una democrazia governante diretta. D’altronde – ad avviso di Sartori – diventa anche pericoloso – oltre che impraticabile – proporre la figura di un cittadino-militante “che vive per servire la democrazia, in luogo della democrazia che esiste per servire il cittadino”. E’ questo un perfezionismo che critica la democrazia rappresentativa in modo irresponsabile e immeritato: crea “una promessa troppo irraggiungibile per poter essere mantenuta”. Il pericolo sta nel finire per ripudiare “la democrazia che c’è” - quella rappresentativa - reclamando la “vera democrazia” che non c’è. E sovente chi la reclama, altri non è che un demagogo immorale che irretisce masse inermi, credule denunciando l’immoralità altrui. torna in alto |