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Avantionline
30 gennaio 2012

INFO SOCIALISTA 30 gennaio 2012
a cura di n.zoller@trentinoweb.it - tel. 338-2422592
Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it
Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it - Quindicinale - Anno IX
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1. Un Giornale per ri-cominciare www.avantionline.it
2. Il Compagno Sfondrini è andato avanti… - di A. Bertinazzo
3. Dalla padania alla panzania – di A. Pietracci
4. “Comunità” necessarie nelle nostre “Terre Alte”- di N. Zoller




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Un Giornale per ri-cominciare www.avantionline.it

Care compagne, cari compagni,
come annunciato nel corso dell'Assemblea congressuale di Fiuggi, dallo scorso 5 gennaio è in rete lo storico quotidiano del Psi Avanti! a cui si accede digitando http://www.avantionline.it
Considero superfluo sottolineare l'importanza che assume questa operazione editoriale anzitutto per la valenza politica che riveste, per ridare la giusta collocazione ad un giornale ingiustamente coinvolto nelle torbide vicende legate all'intollerabile sfregio subito in questi anni dalla testata e soprattutto per la necessità di una forte implementazione della presenza del Psi nel panorama mediatico, in particolare nel web, a fronte di una crescita esponenziale di utenti, molti dei quali, in particolare i più giovani, utilizzano questo strumento per assumere le informazioni quotidiane in misura crescente rispetto alla stampa cartacea e allo stesso mezzo televisivo.
Dunque è necessario che al sito www.avantionline.it sia data la più ampia diffusione utilizzando tutti i mezzi che la rete mette a disposizione.
Intanto è indispensabile, e vi prego di attivarvi in questo senso, che tutti i siti gestiti dal Psi (comitati regionali, federazioni, sezioni) nonchè i blog e i siti riconducibili all'area socialista che insistono nei territori di vostra competenza, inseriscano nelle rispettive home page il link al sito dell'Avanti!
Vi è poi l'aspetto non meno importante legato ai social network: tra essi Facebook e Twitter e, sia pure in misura ancora minore Google plus, in ragione della crescente diffusione che continuano ad avere presso l'utenza, possono essere utilizzati come un efficace strumento di diffusione.
E' fondamentale che venga avviata nei territori un'azione di sensibilizzazione presso quegli iscritti e simpatizzanti che utilizzano i social network, affinché dedichino una parte della loro attività alla condivisione. Un'operazione semplice eppure importantissima: infatti quante più saranno le condivisioni dell' Avanti! on line, maggiori saranno le possibilità di moltiplicazione dei contatti giornalieri al sito del giornale.
Conto sulla vostra fattiva e sollecita collaborazione. Desidero altresì informarvi che sono in programmazione una serie di eventi legati al 120° anniversario della fondazione del Psi. A questo proposito vi invito a informarci, inviandoci delle immagini a corredo, dell' eventuale esistenza nelle federazioni e nelle sezioni di oggetti (es. bandiere, labari, immagini storiche) che rappresentino la storia della presenza e dell'attività dei socialisti nel corso di oltre un secolo nei vostri territori.
Vi ringrazio e vi auguro buon 2012.
Fraternamente

EP pecheux@partitosocialista.it

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Il Compagno Sfondrini è andato avanti…

Dopo aver dedicato una vita alla politica socialista e all’Alto Adige-Südtirol, il compagno Beppino Sfondrini è andato avanti, addormentandosi serenamente la notte scorsa, lasciando un vuoto fra i compagni e fra tutti coloro che lo hanno conosciuto ed apprezzato.

La vita politica di Beppino Sfondrini è stata sempre contraddistinta dall’ appartenere alla famiglia socialista, collocata a sinistra, come amava sottolineare. Non ha mai accettato che solo in Italia non esistesse un partito socialista di stampo europeo, come esiste in tutti i più importanti paesi europei. Se ne è andato con questo cruccio. Ha avuto però un'ultima soddisfazione, quando all'inizio di gennaio di quest'anno gli ho comunicato che il quotidiano Avanti era tornato in edicola ed in versione on-line.
Ha deciso di andare avanti anche lui, lasciando un vuoto ed un ricordo indelebile. Definito da molti un buon socialista, di grande passione politica e disponibilità a qualsiasi confronto, sarà ricordato per le tante buone cose fatte a favore della terra che lo ha visto rappresentare con grande dignità il Partito Socialista.
Ha saputo farsi amare ed apprezzare da tutti i rappresentanti politici per le doti umane che ha dimostrato di avere, sia in Consiglio Comunale a Bolzano, sia in Giunta Provinciale da Assessore all’Industria ed alla Formazione professionale, che ha voluto creare dal nulla.
Non potranno mai essere dimenticati i suoi aneddoti sempre attinenti ai temi affrontati nelle tante occasioni di incontro e confronto in cui la sua presenza era sempre gradita.
Ci mancherà a noi socialisti e mancherà anche alla politica sana che lui predilesse, quella politica che metteva il lavoro in primo piano.
Significativa la difesa del dipinto che teneva in casa, rappresentato da Giuseppe Pellizza da Volpedo, “il Quarto Stato”, dove vedeva i braccianti agricoli della sua terra d’origine, la Lomellina nell’Oltrepo pavese dove era nato il 28 marzo 1923.

Ciao compagno Beppino
Alessandro Bertinazzo - segretario PSI dell'Alto Adige

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Dalla padania alla panzania
-di Alessandro Pietracci

La manifestazione della Lega Nord di domenica 22 in piazza Duomo a Milano segna il flop definitivo di un movimento politico che ancora deve fare i conti con un leader volgare, costretto a esprimersi a gestacci, a insultare la nostra patria, a muoversi sul palco scimmiottando i bei tempi andati. Il fenomeno Lega ora si concretizza nelle speculazioni finanziarie con i buoni del tesoro della Tanzania e nella fantasmagorica esaltazione della Padania. Siamo giunti alla Panzania, secondo il neologismo inventato dal comico Maurizio Crozza.
Ci sarebbe da scherzare se questo partito non fosse stato anni e anni al governo del Paese, se non governasse ancora importantissime Regioni , Province e Comuni del Nord, sempre fedelmente e supinamente alleata con Berlusconi. Al timone di banche, aziende pubbliche e grandi Istituzioni, con un vero e proprio esercito di lottizzati. La Lega ha avuto, e ha, un potere immenso, con cui ha potuto e può fare il bello e il cattivo tempo. Ma, al netto delle urla e degli slogan e delle pagliacciate, per il Nord che dice di rappresentare e difendere, non ha fatto praticamente niente, anzi, ne ha peggiorato la vita e le prospettive!
La Lega ha fallito completamente e ha tradito gli interessi del Nord e della sua gente, compresi i suoi stessi elettori: ha perseguito solo i propri interessi di potere e, in virtù di questi, ha accettato di tutto, dai voti parlamentari in difesa della casta e degli inquisiti (come l’ultima grottesca e scandalosa vicenda sulla richiesta di arresto dell’esponente PdL campano Cosentino, in odor di camorra, dimostra), all’indulgenza verso evasori e cricche varie.
Altro che Roma ladrona: la Lega, ben salda sulla sua poltrona, la difende e la perdona! È inutile che oggi, davanti ad una terribile crisi a cui bisogna rispondere con il massimo di responsabilità e determinazione, la Lega giochi a fare opposizione, per far dimenticare le sue responsabilità e i suoi fallimenti.
Per fortuna in Trentino la Lega non ha mai sfondato. Sia per la nostra tradizione autonomista sia perché i vari governi di centro sinistra che si sono alternati in questi anni hanno saputo, al di là di ogni manchevolezza, presentarsi come compagini aperte e riformatrici. Di questo dobbiamo essere orgogliosi. Siamo ancora di più orgogliosi tuttavia che la comunità trentina abbia dimostrato di avere gli anticorpi per respingere qualsiasi tendenza razzista, qualsiasi velleitarismo politico. Il Trentino deve confermare nei prossimi anni questo patrimonio di convivenza, innovandolo con un nuovo progetto di futuro. Si va verso una "comunità autonoma" trentina che respinga qualsiasi localismo o nostalgia ma che sia capace di interpretare il concetto di comunità secondo il contesto globale e locale contemporaneo. Il vero federalismo, il vero senso di comunità va in direzione opposta rispetto alla visione leghista.I socialisti trentini vogliono però raccogliere la sfida, a cominciare dal dibattito sulle Comunità di valle per offrire al Trentino proposte di visioni nuove e di riforme, ora più che mai necessarie.

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4. “Comunità” necessarie nelle nostre “Terre Alte”
-di Nicola Zoller
-articolo pubblicato integralmente - con diverso titolo - dal giornale TRENTINO di domenica 22 gennaio 2012 a p. 48
Per sottrarre il Trentino agli “attacchi d’invidia” del resto d’Italia, Paolo Mantovan nel suo recente intervento su queste pagine esorta la politica provinciale a riflettere profondamente, richiamando un problema istituzionale impellente: “Se crediamo di riorganizzare meglio il nostro autogoverno occorre dare più forza davvero alle Comunità di valle”. Un analogo pensiero viene espresso -a proposito del referendum abrogativo promosso dalla Lega- anche dal segretario della Uil Ermanno Monari, in passato mai tenero con l’ente intermedio: “Ora le Comunità ci sono,… vanno fatte funzionare. Non si cambiano scelte di rilievo ogni due anni. E soprattutto non si può impunemente ritornare ad un assetto antistorico come quello dei 217 Comuni trentini per mezzo milione di abitanti”.
Dare forza alle Comunità, farle funzionare davvero: questo dunque può essere un modo giusto per rispondere alle richieste di efficienza e di sobrietà che vengono dall’ opinione pubblica. La dimensione “intermedia” tra centro provinciale dai grandi poteri e gli oltre 200 Comuni sparsi nel variegato territorio tra tante valli e montagne non è un’invenzione dell’ultima stagione: i primi “Distretti” risalgono addirittura al 1200 -costituiti da Mainardo II conte del Tirolo- e da lì si sono insediati nel territorio trentino prendendo il nome delle nostre Valli fino a giungere ai “Cantoni” istituiti dal governo Italico dell’epoca napoleonica e ai “Capitanati distrettuali/Bezirke” dell’amministrazione austriaca nel 1800. Un territorio, il nostro, che non è una spianata padana raggruppante i suoi 530.000 abitanti in un quartiere metropolitano (nel qual caso basterebbe un unico “podestà” a governarlo): no, qui la natura alpina e prealpina sparge le popolazioni e i suoi centri medio-piccoli e piccolissimi tra l’asta dell’Adige e le Valli montane. Inevitabilmente c’era e c’è un’esigenza di razionalizzazione dell’amministrazione, per fornire servizi e programmazioni che solo un ambito sovrastante i singoli campanili può offrire: da qui nasceva allora e rinasce oggi l’esigenza di organizzare una dimensione prima “distrettuale”, poi “comprensoriale” e infine “comunitaria” per fornire programmazione urbanistica ed economica, servizi socio-assistenziali, di edilizia abitativa, di diritto allo studio e numerosi altri servizi di area vasta. Ad esempio nella mia Vallagarina in questi giorni è stato avviato l’iter per affidare alla Comunità il coordinamento dei corpi di “polizia locale” dei 17 Comuni lagarini. Obiettivo: “unificare i servizi per sfruttare economie di scala e garantire standard di prestazioni più specializzati ed elevati”. Sempre in Vallagarina molti Comuni -in anticipo rispetto ai tempi previsti- hanno ora assegnato alla Comunità il compito di riorganizzare il servizio di raccolta dei tributi comunali: la concentrazione in un unico ufficio aumenterà l’efficienza del servizio, anche ai fini di una maggiore equità fiscale e per fornire più certezza ai finanziamenti per le attività comunali: “L’aspetto politico di questa convenzione tra Comunità e Comuni lagarini dimostra che la Comunità di valle funziona” ha dichiarato il sindaco di Calliano.
Esigenze dunque di efficienza si uniscono al tentativo di rendere più partecipata e democratica la vita delle Comunità, tentativo che è stato faticosamente sperimentato con l’elezione diretta dei Presidenti e delle Assemblee delle Comunità lo scorso ottobre 2010. Un’elezione purtroppo caduta subito a ridosso delle elezioni comunali del maggio 2010 -anziché in contemporanea con quest’ultime, come previsto inizialmente dalla legge- e tra una disinformazione sbrigativa che presentava le Comunità come un organismo aggiuntivo ai precedenti Comprensori, anziché come più qualificato organo atto a sostituire e superare i Comprensori. Comunque nonostante la limitata partecipazione elettorale (complice anche la disaffezione per la politica che porta a colpire situazioni che -a torto o a ragione- vengono erette a simbolo da colpire: ad esempio alle ultime elezioni europee solo il 43% degli elettori ha votato, tuttavia dell’Unione europea -magari più forte ed autorevole- c’è tanto bisogno e solo dei risentiti nazionalisti vorrebbero buttarla a mare), dunque nonostante questo, un “piccolo” passo democratico è stato fatto con le prime elezioni delle nuove 16 Comunità e anche la razionalizzazione degli organismi ha portato a sostituire i precedenti 830 consiglieri comprensoriali con i 533 attuali delle Comunità; anche le indennità per gli amministratori delle Comunità sono state fissate in misura ridotta a meno della metà rispetto agli amministratori di Comuni con pari o spesso minore entità demografica: ad esempio il presidente della Comunità della Vallagarina percepisce 3.500 euro lordi mensili, contro i circa 8.000 lordi del sindaco di Rovereto. Uno “snellimento” di un certo spessore, dunque. E’ anche auspicabile che si proceda ad altri “snellimenti” istituzionali. Molti propongono di unificare i Comuni trentini, che sotto i 1.000 abitanti sono ben 107 sui 217 totali: c’è chi pensa ad una riduzione dei Comuni alla metà degli attuali, insomma ad un centinaio, chi ad una riduzione ancor più drastica. Bene, tuttavia i tempi saranno necessariamente lunghi, viste le complesse procedure previste e tenuto conto dei sentimenti affettivi nutriti dalla gente per il proprio comune originario (d’altronde solo Napoleone e l’autoritarismo fascista poterono forzare le volontà locali, imponendo dall’alto unificazioni obbligate).
E nel frattempo, che fare? Porto spesso l’esempio dell’Alto Adige: qui i Comuni – nonostante la popolazione provinciale sia quasi uguale a quella trentina - sono 116, circa la metà dei nostri in Trentino, e i Comuni sotto i 1.000 abitanti sono solo 17, contro i nostri 107. Ebbene in Alto Adige, nonostante queste dimensioni molto più contenute, è stata avvertita la necessità di mantenere gli organismi intermedi tra Comuni e Provincia, le “Comunità Comprensoriali/Bezirksgemainschaften” per promuovere e coordinare iniziative di sviluppo economico, sociale, culturale, ambientale dei vari territori. Pur con metà dei nostri Comuni, in Alto Adige sono dunque operative ben 8 Comunità Comprensoriali: anche in Trentino potremmo arrivare in prospettiva a Comuni più accorpati ed anche a Comunità con dimensioni più compatte, l’opposto della loro abolizione. Come i Comuni sono enti originari, preesistenti allo Stato e alla Costituzione repubblicana, anche le Comunità fanno riferimento ad esperienze risalenti nei secoli a dimostrazione che quest’ ambito intermedio resta naturale nelle nostre “Terre Alte”, rientrando -direbbero i giuristi- nella “Costituzione materiale” di Länder alpini come i nostri.
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Preghiamo gentilmente i nostri lettori di scrivere una e-mail a n.zoller@trentinoweb.it con il semplice oggetto "CANCELLAMI" se le nostre "info" risultano indesiderate. Grazie


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