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Il futuro delle "terre alte"
20.9.2013

/goo.gl/vjHB7v sul profilo e sulla pagina facebook di Nicola Zoller č riportata questa nota:

TRENTINO: IL FUTURO DELLE "TERRE ALTE"
Note del prof. Annibale Salsa, gią presidente nazionale del Club Alpino Italiano, sul programma dei Riformisti per l'Autonomia, inviate a Nicola Zoller
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Gentile Dott. Zoller, di ritorno da un lungo sopralluogo nei siti dolomitici sono riuscito a leggere il programma che Lei mi ha cortesemente inviato.
Un programma che mi pare pienamente rispondente ai bisogni della societa' trentina.
In particolare mi permetto di sottolineare alcuni aspetti che ritengo strategici per la Provincia Autonoma
1) Rafforzamento del ruolo di cerniera intra-alpina del Trentino che dovra' comportare l'abbandono di ogni assimilazione padana (allevamenti e monoculture da pianura) ed il privilegiamento dello sguardo verso Nord (Tirolo storico) attraverso GECT e Euroregione. Quindi, guardare di piu' verso BZ anche in termini di pianificazione territoriale e turistica (difficile da difendere, in Italia, l'autonomia trentina separata da quella sudtirolese!), fatte salve le specificita' trentine come la vocazione cooperativistica e la proprieta' collettiva (Regole) oltre che il sociale.

2) Ruolo di sussidiarieta' dell'ente intermedio come la Comunita' di Valle che, se bene interpretato, puo' davvero rappresentare un ammortizzatore delle tentazioni di campanile, in particolare per la pianificazione territoriale ed il paesaggio. In tal modo possono essere evitate tante "arlecchinate" in materia di edilizia e di uso disinvolto del colore nella costruzione e nella ristrutturazione degli edifici. La popolazione dovra' essere maggiormente coinvolta nella vita di questi enti al fine di comprenderne meglio l'insostituibilita' ed il ruolo consultivo verso i Comuni.

3) Assecondare ed accompagnare un processo "naturale" di avvicinamento di giovani nuclei familiari alle attivita' agro-silvo-pastorali (iniziato su tutte le Alpi da qualche anno e rafforzato dalla crisi finanziaria odierna) il quale, se non viene incoraggiato, rischia di generare forme di spontaneismo dalla breve dutata.

4) Puntare sul turismo dolce (modelli BZ, Austria, Svizzera) attraverso politiche dei trasporti finalizzate alla mobilita' alternativa (es: Sudtiroler Card) con maggiore offerta di trasporto pubblico (meglio su sede fissa: ferrovie locali, tranvie, funicolari, ecc.).
Le localita' delle Alpi che meno hanno conosciuto la crisi di questi ultimi anni sono proprio quelle che hanno privilegiato tale modello.

5) Destagionalizzare il turismo per evitare le concentrazioni estive ed invernali (BZ docet). Nelle mezze stagioni le localita' turistiche trentine sono vuote (modello italiano perdente). La clientela d'oltralpe, in tal senso, e' la migliore (tedeschi e svizzeri). Per ottenere cio' occorre abbattere le barriere linguistiche di prossimita' mediante l'introduzione della lingua tedesca come seconda lingua della Provincia.

Dal mio punto di vista "pan-alpino", ritengo che il Trentino debba ancor piu' distinguersi dalle altre regioni, evitando l'omologazione dei modelli e dei comportamenti altrove diffusi.
Spero di essere riuscito a focalizzare alcuni punti del programma, soprattutto in materia di "terre alte".
Buon lavoro ed un cordiale saluto.

Annibale Salsa



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