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INFO SOCIALISTA 20 marzo 2013 - a cura di n.zoller@trentinoweb.it tel. 3382422592 - Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it Quindicinale - Anno X 1. Un Libro per cominciare: “E’ l’Europa che ce lo chiede!” (Falso!) di Luciano Canfora, commento di Nicola Zoller 2. Pietracci: “Il Psi è tornato in Parlamento per costruire un federalismo solidale”. Nencini: al Senato nasce il Gruppo parlamentare "Autonomie e Psi" – di Alessandro Bertinazzo 3. L'ascesa di Grillo tra anatemi e gaffe - dagli insulti a Levi Montalcini e Veronesi alla campagna contro il latte di mucca - di Pierluigi Battista, Corriere della Sera del 4 marzo 2013 @@@@@@@@@@@@@@@ 1. Un Libro per cominciare ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges) o Autore: Luciano Canfora o Titolo: “E’ l’Europa che ce lo chiede!” (Falso!) - Laterza, Roma - Bari, 2012 IL POTERE BANCARIO E L’EUROPA -commento di Nicola Zoller Rivista UCT – Trento, gennaio/febbraio 2013, p.27 Il recente libro di Luciano Canfora - “E’ l’Europa che ce lo chiede!” (Falso!) Laterza, Roma - Bari, 2012 - si propone di smascherare i luoghi comuni che ci hanno accompagnato negli ultimi anni: non a caso questa pubblicazione inaugura la collana che l’editore Laterza ha varato nel settembre 2012 sotto il nome di “Idòla”, dal termine usato dal filosofo inglese Bacone per definire “le nozioni errate che si radicano nelle menti fino a diventare luoghi comuni e a condizionare così il comportamento degli uomini rendendoli incapaci di cercare e raggiungere la verità”. Dunque il luogo comune è che sia l’Europa a imporci regole, revisioni, tagli, etc., dall’alto di una autorevolezza riconoscibile. Canfora - uno studioso del mondo classico che in questo libro manifesta la sua passione per la politica contemporanea in termini e modi che ai chierici dei poteri costituiti e agli intellettuali benpensanti risulteranno irrituali e indigesti (eppure confessiamo che pure a noi certi passaggi appariranno non condivisibili, anche se aderiamo ai sentimenti dell'Autore) - in primo luogo irride l’ideologia “europea”, quel termine che vorrebbe richiamare progetti altisonanti quando invece si è storicamente “immemori della vera realtà del fenomeno Europa: epicentro di imperi coloniali ferocissimi e di due guerre mondiali regalate all’umanità intera”. Ora “europeo” vorrebbe essere uno spazio per un nuovo umanesimo lastricato di buone intenzioni! Suvvia, non è l’Europa dei Popoli o dei Parlamenti che decide: il “popolo” è considerato un peso, così come le istituzioni, per non parlare dei partiti. La nuova “forza direttrice è nel potere bancario (Bce e Fmi in primo luogo), che preferisce collocare d’autorità, al vertice degli Stati nazionali subalterni, direttamente suoi funzionari, saltando il fastidioso problema della conquista del consenso e del cimento elettorale”. 1. Così è successo per l’euro: al popolo si fece credere che “sarebbe stato un semplice cambio di valuta fondato sulla rigida equivalenza di 1 euro pari a 2000 lire, laddove ben presto si capì che il cambio reale era di 1 a 1000, con tutte le conseguenze catastrofiche” a partire dal dimezzamento del salario e degli stipendi reali. Commenta Canfora: “neanche la più feroce politica confindustriale d’altri tempi avrebbe ottenuto, in guanti gialli, un tale risultato in tempi così rapidi”. 2. Si fanno credere esigenze “europee” (si veda la famosa lettera Bce al governo italiano del 5 agosto 2011) le restrizioni di salari e pensioni e l’aumento della tassazione indiretta, tutti provvedimenti che gravano sui gruppi sociali più deboli. Sono esigenze invece imposte dalla Bce, braccio operativo di un mondo capitalistico/finanziario la cui visione ideologica è considerata – da coloro che spiegano al popolo quali sia la “retta” via da seguire – l’approdo ottimale del progresso umano. Anche questo è un “idòlum” falso: il modo di produzione capitalistico basato sul profitto è destinato ad evolversi e a decadere, come tutte le cose. Ma cosa si potrebbe fare di alternativo? A) Si dovrebbe smontare il dogma che “il profitto è sacro”, non si tocca! “Se banchieri e magnati si rassegnassero a ridurre i loro profitti, il che vuol dire ridurre l’orario di lavoro a pari salario e aumentare i posti di lavoro, il problema giovani sarebbe perlomeno avviato a soluzione… E’ evidente che la riduzione dell’orario e il rispetto delle conquiste sociali in campo pensionistico (soprattutto per i lavori usuranti) creerebbero più posti di lavoro: ma intaccherebbero indubbiamente il profitto”. B) Canfora insiste ancora sul tema del lavoro. La soluzione a cui aderisce suonerà fastidiosa alla retorica corrente: in Europa si dovrebbe procedere alla svalutazione dell’euro per aumentare il lavoro e produrre beni a prezzi più bassi e competitivi sui mercati mondiali, statunitensi ed asiatici. Con quale obiettivo? Salvare l’Europa sociale, l’Europa dei Popoli, lo Stato sociale europeo come “patrimonio dell’umanità”, fuori dalla morsa della finanza euro-americana. SCHEDA: Luciano Canfora insegna Filologia classica all’Università di Bari. Dirige i “Quaderni di storia” e collabora con il “Corriere della Sera”. E’ autore di molte opere, più volte ristampate e molte delle quali tradotte nelle principali lingue, tra cui segnaliamo: -Storici della rivoluzione romana, Bari, Dedalo, 1974. -Storia della letteratura greca, Roma-Bari, Laterza, 1986. -Idee di Europa: Attualità e fragilità di un progetto antico, a cura di, Bari, Dedalo, 1997. - Noi e gli antichi. Perché lo studio dei greci e dei romani giova all'intelligenza dei moderni, Milano, Rizzoli, 2002. -Filologia e libertà. La più eversiva delle discipline, l'indipendenza di pensiero e il diritto alla verità, Milano, Mondadori, 2008. @@@@@@@@@@@@@@@ 2. Pietracci: “Il Psi è tornato in Parlamento per costruire un federalismo solidale” -di Alessandro Pietracci – segretario Psi del Trentino - giornale TRENTINO, lunedì 18 marzo 2013, p. 9 “I socialisti tornano in Parlamento con una piccola ma significativa pattuglia di quattro Deputati e di due Senatori. Tra questi ultimi ricordo il segretario del partito Riccardo Nencini. I due senatori sono stati eletti all'interno delle liste del Partito Democratico ma, in accordo con esso, faranno parte al Senato di un diverso gruppo parlamentare, quello, appena formatosi, delle autonomie-Psi. Del gruppo faranno parte anche cinque senatori eletti nella nostra regione, tra cui i tre altoatesini e due trentini (Franco Panizza e Vittorio Fravezzi). Salutiamo positivamente questa novità politica che viene incontro alle esigenze di una proposta di un federalismo possibile e solidale, dopo le disastrose avventure leghiste. Durante la campagna elettorale i socialisti trentini hanno rimarcato l'idea che il rinnovamento deve partire dai territori, dalla buona gestione della cosa pubblica . Così si costruisce un'Italia più capace di venire incontro alle vere esigenze dei cittadini e si aiuta l'Europa ad essere meno burocratica. In una legislatura, complessa come mai nel passato e dagli esiti imprevedibili, auspichiamo che questo gruppo cementi la possibilità di intese larghe che consentano la formazione di un governo capace di affrontare i gravissimi problemi del lavoro e fare finalmente le riforme assolutamente necessario al Paese”. Nencini: al Senato nasce il Gruppo parlamentare "Autonomie e Psi" -di Alessandro Bertinazzo, segretario PSI dell'Alto Adige "E’ nato il gruppo ‘Autonomie e Psi’ al Senato". Ad annunciarlo Riccardo Nencini, senatore del Psi e segretario del partito. “E’ una conquista della nostra autonomia’ sottolinea Nencini. “I socialisti avranno la propria indipendenza e la propria organizzazione autonoma” conclude. Per quanti ci riguarda, apprendiamo con piacere della collaborazione tra PSI ed SVP che ha permesso la nascita del gruppo parlamentare "Autonomie e PSI" al Senato. L'auspicio è riposto nella continuazione della legislatura, ma anche nella continuazione della collaborazione tra forze politiche da sempre unite nelle battaglie a favore della soluzione armonica della nostra autonomia, soprattutto in un momento complesso e difficile come quello che l'Italia sta attraversando. @@@@@@@@@@@@@@@ 3. L'ascesa di Grillo tra anatemi e gaffe Dagli insulti a Levi Montalcini e Veronesi alla campagna contro il latte di mucca. -di Pierluigi Battista – Corriere della Sera del 4 marzo 2013 A quelli che vogliono blandire, coinvolgere, includere, integrare Beppe Grillo, razionalizzarlo e condurlo a più miti consigli governativi, ai giornalisti già pronti alla laudatio, ai teorici del bisogna «capire, comprendere, ascoltare» le sacrosante ragioni del movimento di Grillo, a tutti e per tutti ecco un breve e succinto elenco di cose che sarebbe il caso di ricordare, così, tanto per rendersi conto di qual è il linguaggio di Grilloville e cosa bisogna capire, comprendere, ascoltare. Un florilegio che non può non cominciare con una nefandezza che oggi si dimentica con troppo facilità e cioè con la «vecchia puttana» con cui il sempre elegante Grillo insultò Rita Levi Montalcini, accusata di aver ottenuto il Nobel «grazie a una ditta farmaceutica amica che le aveva comprato il Nobel» (condannato per diffamazione). Si passa alla negazione dell'esistenza dell'Aids, considerata una creatura delle case farmaceutiche interessate a fare dell'allarmismo per incrementare i loro profitti. Si continua con il «Cancronesi» con cui Grillo, paladino della cosiddetta «cura di Bella», bollò con disprezzo Umberto Veronesi, accusato di boicottare non meglio precisate cure alternative nella guerra contro i tumori. Ci si inoltra poi nei meandri di uno spettacolo in cui Grillo esorta a trattare con «due schiaffetti» in caserma, lontano da occhi indiscreti «i marocchini che rompono i coglioni» (i suoi adepti dicono che era «ironia»: non era «ironia»): una «costola della sinistra» Beppe Grillo e il suo movimento da blandire e inseguire e corteggiare? E il Grillo che, per demonizzare una militante che aveva osato dissentire dal capo della setta, la insulta beffardamente con riferimenti obliqui al «punto G» di cui lei sarebbe smaniosamente alla ricerca?Poi ci sono le, per così dire, eccentricità che passano dalla dimensione simpaticamente pazzotica di un picchiatello di piazza a quella della proposta politica destinata a raccogliere, come si è visto, un vasto consenso popolare. Radio Radicale ha appena mandato in onda un'intervista dei primi anni Novanta in cui Grillo demonizzava le bottiglie di vetro per magnificare quelle in plastica: tutto il contrario di ciò che si dice oggi. In uno spettacolo propose di distruggere i computer. In Sicilia esorta il suo movimento a scatenare la guerra santa contro il latte di mucca per favorire con apposite politiche il latte d'asina. Naturalmente è contro il latte pastorizzato, e chissà quale nomignolo Grillo vorrebbe affibbiare a quel bugiardo di Pasteur. E le donne saranno contente di sapere (ha scritto Serena Sileoni dell'Istituto Bruno Leoni) che nell'ideologia grillina gli assorbenti femminili sono il demonio che inquina il mondo mentre si dovrebbe imporre l'uso della «mooncup» da lavare ogni volta e prestare alle amiche per risparmiare. Grillo ha anche detto che la stampa mondiale è controllata da una «lobby ebraica» e che tifa per Ahmadinejad. Bisogna capire, comprendere, ascoltare. @@@@@@@@@@@@@@@ Preghiamo gentilmente i nostri lettori di scrivere una e-mail a n.zoller@trentinoweb.it con il semplice oggetto "CANCELLAMI" se le nostre "info" risultano indesiderate. Grazie per la cortese paziente attenzione. torna in alto |