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GIUNTA ROSSI, ADESSO SERVE LA COALIZIONE - giornale TRENTINO del 6 gennaio 2013, p.1 -di Alessandro Pietracci, segretario Psi del Trentino -Quando si deve governare un sistema complesso come la Provincia Autonoma di Trento inevitabilmente il piano amministrativo si intreccia con quello politico. "I'opinione pubblica" è allergica a queste distinzioni perché, alla luce delle ultime prove della classe dirigente soprattutto nazionale, vedono nascondersi dietro tutto ciò che sa di politico una realtà oscura e disdicevole o, come minimo, il regno del rinvio e della mancata decisione. Come è giusto i cittadini vogliano risposte e decisioni da chi è stato delegato a rappresentarli. Prima che politici, si vogliono amministratori preparati e capaci di affrontare e risolvere i principali problemi della comunità. Per fare questo, tuttavia, è necessario circondarsi di “tecnici”, funzionari e consiglieri altrettanto capaci. In questo senso l’organizzazione della macchina burocratica è essenziale per il buon funzionamento dell’intero processo amministrativo, magari più snello, semplificato, alleggerito da tutte le sovrastrutture create in questa anni. Scendendo nel concreto l’attuale Giunta di Ugo Rossi si trova, a due mesi dal varo, davanti ad uno scenario complesso, caratterizzato dalla crisi economica, dalla riduzione delle risorse disponibili e da un generale clima di crescente incertezza (causato dal fragilissimo quadro istituzionale italiano ma anche da una sfiducia che pervade la società ad ogni livello). Rossi sta affrontando come può la situazione. Sarebbe prematuro fare qualsiasi tipo di commento definitivo. Non voglio neppure entrare nel merito della nomina dei nuovi dirigenti generali e dell’attribuzione delle loro specifiche competenze: come rivendicato dal Presidente, voglio credere che, alla base di queste scelte, ci sia un disegno complessivo atto a snellire e non ad ingolfare questa anchilosata struttura burocratica: gli diamo fiducia, sperando di vedere il dipanarsi di questo disegno. L’azione di governo nella nostra Provincia spetta dunque alla Giunta. Ma esiste anche una dimensione politica, nel senso più alto del termine. C’è l’Assemblea legislativa che per ora non sembra rivendicare con sufficiente energia il proprio ruolo e che anzi, soprattutto per quanto riguarda l'opposizione, appare inesistente. Ci sono i partiti, di maggioranza e di opposizione, ma pure tutta un’altra serie di attori, solitamente raggruppati in quell’insieme chiamato “società civile”. I giornali, come ha fatto il TRENTINO in questi ultimi giorni, offrono le prese di posizione di politici e commentatori, parole che vanno attentamente considerate, come un contributo per la gestione della nostra comunità. E proprio su queste pagine Lorenzo Dellai ha difeso il suo operato in Parlamento, ma ha pure sottolineato che l’autonomia non si garantisce soltanto a Roma, ma soprattutto qui, attraverso un sistema politico locale imperniato su un costruttivo rapporto con il territorio, virtuoso e animato da profonde idealità. Non si può non essere d’accordo con lui anche se tra le parole e la realtà effettuale c'è spesso grande differenza. Allargherei però il quadro: più che un “partito territoriale” servirebbe un sistema di forze politiche di estrazione culturale diversa, capaci di una sintesi comune. È il modello che dovrebbe essere alla base della coalizione del centro sinistra autonomista. La presenza di più soggetti non va vista come lo specchio di una incurabile frammentazione o come il desiderio di voler entrare tutti i costi nella stanza dei bottoni, ma è la naturale conseguenza di una società plurale, con istanze spesso difficilmente componibili. Piergiorgio Cattani mette in guardia la Giunta di Ugo Rossi dal rischio dell’isolamento, forse perché travolta dalla quotidianetà emergenziale. Nella sua replica a questa analisi il Presidente snocciola il lavoro fatto e parla di un motore “a trazione integrale” che si basa sulla concretezza. Non bisogna infatti dimenticare che l’attività amministrativa, priva di una visione politica di vasto respiro, non risolve tutti i complessi problemi di una società in rapido mutamento. I Socialisti trentini, nel loro piccolo e in tempi non sospetti, avevano cercato di offrire questa visione che purtroppo non sono stati in grado di presentare adeguatamente e in modo convincente. Il governo di Rossi per riuscire nella difficile impresa a cui è chiamato deve avere un maggiore sostegno politico dalla coalizione. Lo vuole veramente? Penso di sì ma occorre passare dalle parole ai fatti, per “allargare” la responsabilità di governo, per condividere, per allargare lo sguardo. Devono essere i partiti maggiori a prendere l’iniziativa. In tal senso il PD in questa fase è davvero troppo silente, soprattutto sul fronte di una coraggiosa strategia delle riforme volta a rilanciare sviluppo ed occupazione. Non credo che servano i soliti “tavoli” della coalizione che si risolvono in incontri in cui si parla dei massimi sistemi senza approdare a nulla. Bisogna invece elaborare proposte sui temi concreti, sui quali si devono prendere decisioni operative. Come auspicato da Rossi, l’incontro di coalizione previsto per gennaio verterà su tematiche economiche. Sarebbe opportuno discutere anche su altro. Per esempio sulla sanità: non basta solo discutere di protonterapia o di NOT o dei punti nascita ma è necessario parlare del sistema sanitario trentino dei prossimi venti anni. Questo sarebbe il ruolo della politica, dare una concreta visione del futuro. Altrimenti si insegue solo l’emergenza. torna in alto |