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INFO SOCIALISTA 17 dicembre 2012 -a cura di n.zoller@trentinoweb.it tel. 338-2422592 Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it Quindicinale - Anno IX 1. Lo spettacolo indecente del Pdl. In Italia e in Trentino l’alternativa dei Socialisti – di Claudio Tasin – giornale “l’Adige”, 11 dicembre 2012 2. L’Europa si divide tra liberisti e socialisti. Dopo le primarie, in Italia è possibile un legame più coerente con la prospettiva sociademocratica europea – di Nicola Zoller, “Avanti della Domenica”, 16 dicembre 2012 3.Alleanza europea a guida socialista – Il ruolo del Psi nel rapporto con Bersani - di Alessandro Pietracci, giornale “l’Adige”, 15 dicembre 2012 @@@@@@@@@@@@@@ 1. Lo spettacolo indecente del Pdl. In Italia e in Trentino l’alternativa dei Socialisti – di Claudio Tasin, segretario Psi di Pergine – giornale “l’Adige”, 11 dicembre 2012 Lo spettacolo che il Pdl sta dando in Parlamento è indecente. Stiamo assistendo in questi giorni a convulsioni dannose per la stabilità del paese che hanno il solo scopo di cercare di attenuare una fine ingloriosa. Berlusconi e i suoi seguaci ormai sono in rotta e stanno avvelenando i pozzi. In Trentino il centrodestra è inesistente e non offre una casa sicura per il voto dei moderati, perso dietro alle velleità distruttive del proprio padre padrone. Un'alternativa sicura per gli elettori che vogliono partecipare a costruire un progetto serio e credibile c'è: sono i Socialisti. In Italia come in Trentino, i Socialisti si sono dimostrati una forza tranquilla, capace di guardare al futuro anche sacrificando il proprio immediato interesse elettorale. Noi Socialisti facciamo parte della coalizione "Italia bene comune". Abbiamo partecipato alle primarie del centrosinistra per costruire un programma. Crediamo che in questo momento di forte tempesta sia necessario avere un timoniere che tenga ben salda la barra. I moderati possono fidarsi di noi. Un partito in grado di guardare avanti, con pazienza e con lungimiranza. In Trentino siamo distanti da chi preferisce gridare, da chi lancia slogan ma poi non regge alla prova del governo. Laddove siamo in maggioranza abbiamo sempre dimostrato che le nostre scelte sono sempre orientate al fare, al costruire. Per questo chiediamo che al più presto venga costruita una coalizione in grado di affrontare le elezioni provinciali e di dare alla nostra terra un governo sicuro per la prossima legislatura. Ci sono sfide importanti da affrontare, la crisi ha ridotto le risorse a nostra disposizione. I fondi sono limitati e la stessa Provincia sta cercando di ridurre le spese del 10 per cento. Il concetto di "mamma Provincia" non sarà più immaginabile. Nei prossimi anni saranno altre le parole d'ordine. Efficienza e rapidità, Innovazione e visione. Solidarietà e lavoro. I Socialisti del Trentino sono in grado di coniugare tutte queste istanze che il futuro ci pone. Il lavoro, in primo luogo, è l'esigenza più sentita, anche alle nostre latitudini. Fino a poco tempo fa, la disoccupazione in Trentino era quasi del tutto inesistente. Adesso non è più così. Anche se con percentuali inferiori a quelle delle altre regioni italiane, il Trentino conosce il dramma di chi non trova lavoro. Sono soprattutto due le fasce di popolazione a essere colpite da questo incubo: i giovani e gli ultracinquantenni. Per i primi sono necessarie politiche di introduzione nel mondo del lavoro, percorsi di apprendistato e collaborazione tra mondo della scuola e imprese. Per i secondi, invece, abbiamo visto che il progettone non basta più. Il numero di chi viene espulso dal mondo del lavoro dopo i 50 anni cresce a vista d'occhio. Sono tantissimi i trentini di oltre 50 anni che hanno perso il lavoro e che non riescono a ritrovarlo. Crisi nel mondo del lavoro, crisi nella famiglia. Con questi chiari di luna non si può più parlare di assistenzialismo, ma occorre un progetto concreto che sia in grado di reimpiegare queste professionalità. Pensiamo che tutta la serie di società controllate dalla Provincia, a partire da Trentino Sviluppo, debbano impegnarsi in questa direzione. I finanziamenti della società per la promozione imprenditoriale devono essere destinati ad azienda che diano garanzie serie in termine di investimenti, di progetti per il futuro e di impiego dei nostri disoccupati. Troppo spesso, in passato, abbiamo assistito a finanziamenti concessi senza criteri seri e credibili. Troppo spesso Trentino sviluppo si è trasformata in un'agenzia immobiliare che ha utilizzato lo strumento del lease back solo in certe direzioni. Adesso non ce lo possiamo più permettere. In Trentino occorre più visione d'insieme. Invece, a poco più di un anno dalle elezioni provinciali non si sa nemmeno chi sarà il candidato del centrosinistra. Noi Socialisti chiediamo che si faccia in fretta e chiediamo che la coalizione per le politiche ispiri quella per le provinciali. Occorre una visione unitaria, un sentire comune tra le forze che si candidano a guidare la nostra Provincia. Per questo assistiamo con preoccupazione all'impasse di questi giorni. Non si possono inseguire chimere né progetti irrealizzabili. Dobbiamo essere in grado di andare avanti un passo per volta. Dellai, anche se ora impegnato su altri palcoscenici, deve farsi garante di una nuova coalizione che sappia dare stabilità e futuro alla nostra terra. E il Pd deve finalmente prendersi le sue responsabilità di maggiore forza politica del Trentino e non perdersi in lotte intestine che fanno il male della provincia. Deve darsi finalmente una leadership, che adesso non ha, e scegliere le persone cui affidare il futuro. Noi socialisti, invece, faremo quello che abbiamo sempre fatto. Garantiamo che saremo il pesce pilota della coalizione, i guardiani che stimoleranno gli altri quando ci sarà da andare avanti, i compagni saggi che saranno sempre in grado di guardare al bene comune, anche a discapito del proprio tornaconto immediato. Anche in questa fase confusa, chiediamo che si faccia chiarezza. Il Pd dica chi vuole candidare alla guida della Provincia e dica se vuole le primarie. Finora da quella parte sono arrivati solo gli echi di tante battaglie. E' ora che arrivino i fatti. Di fronte alla crisi non è il momento di dividersi. Ce lo chiede la gente. 2. L’Europa si divide tra liberisti e socialisti. In Italia ora è possibile un legame più coerente con la prospettiva sociademocratica europea. Primarie, scampata la deriva conservatrice. -di Nicola Zoller, “Avanti della domenica”, 16 dicembre 2012 Nel ballottaggio tra Bersani e Renzi ha dunque vinto il buon senso riformista, l’esperienza affidabile e pacata piuttosto del nuovismo strillato e stellato. E’ stato giorno felice per il nostro Paese. Tra i commenti preveggenti, vorrei segnalare quello di Massimo Mucchetti sul “Corriere della Sera” di domenica 2 dicembre. Egli sottolinea che si dovrà vedere quale cultura politica avrà la prevalenza nel centrosinistra. “Questo è il punto vero. L’Europa – scrive - si divide tra liberisti e socialisti. Negli stessi Usa, i democratici vengono accusati di essere socialisti. E allora un centrosinistra normale potrà vincere e governare se convincerà il Paese che la socialdemocrazia a radice cristiana farà funzionare la società dell’informazione internettiana meglio dei liberisti. Se, invece, si farà dettare la linea da chi negli Usa sosteneva il repubblicano Romney e nel Regno Unito collaborava con l’ultraconservatore Johnson (sindaco di Londra), torneremo agli equivoci degli anni Novanta quando gli ex comunisti si fecero sdoganare dalla City senza fare tappa a Bad Godesberg (che è la cittadina dove nel 1958 la socialdemocrazia tedesca ripudiò il marxismo senza cessare di essere di sinistra)”. Il riferimento a Romney e Johnson – mi spiega gentilmente per email Mucchetti - è rivolto a persone – come i professori Giavazzi-Alesina e il finanziere Davide Serra – rappresentativi di “correnti intellettuali da cui sono venuti sostegni a Renzi”. Possiamo dire dunque che con la vittoria di Bersani si è profilato la possibilità di un legame più coerente alla prospettiva socialdemocratica europea e si è scongiurata una deriva conservatrice preoccupante, tutt’altro che riformista. Bene. Ma in tutto questo manca un anello importante. Nel Pd anche chi sostiene più convintamente il legame col socialismo europeo, ha evitato paradossalmente fino ad ieri di “fare i conti” col socialismo italiano (per non parlare dei ‘democrat’ alla Veltroni che hanno tagliato in maniera vergognosa i legami con la nostra storia): è ora che tutto questo finisca. Bersani ha cominciato a intraprendere questa strada, ha stabilito col Psi un patto per l’“Italia Bene Comune”, visitando poi col nostro segretario Nencini la casa natale di Pertini ha elogiato significativamente la storia socialista italiana. Si vada avanti in questa direzione, con nuovo rispetto e voglia di collaborazione. 3. Alleanza europea a guida socialista – Il ruolo del Psi nel rapporto con Bersani -di Alessandro Pietracci, giornale “l’Adige”, 15 dicembre 2012 La mattina si sveglia con una sparata contro il governo Monti, al pomeriggio afferma che vedrebbe bene Monti come candidato premier, alla sera solennemente annuncia di scendere di nuovo in campo. Stiamo parlando di Berlusconi. Forse però potremmo vedere in filigrana la situazione del quadro politico nazionale. La cifra di questi ultimi giorni è il caos assoluto. Di ora in ora tutto viene rimesso in discussione e tutto torna come prima quasi per incantesimo. Parole si sovrappongono a parole, mentre i cittadini e gli operatori economici vorrebbero fatti, certezze, discussioni sui problemi veri. Dal berlusconismo siamo passati al bradisismo, a movimenti tellurici permanenti che aprono improvvisamente faglie per richiuderle il giorno successivo, che innalzano colline, che generano un territorio instabile. Fiumi carsici alimentano sabbie mobili e paludi, inutilmente bonificate da chi vorrebbe rendere il nostro Paese più vicino agli standard europei. Già, l’Europa. Possiamo dire che la crisi italiana si è spostata nel cuore del continente. Mai come oggiAggiungi un appuntamento per oggi i leader europei entrano nel vivo delle diatribe nostrane – spesso percepite come incomprensibili o folkloristiche – testimoniando come siamo ancora un sorvegliato speciale. Qualcuno, anche a sinistra, ha gridato all’ingerenza straniera. Ci può stare pure questa lettura che rimanda a una chiara preoccupazione per il futuro del continente: se davvero l’Italia finisse come la Grecia le ricadute sull’intero edificio europeo sarebbero gravissime. Tuttavia gli eventi degli ultimi giorni segnano una positiva “europeizzazione” delle dinamiche interne di un singolo Paese. Questo è il futuro. A questo ci dobbiamo abituare. Molte volte abbiamo detto che la famosa “Europa politica” si sostanzia in una convergenza delle opinioni pubbliche, dei partiti, delle istituzioni, della società civile, un tempo gelosamente interne agli Stati. I confini fisici nell’Unione Europea non esistono quasi più, permangono quelli mentali, nazionalistici, a tratti ideologici. Ben venga invece una politica europea dove Bruxelles conta come Roma. I socialisti italiani, autonomisti per scelta ed europeisti per vocazione, hanno rimarcato con forza questa dimensione. Annunciando il loro appoggio a Bersani nelle recenti elezioni primarie proprio da Bruxelles. E oggi Aggiungi un appuntamento per oggi con il segretario nazionale Nencini saranno protagonisti di un vertice del Partito socialista europeo (e del gruppo dei democratici), organizzato a Roma proprio dalle tre forze che compongono la coalizione dei progressisti. Anche in questo caso la politica italiana si apre a quella europea. Ma a differenza del recente vertice del Partito popolare europeo, sconcertato per la contemporanea presenza di Monti e di Berlusconi, per i socialisti l’impegno al fianco di Bersani è una scelta politica netta e meditata e che innesta il nostro Paese nell’albero del riformismo, del laburismo e della socialdemocrazia. Tutto questo nella consapevolezza che soltanto un’alleanza europea a forte guida socialista può realizzare quella miscela di rigore ed equità, di crescita sostenibile e di taglio alle spese superflue, necessaria per affrontare la crisi globale. Non sappiamo come evolverà la situazione del centrodestra italiano. Sarebbe da temerari fare qualsiasi previsione. Ragionando in termini di parte, per il centrosinistra sarebbe comodo, molto comodo, avere come avversario un Berlusconi ormai screditato, addirittura patetico e comunque impresentabile. Ma sarebbe un grave passo indietro per l’Italia. Che deve diventare ancora un paese veramente europeo. La nascita di una destra razionale ed europeista (come si trova in quasi tutti gli Stati membri dell’Unione) è un evento che aspettiamo da anni se non da decenni. Una destra a cui ovviamente i socialisti dovrebbero contrapporsi ma anche trovare – in sede europea – quelle convergenze istituzionali ineludibili per presentarci uniti all’Onu o agli incontri con Cina o Stati Uniti. Staremo a vedere. Intanto l’alleanza progressista fronteggia nuove primarie, questa volta per scegliere i candidati al parlamento. Lo strumento delle primarie si è dimostrato una buona cosa per scegliere chi dovrà guidare la coalizione , ma non deve farci dimenticare che, alla fine sono i programmi e le idee concrete a contare veramente. Il PSI sostiene con forza alcuni punti che dovrebbero segnare la prospettiva dell’alleanza democratica e riformista: “Una nuova stagione legata ai diritti di cittadinanza, centralità delle tematiche 'lavoro e conoscenza', ridefinizione della cornice dello stato sociale, patrimoniale sulle grandi ricchezze”, come sottolineato dal recente Consiglio nazionale del Partito. In Trentino risentiamo di questa situazione confusionaria. Si aggiunge anche il tempo meteorologico a complicare il quadro, ma forse la neve consente di riflettere di più, per arrivare presto e bene ad assumere decisioni che potrebbero rivelarsi preziose anche per il futuro della nostra autonomia. @@@@@@@@@@@@@@@ torna in alto |