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Età Riformista
30.9.2010

INFO SOCIALISTA 30 settembre 2010
a cura di n.zoller@trentinoweb.it tel. 338-2422592

Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it
Sito nazionale PSI: www.partitosocialista.it
Quindicinale - Anno VII

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o LE ETA' DEL RIFORMISMO - di Alessandro Pietracci
o I VALORI DA CONDIVIDERE TRA LAICI E CREDENTI - di Nicola Zoller
o ED MILIBAND:L'AFFERMAZIONE DELL'IDENTITA' SOCIALDEMOCRATICA DEL LABURISMO BRITANNICO



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Le età del riformismo
CI HA TRAVOLTO LA DEMAGOGIA
giornale "Trentino", 27 settembre 2010, p. 1 e 22

di Alessandro Pietracci
segretario provinciale del PSI



Il riformismo socialista, da quello di Turati a quello di Craxi, è oggi adottato, almeno apparentemente da tutti (non solo a sinistra).
E dunque, se avevamo ragione, come mai siamo stati sconfitti elettoralmente? .
E da chi e da cosa siano stati battuti?
Dai Comunisti? Certamente no. L’allora Pd è arrivato al potere dopo tangentopoli. Ma in una fase di grande debolezza politica e culturale. Non ha vinto. Ha incassato i dividendi della sconfitta dei socialisti. Un po’ come, senza offesa, i commercianti ariani degli anni ’30 traevano (oggettivamente!) vantaggio dalla scomparsa del loro concorrente ebreo.
Dalla sinistra pura e dura che ci attaccava per il nostro “mediocre” riformismo e per il nostro revisionismo senza principi? Non sembra proprio.
Ad opera dei governi dell’Ulivo ricordo la svendita del settore pubblico, mentre non mi viene in mente alcuna significativa proposta a vantaggio dei lavoratori e dei ceti più deboli.
In quanto al revisionismo noi chiedevamo che si facessero i conti con il passato comunista: ci pare di capire invece che il comunismo non è mai esistito né in Italia, né altrove.
In realtà siamo stati travolti da una demagogia populista, confusa e distruttiva, che ha eliminato la cultura dell’Italia repubblicana e che ci ha lasciato in eredità Silvio Berlusconi e il suo modo “aziendalistico” di intendere la politica e le istituzioni democratiche. In realtà dunque siamo stati battuti dalla destra.
Ed allora con noi è stata travolta anche la sinistra nelle sue istituzioni (prima tra le quali la forma partito), nei suoi valori fondanti, nella sua progettualità politica, ma soprattutto nella sua capacità di parlare alla gente.
Con tutte le sue storture, le sue deficienze la cosiddetta prima repubblica aveva assicurato all’Italia una lunga stagione di crescita della democrazia, della libertà e dei diritti civili e sociali.
Per questo noi socialisti non pensiamo, al passato e al presente, come una pattuglia di sopravvissuti in attesa di vedere riconosciuti i torti subiti e magari di qualche risarcimento.
La nostra tragedia è parte integrante di quella che ha subito la sinistra italiana ed il “popolo” in cui questa sinistra si è riconosciuta.
Ed allora dovremo risorgere insieme e più presto di quanto non si pensi. Certo non arriveremo in tanti all’appuntamento, molti infatti hanno abbandonato il campo. Ma come socialisti ci siamo sempre considerati uno strumento di una causa molto più grande di noi; o se volete come parte di uno schieramento che ha bisogno di crescere autonomamente e di non essere “interpretato” da questo o da quello.
Faremo, ancora, a quel punto il nostro dovere di riformisti e di spiriti liberi, senza volontà di rivincita e senza rancori; ma senza mai rinnegare la nostra storia e le nostre radici.



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I VALORI DA CONDIVIDERE TRA LAICI E CREDENTI
giornale "Corriere del Trentino", 29 settembre 2010, p.8

di Nicola Zoller


"In the Current of History: from Trento to the future": questo importante convegno organizzato nell’estate 2010 a Trento dalla Fondazione Kessler sui rapporti tra religione e società, si è posto alla ricerca di un’etica “condivisa” tra laici e credenti. Partecipo a questa prospettiva per proporre ai lettori lo spunto conclusivo di un mio commento al libro “Atei o credenti?” (ed.Fazi) ospitato sul recente n. 6/2010 di Mondoperaio (la rivista socialista fondata da Pietro Nenni) che riporta una interessante proposta formulata dal filosofo Gianni Vattimo proprio nel senso indicato dal convegno di Trento.
Vattimo riducendo il suo cristianesimo alla carità e alla fede nell’immortalità dell’anima, spera che un cristianesimo meno “religioso possibile” possa “diffondersi” – come la civiltà democratica occidentale - nel mondo. Per ciò è disposto a ridurre ancor di più - solo “all’osso della carità” - la sua religione, augurandosi che dall’Occidente possa contagiare tutte le altre. Occidentalizzare il mondo dunque, ma secondo una mite versione “europea” – distinta e distante dallo sfrenato Far West americano - che divulghi l’Occidente come terra dell’occaso, del tramonto, della “riduzione” oltre che della potenza anche del dogmatismo e della disciplina.


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ED MILIBAND:L'AFFERMAZIONE DELL'IDENTITA' SOCIALDEMOCRATICA DEL LABURISMO BRITANNICO

www.partitosocialista.it /il commento di Cefisi e Nencini

Ed Miliband merita i più fervidi auguri di buon lavoro. - Questo il commento di Luca Cefisi, dell'ufficio di presidenza del PSE, dopo l'elezione del nuovo leader del Labour Party - perchè rappresenta il coraggio del rinnovamento nel laburismo britannico, che diventa meno "insulare" ed aumenta la sua sintonia con il socialismo europeo "continentale". Per l'Italia - osserva Cefisi - vengono due belle lezioni: la prima è quella di un leader di partito scelto con un'elezione popolare, trasparente e partecipata, ma niente affatto delle "primarie", bensì una consultazione del tutto nell'ambito degli iscritti, dei deputati e delle associazioni del partito, a dimostrazione che i partiti politici europei, seriamente organizzati, possono essere efficaci e moderni, di contro ai partiti-azienda, ai partiti virtuali, ai partiti all'americana; la seconda - prosegue l'esponente socialista - è che la vittoria di Miliband, come quella di Martine Aubry nel partito socialista francese e come la nuova leadership di Sigmar Gabriel nella Spd tedesca, indicano un rilancio dei valori del socialismo democratico in Europa, poichè questi leader hanno raccolto dei partiti sconfitti, e li stanno risollevando riportandoli alla loro identità più vera, ai problemi dell'eguaglianza, del lavoro e della povertà. Con Ed Miliband, - sottolinea Cefisi -si assiste ad un'affermazione dell'identità socialdemocratica del laburismo britannico, e, ci rifletta il centrosinistra italiano, si smentisce la troppo frettolosa liquidazione dei valori socialisti in nome di un "riformismo" neoliberale che avrebbe dovuto egemonizzare il 21° secolo e invece appare già obsoleto, di fronte alle sfide di giustizia sociale del futuro. Ed Miliband - conclude Cefisi - ha avuto il coraggio di affrontare, con empito giovanile, l'eredità blairiana, di consegnarla alla storia laburista per quanto di buono c'era, archiviarla, e aprire una nuova pagina, in tempi difficili di crisi e di necessità di risposte politiche forti, che rimettano la politica al governo dell'economia e dei mercati.
Il segretario nazionale del PSI, Riccardo Nencini, appresa la notizia dell'elezione di Ed Miliband, ha inviato al neoleader laburista "le congratulazioni di tutti i socialisti italiani e i fraterni auguri per il rilancio del Labour, che- sottolinea Nencini - costituisce da sempre un punto di riferimento per la comunità socialista internazionale"


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Preghiamo gentilmente i nostri lettori di scrivere una e-mail a n.zoller@trentinoweb.it con il semplice oggetto "CANCELLAMI" se le nostre "info" risultano indesiderate. Grazie per la cortese paziente attenzione



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