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Trento/Bolzano, 10 giugno 2013 - Sommario: 1. Un Libro per cominciare: Maestri irregolari di Nicola Zoller 2. INIZIATIVE SOCIALISTE A BOLZANO – di Alessandro Bertinazzo 3. Ricordo di Luigino Mattei: LUIGINO E IL TRENTINO OPEROSO – di Alessandro Pietracci 4. SE LA DEMOCRAZIA è UN MERCATO INFO SOCIALISTA 10 giugno 2013 - a cura di n.zoller@trentinoweb.it tel. 3382422592 - Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it Quindicinale - Anno X @@@@@@@@@@@@@@@ 1. Un Libro per cominciare ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges) o Autore: Nicola Zoller o Titolo: Maestri irregolari - Temi. Trento 2013 LA SINISTRA CONSERVI IL SUO RUOLO -di Nicola Zoller, giornale TRENTINO, domenica 2 giugno 2013 “La cultura come fonte della politica, il rifiuto del semplicismo, l’attaccamento alla memoria e agli ideali” in Breviario di politica mite, Trento, 2003 La ricorrenza del 2 giugno, Festa della Repubblica, può sollecitarci a pensare alla storia e all’avvenire della Repubblica italiana fondata il 2 giugno 1946. Proverei a farlo con la modestia dei miei mezzi rispetto alla grandezza del compito, riferendomi ad una recente pubblicazione in cui parlo del ruolo della sinistra, che è stata e dovrebbe continuare ad essere parte fondamentale della storia repubblicana. E’ sotto il titolo di Maestri irregolari (Temi editrice, Trento, 2013) che ho raccolto undici recensioni a libri di storia e attualità politica pubblicate tra il 2009 e il gennaio 2013 su Mondoperaio, la rivista socialista fondata da Pietro Nenni. E’ anche attraverso tali commenti che si vuole dichiarare in maniera più convinta – rispetto ad un comizio o ad un proclama elettorale - l’adesione al progetto di un centrosinistra che possa riscattare le sorti del nostro Paese. In sintesi, il “sugo” del nostro discorso – tratto dalle letture su cui rifletto – richiama i compiti e il destino della sinistra riformista di fronte al futuro instabile: “favorire il ragionamento sulla propaganda, la libertà sull’autorità, l’autonomia sul dominio, l’uguaglianza sulla disuguaglianza, la dignità dell’uomo sulla sbrigativa logica capitalistica”. Più d’uno potrà dire che con i libri non si fa politica, che la politica è una cosa pratica, deve “portare a termine fatti”. Ma questo lo si sapeva fin dall’antichità: eppure si premetteva anche che il buon politico doveva “saper pensare e dire parole” conseguenti. Per questo i libri - pensati e scritti da persone che si applicano con competenza in campi diversi - sono importanti: essi ci aiutano ad arrivare ad una consapevolezza che noi singolarmente non avremmo mai raggiunto da soli. E riferendoci a grandi pensatori, potremmo anche usare la famosa immagine di noi come gnomi che cerchiamo di arrampicarci sulle spalle di giganti. Anche per questa nostra mediocrità, sappiamo che i libri non costituiscono la nostra saggezza: questa forse potrà iniziare dove finisce quella degli Autori. Quindi i pensieri vanno calati nel nostro presente, interpretati duttilmente come guida morale e pratica. Ne cito uno che più volte ho proposto rispondendo a chi - un tempo nelle nostre fila – ha mosso rilievi sulla collocazione dei socialisti nella sinistra, che invece è la nostra collocazione ovvia e naturale; su scala europea infatti siamo “la sinistra per antonomasia”, anche se è vero che nella situazione italiana abbiamo dovuto misurarci con compagni di strada spesso prepotenti e ingenerosi, disposti a farci pagare - per colpe, pur effettive, della nostra compagine - pene tuttavia sproporzionate e smisurate come l’oblio gettato su una storia centenaria di lotte per la giustizia e la libertà. Quello che dunque ho voluto spesso citare è un pensiero senza tempo del poeta latino Orazio: “La Grecia conquistata dai Romani, conquistò a sua volta il vincitore” portando nel suo seno lo spirito di una cultura impareggiabile. Questo motto dà lo sprone a tutte le minoranze attive per avere un compito, una prospettiva. Se è lecito far riferimento anche alla nostra situazione di socialisti italiani e trentini, ecco che possiamo ricavare un’idea su quello che dobbiamo fare, dopo un ventennio di emarginazione: portare nel centrosinistra lo spirito progressista social-democratico europeo con tutte le evoluzioni che il XXI secolo richiede. Superando sia sdegnosi distacchi, sia avvilenti sottomissioni, possiamo scegliere una strada più fattiva che non ci defraudi delle nostre possibilità migliori, che ritroviamo tutte nella nostra carta d’identità di aderenti al Partito del socialismo europeo (Pse), in cui si leggono i nostri impegni: uguaglianza di opportunità per tutti, diritto al lavoro, servizi pubblici e sociali efficienti, affermazione dei meriti sui privilegi, sostegno ai bisogni degli ultimi, Stato laico. La direzione della nostra strada è indicata in uno dei libri citati in “Maestri irregolari”: puntare su un grande partito progressista social-democratico, fare dell’Italia un paese normale che si confronta fra una destra e una sinistra di stampo europeo. E soprattutto un paese normale in cui si sappia praticare la politica come servizio, da svolgere con tutto l’onore e la sobrietà di cui c’è tanto bisogno dopo un ventennio di falsi pronunciamenti e mendaci moralismi che anziché migliorare la salute della Repubblica rispetto al passato, l’hanno decisamente peggiorata dando grande spazio all’antipolitica e al risentimento dei cittadini. Ne ha dato recente testimonianza (gennaio 2013) anche un commentatore controcorrente come Piero Sansonetti: “In Italia a metà degli anni Ottanta la ricchezza era divisa così: il 60 per cento finiva ai lavoratori dipendenti e a pensionati, e il restante 40 per cento a profitti e rendite. Nel corso di vent’anni i lavoratori dipendenti hanno perso un terzo della loro ricchezza trasferendola a imprenditori e redditieri: oggi il 40 per cento della ricchezza va ai lavoratori e il 60 per cento a imprenditori e a chi dispone di rendite”. Purtroppo nell’ultimo ventennio - sotto l’impeto di una falsa rivoluzione promossa da gruppi politici e finanziari che poi si sono rivelati di gran lunga più corrotti di quelli precedenti - con l’acqua sporca della prima repubblica è stato buttato via anche il bambino (cioè, i diritti sociali) che nella storia repubblicana era pur cresciuto bene, come afferma un valido testimone come Sansonetti, giornalista di prima fila per molti anni all’ Unità e poi direttore di Liberazione. Compito di chi crede nel progresso sociale è di riportare il nostro paese e il nostro popolo nelle condizioni di forza e - comunque – di dignità che un tempo non lontano deteneva. E’ questo l’impegno che prendiamo e proponiamo nella ricorrenza del 2 giugno, festa della Repubblica. @@@@@@@@@@@@@@@ 2. INIZIATIVE SOCIALISTE A BOLZANO Nel mese di maggio, il 18, il PSI altoatesino ha tenuto l'assemblea socialista presso la sede di via Roma a Bolzano. Sono intervenuti i rappresentanti di PD, SVP, SEL e UDC oltre ai Segretari di CGIL, CISl e UIL. Positive e costruttive sono state le varie relazioni e gli interventi di ospiti e compagni/e socialisti, in prospettiva della prossima scadenza elettorale di ottobre. Tant'è che hanno preso avvio gli incontri politici funzionali a trovare le soluzioni migliori per portare il centrosinistra alla conferma del governo provinciale. Non meno interessante anche la conferenza organizzata dal Centro Culturale G. Salvemini su “Autonomia - Un Bene Comune?” Interessanti gli interventi e le sollecitazioni dei relatori e del folto pubblico presente a trovare la coesione necessaria tra le forze politiche per formulare un documento condiviso tra tutti i gruppi etnici e politici, basilare per l'adeguamento dello Statuto di Autonomia. In questo senso il Segretario PSI dell'Alto Adige ha messo nero su bianco un documento/invito, trasmesso al Senatore Francesco Palermo ed ai partiti che hanno sostenuto il candidato PD-SVP , per sollecitare lo stesso Senatore ed i partiti a sedersi attorno ad un tavolo per avviare la discussione. La risposta di Palermo e dei partiti non si è fatta attendere ed un primo incontro è fissato per il prossimo 28 giugno. Una ulteriore iniziativa politica del PSI Alto Adige è fissata in calendario nella ricorrenza del 10 giugno. Per ricordare Giacomo Matteotti, ucciso dagli squadristi fascisti nel lontano 1924, una delegazione socialista deporrà una composizione floreale ai piedi del busto situato nell'omonima piazza bolzanina. L'evento è fissato per le ore 17,30 di lunedì 10 giugno 2013 (leggi in www.socialistitrentini.it il ricordo di Matteotti tenutosi a Comasine di Peio sabato 8 giugno dal Psi trentino). Alessandro Bertinazzo @@@@@@@@@@@@@@@ 3. Ricordo di Luigino Mattei LUIGINO E IL TRENTINO OPEROSO -di Alessandro Pietracci, giornale TRENTINO del 9 giugno 2013, p. 1 Alla notizia della morte di Luigino Mattei sono apparsi, sul suo giornale, ricordi grati ed incisivi, ai quali aggiungo la mia voce. Con lui se ne va un Trentino innovativo e operoso, capace di un’apertura al resto dell’Italia e del mondo avvenuta in tempi difficili, all’inizio degli anni sessanta, quando la città e la provincia intera non erano ancora entrate pienamente nella modernità. Come hanno sottolineato direttore Faustini ed altri editorialisti, Mattei è stato maestro di giornalismo e proprio attraverso gli articoli e l’impostazione stessa del quotidiano Alto Adige, di cui fu figura di riferimento per decenni, voleva raccontare la realtà, capire le tendenze culturali e sociali, fare a suo modo politica. Nel senso più alto del termine: politica come relazione alla città, come interpretazione della città e non intesa come gestione partigiana (e poi purtroppo partitocratica) del potere. Mattei era mazziniano e battistiano. Militò tra le fila del Partito repubblicano di Beppino Disertori e Mario Savorelli senza tuttavia – e non poteva essere altrimenti – rinchiudersi negli stretti recinti delle conventicole, magari conteggiando lo zero virgola delle percentuali elettorali. Niente di tutto questo, perché la sua personalità era libera e aperta. “Laica” nel significato pregnante che questa parola può avere. Mattei non era ideologico, ma era pieno di idee e di ideali. Il suo mondo era quello del giornalismo, dell’editoria, dei libri, dell’imprenditoria culturale; ma il suo lascito va molto oltre e oggi potrebbe parlare direttamente ai politici di sinistra e non solo, se solo fossero capaci di ascoltare le sue indicazioni. Ha ragione Marco Boato quando scrive che Mattei voleva descrivere un Trentino “meno monolitico e uniforme” di quello che poteva apparire a prima vista: ma era lui soprattutto ad essere poliedrico e pronto a cogliere ogni tipo di nuova sollecitazione. Si potrebbe dire che era un imprenditore “olivettiano”, non sicuramente a livello industriale (qui da noi non sarebbe stato neppure possibile), ma in quanto concepiva ogni tipo di attività inscindibilmente connessa con la comunità circostante. Mattei era eclettico e intuitivo tanto da progettare, per fare un solo esempio, la cosiddetta “enciclopedia dinamica”, un giornale a schede (anticipazione dei link ipertestuali a cui oggi siamo abituati) che anticipava di trent’anni la rivoluzione digitale oggi in atto. Viene da chiedersi che cosa in queste ore Mattei direbbe della politica trentina. Di sicuro non sarebbe un osservatore asettico. Magari rimpiangerebbe – senza mai voltarsi del tutto indietro – un tempo in cui quella cultura laica che aveva impresso la sua orma sul Trentino dei primi decenni del Novecento aveva ancora qualcosa da dire, a livello politico, sindacale, culturale. Le circostanze storiche, gli errori e le colpe di una classe dirigente, un Trentino profondamente cambiato, con volti nuovi e dinamiche nuove, ma anche più omologato, hanno marginalizzato la tradizione laica, socialista, riformista e appunto repubblicana. Non è una questione della fine del ciclo politico di alcuni partiti, ma è il disperdersi di un’energia necessaria per progettare il nostro futuro. Da parte mia, come dirigente del PSI, non mi stancherò mai di lavorare per una rinascita di questa area laica, da ricostruire nel filone di Gianantonio Manci, di Egidio Bacchi, di Walter Micheli e appunto di Luigino Mattei. Non si tratta di appropriarsi di figure che appartengono ormai a tutta la comunità, ma di rivendicare la ricchezza di un’impostazione politica che ha scritto pagine importanti per il Trentino. Il panorama della politica nazionale e locale è a tratti avvilente. Occorrerebbe delineare un nuovo orizzonte. Non è una coincidenza forse che la casa editrice di Mattei – oggi diretta dalla nipote Giulia Raffaelli - si chiama proprio “Panorama”. Certamente questo nome ha a che fare con la bellezza naturale della nostra terra, ma potrebbe suggerire il bisogno di guardare oltre, ad altre prospettive, ad altre mete. Sono quelle di una politica più sobria ed equilibrata, di provvedimenti legislativi meno burocratici e più incisivi (cominciando dagli aspetti ambientali e urbanistici). E soprattutto una politica più giovane ed entusiasta. Perché non importa l’età, ma la mentalità. Questo possiamo imparare dalla figura e dal lavoro di Luigino Mattei. @@@@@@@@@@@@@@@ 4. SE LA DEMOCRAZIA è UN MERCATO -Avanti della Domenica, 2 giugno 2013 Nel dibattito sull’articolo 49 della Costituzione dopo la presentazione del disegno di legge del PD per “regolamentare” le forze che si presentano alle elezioni, molti si sono elevati a difensori del diritto di tutti di agire politicamente nel modo più libero. Anche molti di noi sarebbero fra i primi ad essere d’accordo, ma fino ad ieri erano invece tantissimi a voler “regolamentare” statuti, bilanci, democrazia interna delle formazioni politiche. Infatti c’è un punto: l’art. 49 Cost. sostiene che i partiti devono agire “con metodo democratico”. E obbiettivamente non sempre è stato così. C’è ora il caso Grillo, che ha messo in piedi un movimento, il Movimento 5 Stelle, presentato alle elezioni sotto un simbolo che è un marchio commerciale, ed è inevitabile che a un marchio commerciale corrispondano metodi diversi dal “metodo democratico”. A seguito di legittime domande sul finanziamento del M5S poste dalla trasmissione Report della Gabanelli, non a caso lo staff di Grillo finisce per dichiarare che “i proventi del blog non vanno a finanziare il Movimento 5 Stelle”. Allora può essere ragionevole chiedersi: trapiantare una operazione commerciale su un terreno politico va bene in democrazia? Forse sì, la stessa discesa in campo di Berlusconi utilizzando la sua rete commerciale aziendale ha aperto questa strada. La democrazia è un mercato! O no? NO, NON LO E’… @@@@@@@@@@@@@@@ torna in alto |