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Ringrazio il dottor Emilio Arisi, segretario provinciale di SEL, per l'attenzione che ha voluto riservare al progetto del Psi Trentino di costruire una lista che sappia dare una rappresentanza istituzionale alle tradizioni riformiste, laiche e liberaldemocratiche. Arisi però si chiede come sia possibile portare a termine questa missione all'interno di una coalizione, quella del centro sinistra autonomista, in cui convivono forze politiche molto diverse tra di loro. Vorrei puntualizzare alcuni elementi che ritengo indispensabili. Lo scopo dei socialisti non è quello di unire tutti partiti di sinistra in una sorta di Izquierda Unida spagnola oppure in un raggruppamento come il francese Front de Gauche, guidato da Jean Luc Mélenchon: questa prospettiva magari consente una migliore purezza ideologica ma confina all'opposizione queste forze politiche. La sfida dei riformisti è invece quella di portare al governo le proprie istanze di rinnovamento. Qui sta una parte della differenza tra la posizione del Psi e quella di Sel. Noi crediamo infatti che nella coalizione tuttora al governo del Trentino ci sia spazio per un'aria politica in grado di pensare al futuro della nostra provincia. Bisogna mettersi d'accordo sui contenuti programmatici su cui puntare. Sono decenni che la sinistra si divide su quello che significa in concreto la parola riformista. Con uno slogan si potrebbe dire che è riformista chi è in grado di offrire ai cittadini sempre più opportunità di crescita individuale e collettiva. In fondo fin dai suoi albori il movimento socialista ha cercato di liberare l'uomo dalle varie schiavitù a cui era soggetto. Questo grande progetto di liberazione si è tradotto prima nella lotta per i diritti dei lavoratori, poi per i diritti civili degli individui. Nel corso del tempo si è capito però che questi diritti andavano di pari passo con istituzioni efficienti e trasparenti, con uno Stato democratico credibile agli occhi dei cittadini ma pure sviluppato economicamente e socialmente. Potremmo continuare a lungo in questo discorso. Penso però che il suo nucleo di fondo sia applicabile anche al Trentino. Noi socialisti puntiamo sicuramente sull'allargamento dei diritti civili (dal divorzio breve alla tutela delle coppie di fatto) ma crediamo che alla nostra provincia servano ipotesi di riforma che vadano al cuore della struttura stessa del governo della nostra comunità. Maggiore trasparenza, meno burocrazia, ancoraggio agli standard europei, riconversione ecologica della produzione, incentivi alla ricerca. Ecco, sono convinto che questi obiettivi si possano raggiungere con più facilità partecipando ad una coalizione che abbia forte l’ambizione di vincere, piuttosto che puntare, giocoforza, al ruolo di minoranza. Su questi aspetti credo che potremmo trovare sintonie inaspettate, come sta già avvenendo con il candidato presidente Ugo Rossi, proveniente da un partito a prima vista lontano da una sensibilità laica, ma aperto e disponibile al confronto con le nostre posizioni. Il problema maggiore resta invece quello della frammentazione. È un peccato che il Psi e Sel, che pure condividono molte istanze, siano su sponde vicine ma tra loro avversarie politicamente. Ciò rischia di indebolire qualsiasi proposta riformista. Ed ha ragione il direttore Giovanetti quando sottolinea che l'esito della frammentazione diventa la palude, cioè l'incapacità di governare e quindi di cambiare concretamente le cose. La politica è proprio la via stretta che conduce dall'ideale alla realtà. In mezzo c'è la responsabilità di prendersi carico anche delle contraddizioni insite in una coalizione plurale. Noi accettiamo questa sfida. E speriamo vivamente di poter collaborare con Sel in consiglio provinciale, augurandoci a vicenda un buon successo elettorale. torna in alto |