|
INFO SOCIALISTA 18 settembre2011 -a cura di n.zoller@trentinoweb.ittel. 338-2422592Trento/Bolzano:www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it - Anno VIII Quindicinale ***NB se non vuoi più ricevere questa e-mail rispondi semplicemente scrivendo: "CANCELLAMI">>> CONTINUA LA LETTURA DI TUTTI I TESTI in www.socialistitrentini.it oppure qui di seguito: AVANTI DELLA DOMENICA - n.31 dell'18 settembre 2011 Un asse riformista per il centrosinistra Si è conclusa domenica 11 settembre 2011 a Bologna la Festa Nazionale 2011 del Psi, quest'anno caratterizzata dallo slogan "Avanti, una nuova Italia!". Nove giorni di dibattiti, incontri, occasioni di confronto, ai quali hanno partecipato personalità politiche di maggioranza e opposizione. Alcuni tra gli ospiti del segretario socialista Riccardo Nencini, Pier Ferdinando Casini, Enrico Letta, Luciano Volante, Italo Bocchino, Andrea Orlando, Stefano Caldoro, Carlo Vizzini, Stefano Passigli, Nicola La Torre, Benedetto Della Vedova, Virginio Merola, Flavio Zanonato, ed esponenti storici del mondo socialista come Ugo Intini, Claudio Martelli, Giorgio Benvenuto. Giuseppe Tamburrano - Disinformazione dolosa Carlo Correr - Il silenzio sulla storia vera dell'Avanti! Stampa e Tv - Quello che non vi hanno detto di noi Silvano Miniati - Privilegi previdenziali? Si possono abolire Vignetta - Paolo Della Bella - La manovra Ugo Intini - Una tela bipartisan per l'Italia Gerardo Labellarte - Tutto quello che i referendari non vogliono spiegarci Vignetta - Paolo Della Bella - Ventimila euro al mese Sergio Enriotti - Frequenze Tv, occasione persa Nicola Zoller - Crescita e rigore, ricetta socialista Breve - Palermo, quando nacque il primo centrosinistra Enrica Rota - Troppo pochi a difendere il Risorgimento Mauro Del Bue - Qualche vecchia idea ancora attuale, anzi attualissima Luca Cefisi - La destra italiana, senza dignità né onore Breve - Venezia, sì dei socialisti al PAT Francesco Castria - L'estate della demagogia Sulmona, campagna "4 firme" Lettere di Palillo, Siciliano N.31 in formato Pdf www.avantidelladomenica.it Riflessioni dopo il discorso del Presidente della Repubblica Napolitano al meeting di Rimini CRESCITA E RIGORE, RICETTA SOCIALISTA -di Nicola Zoller Anno dopo anno, giorno dopo giorno appare sempre più chiaro che la “rivoluzione” morale promessa 20 anni orsono si è rivelata una falsità; si è trattato piuttosto di una operazione politico-giudiziaria volta a battere gli avversari per via poliziesca, altro che Moralità. I promotori e i beneficiati di siffatta “rivoluzione” - a destra e a manca - sono caduti molto più in basso di chi condannavano: da allora non sono stati rimossi i problemi denunciati, ma sono stati aggravati da una classe politico-istituzionale di parvenu che la sociologia politica classifica come “pigmei” in paragone ai predecessori. Tanto che risulta primeggiare gigantescamente un Grande vecchio della “prima Repubblica” come il presidente Napolitano, che anche nel recente discorso al Meeting di Rimini ha ricordato a tutti come stanno le cose. Lo racconta la cronaca trascritta dal giornalista Paolo Franchi riferendosi agli strali del presidente rivolti a un “bipolarismo selvatico”, rissoso e inconcludente, il cui prezzo sta diventando insostenibile: Napolitano fa su questo quasi ventennio un ragionamento stringente; nel dopoguerra c’era stato “un prodigioso balzo in avanti” dell’economia e della società nazionale durato quasi trent’anni; da vent’anni in qua la crescita dell’economia è invece rallentata, la tendenza al miglioramento sociale è invertita, il debito pubblico non è stato abbattuto, la disuguaglianza nella distribuzione del reddito è aumentata “dopo una marcia secolare in senso opposto”, così come il tasso di povertà; possibile che non ci sia qualche nesso tra tutto ciò e la politica degli ultimi decenni? Possibile – aggiunge Franchi – che su tutto ci si sia combattuti senza esclusioni di colpi fuorché su questi problemi cruciali per la gente? Se la politica attuale stenta a porsi domande simili, nell’interesse del paese occorre proporre una “grande” politica che coniughi le esigenze del “rigore” a quelle della “crescita”, con una “tensione intellettuale e morale” paragonabile a quella della Costituente repubblicana postbellica da cui originò uno sforzo collettivo che portò – come ha testimoniato uno dei più autorevoli economisti internazionali, il prof. Carlo M. Cipolla – alla “crescita del reddito nazionale di circa 5 volte dal 1950 al 1990, collocando l’Italia fra i paesi a più elevato tenore di vita nel mondo”. Stendo queste righe pensando a questa storia repubblicana e anche alla storia del mio partito, il Psi, finito sotto le macerie di Tangentopoli per non essere riuscito a guidare vent’anni orsono una nuova fase della vita italiana, a concretizzare quella riforma della politica in grado di coniugare “crescita e rigore” come sopra richiesto: una riforma che ancor oggi aspetta chi la possa realizzare. Eppure molti di noi avrebbero meglio “elaborato il lutto” per la dispersione del grande patrimonio politico centenario del socialismo italiano se la “seconda Repubblica” avesse provato a incamminarsi verso quel rinnovamento. Invece c’è stato regresso, e pesante. Oggi il Psi è fuori dal Parlamento, i socialisti come noi che ancora militano nel partito sono degli extra-parlamentari di sinistra. Eppure la tradizione e la prospettiva socialista non sono tramontate, come rischiano invece di tramontare le formazioni dominanti dell’ultimo Ventennio, partiti/coalizioni dai tratti aziendali, familisti e/o assemblaggi di istanze disomogenee: così a destra abbiamo visto mettersi assieme i negatori dell’Italia unita e gli eredi del nazionalismo con richiami addirittura fascistici e da tifo “calcistico”; su altra sponda si è fatta una miscela di opposti provando a congiungere estremismo giustizialista con istanze garantiste, massimalismo con gradualismo, cattocomunismo con riformismo liberale. A sinistra, che è la parte che più ci interessa, ci sarebbe invece una via maestra: in Europa il Pse – che riunisce le famiglie socialiste, socialdemocratiche e laburiste - rappresenta ancora un movimento in grado di organizzare la speranza per un nuovo sforzo di crescita civile ed economica, insomma per una rinascita della politica collettiva: anche nel nostro paese - come si augura il presidente Napolitano – non potrà mancare in tale direzione la buona volontà e l’impegno di energie nuove e antiche. Avanti della Domenica , 18 settembre 2011, p.3 torna in alto |