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INFO SOCIALISTA 10 aprile 2011 a cura di n.zoller@trentinoweb.it - tel. 338-2422592 Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it - Quindicinale - Anno VIII -------------------------------- o Un LIBRO per cominciare: "ERNESTA BITTANTI E LE LEGGI RAZZIALI DEL 1938" di Beatrice Primerano. Presentazione a Brentonico, mercoledì 13 aprile 2011, ore 17.30 o TRENTINO, LABORATORIO RIFORMISTA PER LAICI E CATTOLICI - di N.Zoller, Avanti della Domenica o IL PSI COL TRICOLORE NEL SIMBOLO o "La volta stellata sopra di me,la legge morale in me": Memento per VINCENZO BONMASSAR - dal giornale l'Adige @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Un LIBRO per cominciare ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges) - Autore: Beatrice Primerano - Titolo: ERNESTA BITTANTI E LE LEGGI RAZZIALI DEL 1938 - ed.Fondazione Museo Storico del Trentino, 2010 Presentazione del volume: Mercoledì 13.04.2011 – h. 17.30 Centro culturale del Comune di Brentonico Per informazioni Biblioteca comunale di Brentonico 0464 395059 – brentonico@biblio.infotn.it – http://www.comune.brentonico.it Con l’Autrice Beatrice Primerano -Diego Quaglioni Università degli studi di Trento -Vincenzo Calì Fondazione Museo storico del Trentino -Enrica Volpi assessore alla cultura del Comune di Brentonico Ernesta Bittanti fu una donna straordinaria. Contrariamente alla sua corporatura modesta,fragile, con una voce fievole e profonda, malferma in salute e facile al turbamento, manifestò nei momenti più difficili un coraggio supremo, combattendo e testimoniando per la libertà, in obbedienza ad un unico motivo ispiratore: la «religione della liberà», che la fece diventare un simbolo dell’Italia civile. Il suo Diario è una delle rare «cronache» della quotidiana infamia dell’applicazione delle leggi razziali del 1938, raccontata dalla voce di chi, contro la sua volontà e coscienza, assisteva alla tragedia con la consapevolezza di veder crollare un intero ordine etico-giuridico, quello dei valori post-risorgimentali del progresso morale e sociale nella libertà e nell’eguaglianza, sotto le garanzie dello Stato di diritto. --- Condivise agli albori del '900 l'impegno socialista e irredentista-risorgimentale del consorte Cesare Battisti e in faccia al fascismo trionfante ne difese la memoria e lo spirito democratico. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ TRENTINO, LABORATORIO RIFORMISTA PER LAICI E CATTOLICI -di Nicola Zoller Avanti della Domenica, 10 aprile 2011, p.1/3 Se in questo lembo di Nord il centrosinistra autonomista è al governo, lo si deve all’ anomalia del modello politico trentino, un’anomalia a cui bisogna sempre più dare forza: così il governatore del Trentino Lorenzo Dellai ha recentemente sintetizzato gli obiettivi di una rinnovata azione politica che faccia del Trentino un punto di elaborazione e di riferimento per la politica nazionale. E ha indicato come importante missione quella di riagganciare rapporti e dialoghi con tante persone che “non si sentono rappresentate dall’attuale assetto dei partiti”. Molti di noi socialisti si ritrovano facilmente in questo sentimento e condizione, tanto da autoconsiderarci degli “extra-parlamentari di sinistra” non già per essere degli estremisti – tutt’altro – ma con la mente al fatto che al Psi nel 2008 è stato impedito puerilmente di partecipare alla coalizione elettorale nazionale di centro-sinistra, guidata allora dal PD: quest’ultimo, escludendo anche altre forze, ha agevolato in modo autolesionistico la sconfitta della coalizione progressista. Ma è al complesso dell’attuale sistema politico nazionale che ci sentiamo estranei, un sistema nel quale – come ha efficacemente commentato il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli – “gli ingredienti più rari sono il buon senso e la misura”. Purtroppo da destra e da sinistra da tempo si sono ignorate in continuazione queste esigenze. Il problema fondamentale è che l’attuale apparato politico dominante non accetta che il confronto democratico si svolga nel rispetto dell’avversario politico: questi finisce invece per essere un nemico da abbattere o addirittura “da far sparire”, non un competitore da affrontare con “riflessiva misura” a tutela delle stesse istituzioni repubblicane, potendo così prestare la maggiore e giusta attenzione alle cose utili da proporre e da fare per la comunità nazionale e locale. In questo clima rissoso, troppo collegato agli scontri di vertice e alla personalizzazione delle contese piuttosto che alle forme collettive di partecipazione, molti socialisti localmente hanno preferito impegnarsi in movimenti civici democratici più attenti e legati ai problemi dei territori e della cittadinanza. Certamente in questi movimenti convivono tendenze culturali e ideali plurime e diversificate, ma spesso accomunate da una visione riformista e gradualista nella prassi amministrativa e da un atteggiamento mite nel confronto politico. Portare ad un livello istituzionale più elevato questo tipo di esperienze locali può risultare utile in Provincia e Regione. Ma può essere utile a livello ancor più ampio, come segnalato dal segretario nazionale del Psi Riccardo Nencini che con Mario Raffaelli e Bobo Craxi è stato protagonista di un convegno svoltosi a fine marzo 2011 in Trentino dal titolo emblematico: “Trentino laboratorio di una nuova stagione riformista”. E non a caso dal rappresentante di un partito dalle radici antiche ma fuori dai giochi sregolati ed enormi della politica attuale, è venuto l’appoggio al laboratorio trentino per lanciare – rispetto ai partiti nati nella seconda Repubblica - una “nuova storia riformista”. Cominciamo in tanti a credere fattibile un processo che accomuni i riformismi democratici: cattolici e socialisti, civici e autonomisti, laici e ambientalisti. Sì, dal Trentino si può proporre un esperimento “eretico” rispetto agli insopportabili riti della perenne diatriba nazionale, un esperimento che funzionando positivamente potrà servire appunto da “laboratorio” per contribuire al più generale riscatto della politica nel nostro Paese. Nicola Zoller @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ IL PSI COL TRICOLORE NEL SIMBOLO Una bandiera tricolore accompagnerà il simbolo del Partito socialista italiano. La modifica è stata votata dal Consiglio nazionale del partito guidato da Riccardo Nencini, in una affollata assemblea che si è tenuta domenica 3 aprile 2011, e non a caso, nella sala del Tricolore di Reggio Emilia. “La nostra – ha detto Nencini presentando il nuovo simbolo – è una battaglia di autonomia e dignità, per il buon governo delle amministrazioni locali, per il rafforzamento all’interno del centrosinistra di un’area laica e riformista. L'aggiunta del tricolore è la scelta voluta dal Psi per sottolineare l'adesione, anche formale, dei socialisti alla celebrazione del centocinquantesimo dell'Unità d’Italia e a tutto quello che questa celebrazione rappresenta”. La presentazione del nuovo simbolo è servita anche a lanciare ufficialmente la campagna per le elezioni amministrative di maggio che vedranno liste e candidati socialisti nella stragrande maggioranza dei comuni e delle province chiamati al voto, da Trieste, luogo simbolo per eccellenza dell’Unità, a Cosenza, storica roccaforte socialista, con la candidatura a sindaco di Franz Caruso. Una competizione che in alcune regioni, come la Campania dove si vota oltre che a Napoli anche a Benevento, Caserta e Salerno, dà ai socialisti una buona occasione per confermare un valido e antico insediamento elettorale. “Presentiamo ovunque liste col simbolo del Psi oppure dell’area riformista, ambientalista e laica, sempre collegate al centrosinistra, per consolidare una presenza socialista che è storicamente radicata nelle amministrazioni locali dove rimane viva e vitale nonostante l’assenza di rappresentanti eletti nel Parlamento nazionale. La nostra vocazione è sempre stata quella di favorire e accompagnare la crescita delle comunità locali. Per noi le elezioni di maggio sono una solida base per rafforzare il Psi e l’opposizione a questo centrodestra dominato dai rigurgiti separatisti della Lega. Ma sono anche un altro passo per tornare a rappresentare gli elettori socialisti anche alla Camera e al Senato e per dare all’Italia un futuro di giustizia sociale e di progresso”. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ "La volta stellata sopra di me,la legge morale in me": con queste parole immortali di Immanuel Kant proposte dalla sua splendida Famiglia, abbiamo accompagnato "il passaggio all'Oriente Eterno" del Cittadino Bonmassar (n.z.) ULTIMO SALUTO AL "FRATELLO" VINCENZO BONMASSAR dal giornale l'ADIGE di venerdì 8 aprile 2011 È stata una cerimonia intensa e commossa in buona parte massonica a partire dalla musica: il funerale massonico di Mozart, oltre ai brademburgesi di Bach. Cerimonia insolita in una terra cattolica come la nostra. Vincenzo Bonmassar è stato salutato laicamente, ieri pomeriggio, dagli amici, più di duecento, alcuni dei quali, susseguendosi al microfono, ne hanno ricordato la figura. La figura di uomo di cultura; di insegnante, di sindacalista, di laico. «Anche se mio padre, seppur laicissimo, - ha affermato alla fine della commemorazione il figlio Michele - era un uomo profondamente religioso». Vincenzo Bonmassar era un massone da anni e anche in questo apparteneva a quel Trentino e a quella Italia laica che realizzò l'Unità nel nome della libertà e del progresso.. La religione, appunto, dell'impegno politico e civile che è rimasta minoritaria. Una delle corone riportava: «I fratelli della loggia Filos». I fratelli massoni che avevano trovato il Bonmassar un punto di riferimento. La religiosità di cui ha parlato il figlio ieri era questa: civile prima di tutto, ma anche più ampia, esistenziale e filosofica. Anche se, ha ricordato un amico, Vincenzo si mostrava spesso insofferente ai ragionamenti troppo astratti e metafisici. Era un uomo pratico anche grazie alla sua grande cultura. Ed era una persona rigorosa fino alla durezza come ha ricordato il presidente dell'Associazione mazziniana del Triveneto. «Vincenzo - ha detto facendo anche riferimento al fatto che aveva appena 60 anni - se n'è andato prima che in queste valli sbocciassero i fiori». La cosa bella è che questo sindacalista della Uil - Scuola, famoso per le sue battaglie in difesa della laicità dell'educazione, è stato ricordato anche dai cattolici e dai credenti. Don Celestino ne ha parlato come di un grande amico; omaggio per l'impegno nella difesa della libertà religiosa nella aule scolastiche gli è stato tributato da Salvatore Peri della Comunità Valdese. Tanti i sindacalisti presenti, a partire dal segretario della Uil, Ermanno Monari; i repubblicani storici, da Giuseppe Agrimi a Claudio Betta, solo per citarne alcuni; socialisti dal presidente del Consiglio comunale Renato Pegoretti a Nicola Zoller. Il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, ex sindacalista della Cgil. L' omaggio di un Trentino laico che ha dalla sua una storia robusta che aveva trovato in Vincenzo Bonmassar un esponente vivace e vero. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Preghiamo gentilmente i nostri lettori di scrivere una e-mail a n.zoller@trentinoweb.it con il semplice oggetto "CANCELLAMI" se le nostre "info" risultano indesiderate. Grazie per la cortese paziente attenzione torna in alto |