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Obama, Avanti America
9 novembre 2012

infoPSI, 9 novembre 2012

FORWARD, AMERICA

Obama, la Vittoria di un Uomo misurato che ora può mantenere le Promesse

Come avevano previsto tutti i veri amici dell'America e contrariamente a quello che avevano creduto di dover predire, fino all'ultimo minuto o quasi, i teorici desolati della «battaglia serrata», del «corpo a corpo decisivo», della lotta «sul filo del rasoio», Obama ha vinto e ha vinto ampiamente. È una vittoria per quest'uomo misurato, dal carisma intatto. È una vittoria per la sua strategia di interventismo federale che, per quattro anni, ha consentito agli Stati Uniti di resistere alla tormenta. È una vittoria per questo grande americano che, fin dal suo primo importante discorso del 2004, non si è stancato di dire e ripetere che egli non è l'uomo degli Stati rossi contro gli Stati blu, ma degli Stati Uniti d'America. È una sconfitta, evidentemente, per i neo-darwiniani che, come certi ideologi repubblicani, pensano che in tempi di crisi non resti, ai poveri, che soffrire o morire: questi sostenitori della guerra sociale, della guerra di tutti contro tutti elevata a comandamento, il popolo americano non li vuole! È una sconfitta, sia detto en passant, per i sondaggisti, i commentatori, i quali, forse perché se lo auguravano segretamente, ci annunciavano fino a poche ore fa, se non fino a pochi minuti fa, lo «scrutinio più serrato della storia degli Stati Uniti»: come bisogna essere cupi, senza fiducia in questo grande Paese, ignoranti del suo slancio profondo e dei suoi meccanismi istituzionali, per aver realmente creduto che si sarebbe affidato a un governatore che ha fatto fortuna puntando sui meccanismi dei paradisi fiscali; da tempo si recita che l'America non ha «problemi con il denaro», che è il Paese del felice capitalismo senza regole, senza complessi: non è vero! Non è più vero! Ed è un bene.È una vittoria per il popolo americano, che non si è lasciato catturare dall'oscuro fascino di coloro che Barack Obama, nel suo discorso di Chicago, ha appena chiamato «Pundit» e che stavolta, effettivamente, non gli hanno certo fatto regali. È una vittoria della ragione e della speranza. Dell'intelligenza e dell'ispirazione. È la vittoria di un sempre giovane Presidente cui restano quattro anni per mantenere la promessa che gli ho sentito fare, ormai otto anni fa, quando era totalmente sconosciuto, durante una Convention democratica dove nessuno lo aspettava e dove è spuntato dall'ombra. È una vittoria storica. È un grande giorno per l'America e per il mondo. Talvolta, le grandi nazioni hanno appuntamento con la grandeur: è quanto accade oggiAggiungi un appuntamento per oggi.(traduzione di Daniela Maggioni)

Bernard-Henri Lévy
- Corriere della Sera, 8 novembre 2012




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