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INFO SOCIALISTA 29 luglio 2011 a cura di n.zoller@trentinoweb.it - tel. 338-2422592 Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it - Quindicinale - Anno VIII -------------------------------- o Lo cantiamo da 100 anni: L'INNO AL TRENTINO scritto da ERNESTA BITTANTI BATTISTI (dal giornale socialista IL POPOLO del 28 giugno 1911) o Chi fa confusione sull'INNO AL TRENTINO - di Nicola Zoller (giornale TRENTINO, 23 luglio 2011, p.43) o CRISI E PRIVILEGI: PERCHE’ ADERISCO AL VOSTRO APPELLO - di Alessandro Pietracci -segretario provinciale PSI o CRISI, LA VIA D'USCITA SOCIALISTA - di Riccardo Nencini - segretario nazionale PSI @@@@@@@@@@@@@@@ Lo cantiamo da 100 anni - Autore: ERNESTA BITTANTI BATTISTI - Titolo: "L'INNO AL TRENTINO" - dal giornale socialista IL POPOLO, Trento 28 giugno 1911, p.2 Si slancian nel cielo le guglie dentate, discendono dolci le verdi vallate. Profumano paschi, biancheggian olivi, esultan le messi, le viti sui clivi. Puro bianco di cime nevose, soave olezzo di vividi fior, rosseggianti su coste selvose, dolce festa di vaghi color. Un popol tenace produce la terra, che indomiti sensi nel cuore riserba. Italico cuore, Italica mente, Italica lingua qui parla la gente. Puro bianco di cime nevose, soave olezzo di vividi fior, rosseggianti su coste selvose, dolce festa di vaghi color. Custode fedele di sante memorie, che porti nel core sconfitte e vittorie. Impavido veglia al valico alpino, o gemma dell'Alpe, o amato Trentino. Puro bianco di cime nevose, soave olezzo di vividi fior, rosseggianti su coste selvose, dolce festa di vaghi color. @@@@@@@@@@@@@@@ Chi fa confusione sull'INNO AL TRENTINO - di Nicola Zoller (giornale TRENTINO, 23 luglio 2011, p.43) Intervenendo al recente ricordo di Cesare Battisti sul monte Corno, ho appreso da un partecipante che su più siti internet viene riportata l’informazione distorta secondo cui la moglie di Battisti, Ernesta Bittanti, avrebbe scritto l’ “Inno al Trentino” – che canta le bellezze e le virtù della nostra terra – “copiandolo” da un precedente inno tirolese di tutt’altra impostazione. E' incredibile che si dubiti dell'autenticità dell' “Inno al Trentino” di Ernesta Bittanti Battisti, pubblicato sul quotidiano socialista battistiano di Trento "Il Popolo" del 28 giugno 1911. Lì è riportato tutto il testo: chi afferma che esso sarebbe il frutto di rimaneggiamenti -effettuati in epoca fascista - di un precedente fantomatico “Inno al Tirolo” è dunque un falsario fuori dal tempo. Quanto al "lavoro" - fatto riemergere in questi anni - di un profugo della prima guerra mondiale, don Livio Rosa, che rielaborando - questa volta sì - le strofe della Bittanti stende il testo di uno sconosciuto inno tirolese, esso è datato 25.7.1915, giusto 4 anni dopo la pubblicazione sul giornale "Il Popolo" dell'originale “Inno al Trentino” della Bittanti. Anche ai più ostinati propalatori delle operazioni di don Rosa - tra cui primeggiano purtroppo alcuni nostalgici esponenti del Partito Autonomista Trentino Tirolese - non parrà infine possibile che la Bittanti abbia potuto, in pieno dominio austro-tirolese sul Trentino, pubblicare a Trento nel 1911 un testo rimaneggiato tratto da un ipotetico preesistente inno tirolese: la logica elementare dice che sarebbe stata sommersa da censure e reprimende d'ogni tipo. Invece il citato rimaneggiamento effettuato da don Rosa ha potuto trovare nel 2006 comodo asilo in un libretto dall'articolato titolo riportato con questi caratteri: "Dall’Antologia di don LIVIO ROSA. Tra gli scritti rimasti l'INNO AL TIROLO": pubblicato con l'assurdo "patrocinio della Regione Trentino-Alto Adige" è stato pedissequamente distribuito a tutte le biblioteche del Trentino. Agli artefici di questa operazione – oltre alle considerazioni logiche elementari appena citate - sono sfuggite le date: 28 giugno 1911 l'originale “Inno al Trentino” della Bittanti; 25.7.1915 il testo rimasticato da don Rosa. Che l’istituzione regionale abbia potuto finanziare un tale equivoco, è il segnale di un più tristo intento propagandistico teso a riscrivere la storia con la maldicenza e la diseducazione. @@@@@@@@@@@@@@@ CRISI E PRIVILEGI: PERCHE’ ADERISCO AL VOSTRO APPELLO (giornale TRENTINO, 25 luglio 2011) Egregio Direttore salto tutte le premesse e vengo al dunque: proprio per alcune ragioni esposte dal professor Bert, per non firmare l’appello del ”Trentino”, mi spingono a dare la mia adesione. Nei giorni scorsi, ho evitato di farlo in quanto, Segretario Provinciale di un Partito politico, non volevo dare la sensazione di strumentalizzare un sentimento da sempre diffusissimo tra i cittadini e che oggi trova , in presenza dei pesanti sacrifici richiesti per tentare di uscire dalla gravissima crisi economica del Paese, una ragione in più che supera di gran lunga tutte le altre: e la ragione è che tutti siamo chiamati a fare rinunce, soprattutto chi, a torto o a ragione, ha di più degli altri. Non è questo il momento, né la sede per discutere se chi è chiamato ad assolvere responsabilità Istituzionali, eletto o nominato, debba essere adeguatamente remunerato per il lavoro che svolge. In queste ore bisogna dare prova di senso delle Istituzioni, cominciando da subito con il ridurre, soprattutto quelle indennità che agli occhi di tutti appaiono esorbitanti, per il resto, riforme costituzionali comprese, si vedrà quando ci saranno più idonee condizioni per costruire soluzioni adeguate. Alessandro Pietracci @@@@@@@@@@@@@@@ Crisi, la via d’uscita socialista 15 luglio 2011 Inverno 2009/10: l’Italia - sostiene il ministro Tremonti - ha i conti in regola. Non c’è bisogno di alcuna manovra. Campagna elettorale regionali 2010: i conti sono a posto. Un mese dopo, in maggio: per evitare rischi è necessario tagliare la spesa. Manovra di circa 25 miliardi. Tremonti aggiunge che sarà l’ultima di questa entità. Luglio 2011: ulteriore manovra, questa volta di oltre 70 miliardi. Tremonti aveva ragione. L’entità dell’intervento sta tra il doppio ed il triplo della precedente! Non vi è nessuna ragione per non tifare Italia in questo frangente difficile. Responsabilità, senso dello Stato, etica pubblica. Vi sono poche ragioni per condividere i pilastri del decreto Tremonti, punitivo per la sanità, per i servizi erogati da enti locali e Regioni, per un futuro prossimo venturo su cui sono stati caricati costi che invece dovevano incidere qui ed ora. I socialisti sono scesi in piazza ieri per dire agli italiani che una manovra finanziaria più equa ed efficace è possibile. Come? Riequilibrando la diminuzione della spesa e l’incremento delle entrate (attualmente la manovra agisce prevalentemente sulle entrate, nei primi due anni la spesa addirittura si incrementa). Riequilibrando la ripartizione della manovra nei quattro anni. Attualmente incide quasi esclusivamente sul secondo biennio. Nell’attesa di un riordino istituzionale che tagli alcuni Enti, sopprimendo immediatamente le piccole province e i piccoli comuni, e favorendo l’unione tra province e tra comuni per risparmiare denaro e incentivare l’efficienza. Potenziando la lotta all’evasione fiscale con il coinvolgimento dei Comuni e delle Regioni. Tagliando i costi della politica subito, dalle indennità dei consiglieri regionali (da unificare al livello delle regioni più sobrie) alla revisione del finanziamento pubblico ai partiti (solo a chi è in regola con l’art. 49 della Costituzione). Rivedendo il patto di stabilità per Comuni e Regioni che hanno bilanci in regola. Riequilibrando la pressione fiscale e imponendo contributi di solidarietà agli alti redditi e alle rendite. Collegando il ticket sanitario al reddito familiare. Riccardo Nencini -segretario nazionale PSI torna in alto |