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INFO SOCIALISTA 30 dicembre 2011 a cura di n.zoller@trentinoweb.it - tel. 338-2422592 Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it - Quindicinale - Anno VIII -------------------------------- o Un LIBRO per cominciare: “QUALE SOCIALISMO?” di NORBERTO BOBBIO o NENCINI: SI’ DEL PSI, MA MONTI INTERVENGA SU WELFARE E LAVORO o "Se i Tecnici piacciono meno del Cavaliere" - di Antonio Polito, Corriere della Sera, 21 Dicembre 2011 @@@@@@@@@@@@@@@ Un LIBRO per cominciare ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges) - Autore: NORBERTO BOBBIO - TitolO: "QUALE SOCIALISMO?" - Ed.Corriere della Sera", dicembre 2012 Ho sul comodino, fresco di stampa, il libro del “Corriere della Sera” del 15.12.2011 dedicato al saggio “Quale socialismo?” di Norberto Bobbio, l’intellettuale liberalsocialista che “propiziò sul piano culturale la svolta riformista del Psi di Bettino Craxi”; nella prefazione il prof. Michele Salvati, riassumendo i termini del confronto che animò la sinistra italiana ed europea negli anni ’70 rispetto al ruolo allora ancora esercitato dall’Unione Sovietica e dal comunismo –un dibattito fecondo ospitato e promosso dalla rivista socialista “Mondoperaio”- così conclude con gli occhi di oggi: “I comunisti si sono dileguati, ma il socialismo è rimasto, come aspirazione e come movimento politico”. N.Zoller @@@@@@@@@@@@@@@ NENCINI: SI’ DEL PSI, MA MONTI INTERVENGA SU WELFARE E LAVORO giovedì 22 dicembre 2011 Il Senato ha approvato senza modifiche il testo già licenziato dalla Camera che è stato convertito in legge. Il Psi ha votato sì alla fiducia posta dal governo sul decreto legge sulla manovra economica (6 Dic 2011, n° 201 recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità, il consolidamento dei conti pubblici) e ha dato fiducia al Governo Monti “per senso di responsabilità nei confronti del Paese e per far uscire l’Italia dal disastro economico in cui si trova” avverte Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, ma per il leader socialista “sono necessarie ancora delle riforme per ridare equità al Paese. Daremo una valutazione complessiva dell’azione di governo, infatti, soltanto quando l’esecutivo di Monti presenterà delle misure efficaci sul welfare e sul lavoro”. “Ciò che è stato fatto –continua Nencini –comincia a dare qualche segnale di equità, ma non è sufficiente, il lavoro da fare è ancora tanto”. Il Psi, ha presentato ieri alle commissioni Affari e Bilancio del Senato tre emendamenti, il cui contenuto resterà oggetto delle iniziative politiche dei socialisti. Gli emendamenti, presentati dal Sen. Carlo Vizzini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, riguardano alcuni temi discussi nel corso dell’ultima riunione della segreteria nazionale del Psi: Il primo escludeva dal ripristino dell’ICI sulla prima casa le abitazioni principali che costituiscano l’unica e sola proprietà immobiliare perché questa “rappresenta il solo salvadanaio sicuro per molti italiani”- commenta il segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini. A questo si aggiunge la contestuale abrogazione dell’esenzione dell’imposta a favore degli edifici di proprietà di enti religiosi adibiti anche ad attività commerciale (quindi “non esclusivamente” commerciali) , “perché – aggiunge il Segretario - in un momento simile tutti sono chiamati a fare dei sacrifici”. ‘L’esercizio a qualsiasi titolo di un’attività commerciale – si legge nell’emendamento- anche nel caso in cui abbia carattere accessorio rispetto alle formalità istituzionali dei soggetti e non sia rivolta a fini di lucro, comporta la decadenza immediata dal beneficio delle esenzioni dell’imposta’. Il secondo emendamento introduceva nell’ordinamento il cosiddetto “prestito forzoso”a carico dei detentori dei grandi patrimoni: ‘in considerazione della eccezionalità della situazione economica e tenuto conto della esigenza di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, ai soggetti che detengono attività finanziarie di importo superiore a 1milione di euro, è fatto obbligo di sottoscrivere, nella misura dello 0,5% del patrimonio, titoli del debito pubblico poliennali. Sui titoli è corrisposto un tasso di interesse corrispondente all’indice dei prezzi al consumo applicabile su base annua- si legge nell’emendamento’. Il terzo emendamento intervieniva sui cosiddetti “costi della politica” eliminando la disposizione che consente ai privati, che contribuiscono a favore dei partiti per importi fino a 50.000 euro, di rimanere occulti. Inoltre, nel medesimo emendamento, si prevede per i contributi ai partiti politici la medesima detraibilità spettante alle Onlus. @@@@@@@@@@@@@@@ "Se i Tecnici piacciono meno del Cavaliere" -di ANTONIO POLITO - Corriere della Sera, 21 Dicembre 2011 Se Susanna Camusso usa contro Elsa Fornero gli stessi toni che Sergio Cofferati usò contro la riforma dell'articolo 18 quasi dieci anni fa, se Cgil e Lega sparano insieme contro il governo colpevole della riforma delle pensioni esattamente come fecero diciassette anni fa buttando giù il primo Berlusconi, la spiegazione può essere una sola: tutto questo tempo è passato invano. Ed è proprio così. L'uscita di scena di Berlusconi ha come squarciato il velo di paillette e di strass sul quale si è recitata la politica bling bling degli anni del Cavaliere, rivelando lo stesso grigio fondale di sempre, di prima della Seconda repubblica, fatto di asprezze sociali e di incomunicabilità ideologiche, quando non di rediviva lotta di classe. È come se la politica fosse tornata alle origini, alla sua essenza primitiva di scontro tra interessi, una volta abbandonati i frizzi e i lazzi delle polemiche sulle mille e una notte, sui processi ad personam e le leggi ad personam , sull'Unto del Signore e sul suo corpo mistico. Abbiamo vissuto due decenni su un set televisivo, eccoci tornati sul selciato delle nostre piazze. In questo non c'è niente di confortante. Anzi. Forse la maggior colpa politica di Berlusconi, e se è per questo di tutta la Seconda repubblica, è stata proprio quella di aver troppo ciarlato di cambiamenti cambiando troppo poco, lasciando anzi intatte e spesso persino esasperando le ragioni di fondo dell'anomalia italiana, senza far avanzare di un passo quelle delle riforme. Un esito simile, anche se non tragico, a quello che successe quando Tito morì, e si scoprì che sotto decenni di finzione nazionale era rimasto lo stesso odio etnico di sempre, e la guerra civile si riaccese in un istante. Anche l'unità del fronte di opposizione a Berlusconi è andata subito in pezzi. La sinistra sociale ha scoperto all'improvviso che non era tutta colpa del tiranno, e che mandato via lui non sorge il sol dell'avvenire. Ma che anzi chi l'ha sostituito riprende — guarda un po' — molte delle politiche che lui non era stato in grado di realizzare, perché non ne aveva avuto la voglia o la forza, la capacità di fare alleanze e la pazienza di convincere gli italiani. Così la Camusso che appena ieri firmava documenti insieme con la Marcegaglia per buttare giù Berlusconi, adesso si divide dalla Marcegaglia sul mercato del lavoro, e anzi litiga con la Fornero, che pure era stata definita un ministro sponsorizzato dalla Cgil, alla quale non sono evidentemente bastate le lacrime versate sui pensionati per intenerire il cuore del loro sindacato. D'altra parte la sinistra pura e dura, fuori e dentro il Pd, si trova oggiAggiungi un appuntamento per oggi molto più vicina alla Lega di Bossi quando questa denuncia il «complotto» banco-pluto-cratico europeo che starebbe affamando gli italiani, e molto più distante da quei Draghi e da quei Monti la cui competenza e il cui europeismo il Pd aveva più volte evocato per salvare l'Italia dal disastro. La solidità e viscosità dei problemi italiani si è ripresentata insomma uguale a se stessa, dopo aver attraversato come un metallo pesante la leggerezza della lotta politica di questi anni, e trovando i protagonisti più impreparati di prima, perché allenatisi in questi anni a tutt'altri duelli, protesi a stabilire di chi fosse veramente nipote Ruby e di chi fossero veramente i soldi di Mills. Il Pd, per esempio, invece di cavarsela per anni accusando il rifiuto del dialogo del cattivissimo Sacconi, avrebbe fatto meglio a promuovere il dialogo tra Fassina e Ichino; così adesso almeno avrebbe una posizione sul problema dell'articolo 18, che pare rifiutarsi ostinatamente di sparire di scena insieme a Sacconi. E se il Pdl non avesse digerito tutto, ma proprio tutto, dagli alleati leghisti al solo scopo di ricevere tutto, ma proprio tutto, quando si trattava di salvare Berlusconi da qualche processo o da qualche asta televisiva, oggiAggiungi un appuntamento per oggi non sarebbe costretto ad arrossire e balbettare quando Monti e Fornero riformano le pensioni che avrebbe dovuto riformare il suo governo. Se almeno questa fase così anomala, con un governo tecnico che si piglia tutte le colpe, servisse a fare un po' di questi compiti arretrati, e ci ripresentasse alla linea di ripartenza della lotta politica, quando essa sarà, dei partiti nuovi, che hanno capito chi sono e che Italia vogliono, non avremmo perso dell'altro tempo invano. Ma in giro si sente un'aria diversa, ben rappresentata da una voce dal sen fuggita a Berlusconi medesimo: cari italiani, adesso votiamo queste cose perché non c'è alternativa, ma quando torneremo al governo, col vostro voto, potremo certamente cambiarle. Cioè tornare a prima, come se quello che ci sta succedendo fosse una catastrofe naturale, e dunque ci fosse un prima. Quando invece la catastrofe è proprio il prima. @@@@@@@@@@@@@@@ Preghiamo gentilmente i nostri lettori di scrivere una e-mail a n.zoller@trentinoweb.it con il semplice oggetto "CANCELLAMI" se le nostre "info" risultano indesiderate. Grazie per la cortese paziente attenzione torna in alto |