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PRIMARIE: HA VINTO IL BUON SENSO RIFORMISTA Scrivevo sabato 1 dicembre – alla vigilia del ballottaggio tra Bersani e Renzi - che le 130mila nuove richieste di poter votare alle primarie del centrosinistra rappresentavano – nonostante il notevole battage pubblicitario dei mezzi mediatici-finanziari al servizio di Renzi – circa il 4 % degli oltre tre milioni di elettori del primo turno. Per il sottoscritto potevano votare tutti, tenuto conto che al ballottaggio di norma (vedasi ad esempio le elezioni a doppio turno dei sindaci) partecipa sempre meno gente che nel primo turno; anche se era chiaro che in discreta parte dei casi si trattava di richieste dell’ultima ora dai dubbi contorni per influenzare la competizione del centrosinistra da parte di persone aderenti e militanti di altri schieramenti (esemplare il caso della consigliera del Patt Dominici). Comunque le nuove richieste – tanto enfatizzate da taluni – nel loro reale numero esiguo dovevano invece mettere sull’avviso che era alle porte un esito chiaro a favore di Bersani: nel ballottaggio vince il buon senso riformista, il legame alla prospettiva socialdemocratica europea, l’esperienza affidabile e pacata piuttosto del nuovismo strillato e stellato. E’ un giorno felice per il nostro Paese. Nicola Zoller, Psi del Trentino-Alto Adige torna in alto |