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Trento, 12 giugno 2012 AI DOCENTI DELL'UNIVERSITA' DI TRENTO Illustre Docente, per iniziativa di Riccardo Nencini e Luigi Covatta, Le proponiamo di aderire a questo documento politico-ideale che fa appello a tutte le migliori energie intellettuali dell'Italia progressista riformista. La preghiamo di trasmetterci la sua gradita adesione rispondendo a questa email. Grazie per la Sua attenzione e considerazione. Nicola Zoller - tel. 3382422592 IL SOCIALISMO DEL FUTURO Alla fine del lungo ciclo dominato dal pensiero unico neoliberista l’Europa è in profonda crisi. Non è in discussione soltanto il destino dell’unione monetaria. Il tessuto produttivo degrada ogni giorno di più. Ci sono decine di milioni di disoccupati. E' in pericolo il modello sociale europeo. Le istituzioni dell’Unione sembrano sempre più inadeguate, e sicuramente inadeguata si è rivelata la leadership conservatrice che le ha governate nell’ultimo decennio. Le speranze dell’Europa, quindi, si fondano oggi su un cambio di leadership politica, come quello che si è verificato in Francia e quelli che potranno verificarsi in Germania e nel Regno Unito. In questo contesto riprende il suo ruolo il socialismo europeo, che alcuni troppo frettolosamente avevano archiviato con la fine del “secolo socialdemocratico”, e che invece è ancora vivo e vitale, come dimostra anche la capacità di rinnovamento di cui ha dato prova. Ed è a questa risorsa che non può non guardare chi è preoccupato per il declino economico e sociale e per le derive populiste di destra che si sviluppano in seguito al fallimento dell’egemonia conservatrice. Ancora una volta, però, l’Italia rischia di rappresentare un’anomalia rispetto alla dialettica politica che si sviluppa in Europa. Non a caso il fallimento del governo di centrodestra non ha dato luogo, nel nostro paese, ad un’alternativa politica. E del resto il governo Monti comincia a soffrire dei suoi limiti di legittimazione, che benchè garantita sul piano formale dall’investitura del Capo dello Stato e dalla fiducia del Parlamento non ha sufficienti basi di consenso, anche in considerazione della ormai scarsa rappresentatività delle forze politiche che del Parlamento stesso fanno parte. Del resto, se è inevitabilmente politico l’obiettivo che il governo Monti persegue (il risanamento dell’economia attraverso riforme strutturali), l’equivoco del governo “tecnico” non può che mostrare la corda. Ma l’equivoco resterà tale se il ritorno della politica si risolverà nella coazione a ripetere lo stucchevole ed ormai ventennale agonismo fra una destra e una sinistra immaginarie, incarnate in soggetti dall’identità confusa, nati soprattutto dalla manipolazione delle leggi elettorali: né si può pensare che da una loro ulteriore riforma ex opere operato nasca un nuovo sistema politico. E’ indispensabile, invece, che alle prossime elezioni politiche si confrontino opzioni ben radicate nella cultura politica europea. Lo esige innanzitutto la profondità della crisi, che postula risposte innovative sia sul piano sociale (crisi fiscale e riforma del Welfare), sia sul piano economico (limiti al capitalismo finanziario), sia infine sul piano politico (ruolo degli Stati-nazione e democratizzazione dell’Unione europea); e lo esige anche il conseguente disorientamento di un’opinione pubblica in seno alla quale le dinamiche politiche tradizionali rischiano di essere travolte da dialettiche più primitive, come quelle fra localismi e interessi nazionali, fra corporativismi e interessi generali, alla fine quelle fra istinti tribali e princìpi universali. In questa prospettiva è decisivo che le forze della sinistra democratica e riformista, ancora oggi disperse in Italia, si uniscano e si riconoscano finalmente nel Partito del socialismo europeo senza ulteriori ambiguità. Il modo migliore per celebrare i 120 anni di storia del movimento socialista italiano che, in un'altra epoca di svolta per il paese, fu lo strumento per assicurare la partecipazione delle masse popolari alla vita nazionale. Ed è comunque la condizione perchè l’Italia possa partecipare autorevolmente al necessario processo di rifondazione dell’Unione europea, e perchè trovi uno sbocco la volontà di partecipazione di tanti cittadini che oggi rischia di incanalarsi in progetti effimeri e avventurosi. On. Riccardo Nencini Segretario del Psi Sen. Luigi Covatta Direttore di Mondoperaio torna in alto |