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LA SINISTRA E’ SOCIALISTA dalla rubrica "le idee" del giornale "l'ADIGE" del 26.X.2005 Una lettera di Carlo Devigili parla su l’Adige del 24 ottobre delle indecisioni dei socialisti “se essere di destra o di sinistra”. In effetti essere socialisti da sempre vuol dire essere “di” sinistra, e più precisamente – in molti paesi europei – essere “la” sinistra. In Italia la “rotta ingloriosa di Mani pulite” – come accenna sempre Devigili – ha fatto perdere la bussola a molti di noi socialisti. C’era il finanziamento illegale dei partiti, di tanti partiti; c’erano anche fenomeni di vera e propria corruzione: i partiti dovevano chiedere scusa e porre fermi rimedi a tali situazioni, e invece non furono capaci di farlo. C’è stata allora una reazione tanto forte che – pur non debellando la corruzione - ha fatto “giustizia sommaria” della storia e della funzione dei partiti, particolarmente del Psi. Tanto che l’on. Luciano Violante, notissimo ex magistrato e parlamentare prima comunista e poi diessino, ha potuto dichiarare – purtroppo a posteriori – proprio il 14 ottobre 2005 appena trascorso che “vi fu un’autentica caccia al politico, si arrivò al dileggio delle istituzioni, e furono forze reazionarie le protagoniste di quella campagna con il cappio esibito dalla Lega a Montecitorio e l’assalto alla Camera da parte di AN”. Una ragione in più – si direbbe – per stare saldamente a sinistra. Sì, assieme a molti altri socialisti dello SDI, io per esempio sono sempre stato a sinistra, ma non è che qui ci abbiano trattato meglio. Anzi, è stata presa la palla al balzo per depotenziare grevemente una concorrenza sgradita. Per questo c’è ancora una parte di socialisti che non accettano di stare a sinistra, pur essendo questa la collocazione che ci viene naturale e da cui molti di noi non verranno comunque distolti, anche a costo di tante disagevoli situazioni. Ma ci potrà essere una riconciliazione più ampia di tutto l’elettorato socialista con la sinistra, quando si radicheranno meglio nell’opinione pubblica progressista quelle considerazioni or ora esposte dall’on.Violante, recuperando in generale anche gli aspetti positivi dell’azione svolta dalle forze democratiche di centro-sinistra – segnatamente dei cattolici democratici della DC e dei socialisti e laici del PSI, PSDI, PRI – durante la prima Repubblica, come segnala uno dei maggiori storici economici internazionali di cui l’Italia abbia goduto, il prof. Carlo M. Cipolla che in una delle sue opere scrive precisamente: “Il bilancio economico del quarantennio postbellico è, in termini quantitativi, a dir poco lusinghiero. Certo, nulla di simile era stato – anche lontanamente – nelle speranze dei padri della repubblica. Un reddito nazionale cresciuto di circa cinque volte dal 1950 al 1990 colloca l’Italia fra i paesi a più elevato tenore di vita nel mondo”. Cose dimenticate sulla strada polverosa degli anni ’90… Negli anni 2000 molto d’altro resta da fare e il progetto “laico, socialista, liberale e radicale” a cui stiamo ora lavorando può giovare molto per allargare via via i diritti civili e per sostenere uno sviluppo che affianchi alla libertà di mercato la solidarietà secondo i principi del “socialismo liberale”, di cui cominciò a scrivere nel 1929 un socialista ignorato dalla propaganda estremista nostrana ma caro a tutti i riformisti europei di ieri e di domani, Carlo Rosselli, che resta la guida morale più autorevole per una autentica sinistra di governo del nostro paese. Nicola Zoller - socialista dal 17° anno d’età - torna in alto |