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Salinger ci acchiappa sopra il dirupo
5.2.2010

INFO SOCIALISTA 5 febbraio 2010
a cura di n.zoller@trentinoweb.it mTel. 338-2422592

Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it
Quindicinale - Anno VII

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o Un libro per cominciare: J.D.SALINGER,“Il giovane Holden” - a cura di Nicola Zoller

o LA MORALE(con il suo impudico circo mediatico) E L'ECONOMIA ("Salvati dall'Europa?") SOTTO LA I.REPUBBLICA

o Leggi alla voce OPINIONI E COMMENTI/ARCHIVIO del sito www.partitosocialista.it:
-NEL MERITO O DEL METODO?
-STORIE DI LATITANTI
-A COSA SERVE CRAXI
-DIVORZIO BREVE
-IL SOCIALISMO PORTA NEL SUO GREMBO IL DESTINO DELLA SINISTRA

o INVITO ALL'ASSEMBLEA DEI SOCIALISTI TRENTINI sab.6 febbraio 2010,ore 9-hotel America di Trento

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Un libro per cominciare ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges)

o Autore: J.D.SALINGER
o Titolo: “Il giovane Holden”

-Per J.D.SALINGER, che ci acchiappa sopra il dirupo...

Di fronte alla morte di Jerome D. Salinger, ripropongo con affetto un conciso commento al suo libro più famoso.
Fare tutto il giorno l’acchiappatore nel campo di segale. Lì ci sono migliaia di ragazzini ... “e io sto in piedi su un dirupo pazzesco. E non devo far altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere dal dirupo, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli”.
Salinger intitolò proprio così, “L’acchiappatore nelle segale” (The Catcher in the Rye), il libro poi tradotto in italiano nel 1961 col titolo “Il giovane Holden”. Egli intende passare questa morale al suo piccolo delfino: sospetta sempre quando qualcuno ti dice di avere le idee chiare, quando qualcuno ostenta una verità buona per tutte le cose; parti sempre dal presupposto che le verità non sono mai piene, sono sempre parziali, sempre imperfette; così la vita è un mix sottile, non è fatta solo di trasgressione, e non è fatta solo di obbedienza, non è fatta solo di ironia e neanche di bolsa retorica. Ricorda le parole di Wilhelm Stekel: “Ciò che distingue l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l’uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa”.

Nicola Zoller
(dal giornale l'ADIGE del 30 gennaio 2010)


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1.LA MORALE (con il suo impudico circo mediatico) SOTTO LA I.REPUBBLICA

Piero Ostellino - "Corriere della Sera" del 23 gennaio 2010
MOLTE CONVENIENZE, POCHE CONVINZIONI

E' stato un coro - con l`eccezione di chi riduce la storia a una questione di manette - di elogi a Craxi, uomo politico, riformatore, statista. Ma nessuno si è chiesto perché, allora, lo abbiano fatto fuori. La ragione è che l`Italia ha rimosso Tangentopoli e Mani pulite perché ne rappresentano la cattiva coscienza.
Un Paese di «pluralismo delle convenienze» e di nessuna convinzione. Non ha convenienza a parlarne il Pd, allora Pds, che di Mani pulite è stato il beneficiario (senza riuscire, poi, a essere altro che anti berlusconismo). Non hanno convenienza a parlarne gli intellettuali e i media, che avevano legittimato l`ondata anti politica (un sistema di corrotti, i politici, senza corruttori, gli imprenditori).
«Credo - scrive Piero Sansonetti, vicedirettore dell`Unità ai tempi di Mani pulite - che Bettino Craxi sia stato l`ultimo difensore dell`autonomia della politica... La prima impressione è che con l`inchiesta Mani pulite... i giudici mettano sotto scacco sia la politica sia l`economia... Quando l`inchiesta si conclude... l`economia non è neppure scalfita... L`ultimo discorso di Bettino Craxi, quello della chiamata di "correo" verso tutto il mondo politico, ha una sua grandezza ma è anche la dichiarazione di sconfitta, di resa...
Giovanni Conso, in quel momento ministro della Giustizia, varò un decreto... che distingueva tra finanziamento dei partiti e corruzione.., tra irregolarità e furti... I responsabili del Corriere della Sera, della Stampa, di Repubblica e dell`Unità si consultavano alle sette di sera e decidevano come fare la prima pagina... Decidemmo che il decreto andava affossato... Il giorno dopo i quattro giornali avevano tutti l`editoriale contro. Il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, non firmò il decreto. Conso lo ritirò». («Craxi e la sera della politica», Il Foglio, 19 gennaio).
Sansonetti - mi scuso con lui e con i lettori di aver ridotto in pillole il suo articolo, ma non credo di averne tradito lo spirito - è un vecchio marxista; io sono un vecchio liberale. Ma sono totalmente d`accordo con lui. Dissento solo parzialmente dove dice che «la svolta liberista si concretizzò con Mani pulite».
No, con Mani pulite si è concretato l`opposto: quella caricatura di capitalismo che, con le tangenti, si era opposto alla concorrenza, e la cui attività «veniva mantenuta in vita soltanto grazie al contributo, diretto o indiretto, dello Stato» (Guido Carli); si sono saldate l`Italia collettivista dell`Ordinamento giuridico e quella corporativa dell`Ordinamento socio-economico in una perfetta sintesi neo totalitaria; si è consolidata l`Italia del Gattopardo.
Aggiungo non solo per completezza dell`informazione, ma a onore del suo direttore d`allora, Paolo Mieli, che il Corriere aveva pubblicato anche alcuni miei editoriali - del tutto in contrasto con la linea e le abitudini della Casa descritte da Sansonetti - analoghi a quello pubblicato dal direttore attuale, Ferruccio de Bortoli, giovedì scorso («Tangentopoli, che cosa resterà»). Qualcuno con delle convinzioni, in Italia, c`è. È, con tutte le carenze, i limiti, le omissioni e gli errori di chi lo dirige e ci scrive, il Corriere della Sera.


2.L'ECONOMIA ("Salvati dall'Europa?") SOTTO LA I.REPUBBLICA

- con una premessa "trentina"

Serviranno ulteriori interventi del presidente Napolitano per rendere più clementi i giudizi su Craxi, se vediamo ancora Renato Ballardini – sul ‘Trentino’ del 22 gennaio – impegnato a deformare le vicende socialiste: “Perché lascio il Psi” scrisse sul giornale Alto Adige del 7 ottobre 1981, mentre ‘la Repubblica’ del 4 ottobre, sotto il titolo “Lascia il Psi un gruppo anti-Craxi”, aveva riferito di una “mini-scissione” organizzata contro il partito dai colleghi di Ballardini. Si ricorda questo aspetto minore, perché nonostante quanto appena riferito, Ballardini è ancor oggi pronto a modificare la realtà, parlando di una sua “espulsione” dal Psi ad opera di un Craxi protervo. Ma ora aggiunge un’ulteriore cattiveria: il Psi in periferia sarebbe stato “vigilato da acritici ed efficienti seguaci” craxiani. Ballardini sa che non è vero, c’era democrazia partecipata e forte attività innovativa nelle federazioni provinciali socialiste, a partire da quella trentina, tanto che Marco Battisti – nipote di Cesare, fondatore del socialismo trentino – commentando il libro di Walter Micheli sul socialismo trentino ha scritto che “come emerge dalle pagine di Micheli, i migliori risultati dei socialisti trentini coincidono con il periodo dell’esperienza di Craxi negli anni ‘80”.
Vorrei prendere lo spunto da quest’ultime considerazioni controcorrente, per provare a far riflettere in modo altrettanto anticonformista su cose ancor più concrete, con riferimento alle questioni economiche, sulle quali spesso si è incentrata l’attenzione anche nelle lettere e nei commenti pubblicati dal ‘Trentino’.
Dunque, lo scorso14 gennaio Salvatore Bragantini sul ‘Corriere della Sera’ scrive che Craxi ci stava “trascinando nell’abisso”! “Nessuno dimentichi - incalza - che lasciò un debito pubblico raddoppiato”. Sì, il debito c’era e persiste tuttora, ma ad esempio Mario Pirani su ‘la Repubblica’ del 4 gennaio, invece che “alle tangenti”, lo attribuirà alla “spinta del consociativismo” fra i maggiori partiti e col sindacato. Allora, possiamo dare uno sguardo d’insieme più calibrato su Craxi e più in generale sulla storia economica repubblicana?
Rammenterei dunque due considerazioni inserite in una ricerca storica di lungo periodo edita nel 1995 da ‘Il Sole 24-Mondadori’ e curata da Carlo M. Cipolla, uno dei più valenti storici economici internazionali di cui l'Italia abbia goduto. La prima: "Nel 1945, alla conclusione del conflitto, il reddito per abitante degli italiani era ritornato a livelli non superiori a quelli d'inizio secolo: due generazioni di lavoro e di accumulazione se n'erano andate in fumo. Fu da queste basi che dovette partire una ricostruzione che tutti pensavano sarebbe stata lenta e penosa". La seconda: "Il bilancio economico del quarantennio postbellico è, in termini quantitativi, a dir poco lusinghiero. Certo, nulla di simile era stato - anche lontanamente - nelle speranze dei padri della repubblica. Un reddito nazionale cresciuto di circa cinque volte dal 1950 al 1990 (con un significatico apporto degli anni '80, ndr) colloca l'Italia fra i paesi a più elevato tenore di vita nel mondo".
Parimenti due competenti studiosi di Bankitalia, Signorini e Visco, nel saggio “L’economia italiana” (ed. ‘il Mulino’, 1997) scrivono: “L'Italia è dunque una delle maggiori economie al mondo per dimensione del PIL; ha avuto anche negli ultimi venticinque anni una crescita soddisfacente rispetto agli altri paesi industriali; ha un reddito pro capite elevato e una ricchezza crescente". Ciò ha giovato a migliorare lo standard di vita. Nel 1993 la speranza di vita alla nascita era pari a 77,6 anni in Italia (contro i 76 di USA e Germania ); in circa vent'anni la vita attesa si è allungata nel nostro paese di quasi sei anni.
Infine nella ricerca “Salvati dall’Europa?” (edita ancora da ‘il Mulino’, 1999), Maurizio Ferrera, docente di Scienza dell’amministrazione a Pavia, spiega abbondantemente che “l’agenda del risanamento è stata in buona misura messa a punto proprio negli anni Ottanta”, dunque dal centro-sinistra pentapartitico, di cui il Psi e Craxi furono promotori e protagonisti. Fu proprio quello il tempo in cui si bloccò la spirale inflazionistica partendo dall’accordo sulla scala mobile, con l’introduzione dei primi piani di rientro, del Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), con le riforme dei mercati finanziari e il rispetto dei vincoli derivanti dall’appartenenza allo Sme e all’Unione europea.
Queste vicende – a partire da quelle segnalate dal prof. Cipolla - hanno toccato in positivo la vita di molti italiani: dunque, potrebbe forse essere cosa mite ed equa non riscrivere la storia presentando l’Italia ai tempi di Craxi come una landa perduta sopra l’abisso, popolata da semi-indigenti e corrotti.

Nicola Zoller – segretario PSI del Trentino-Alto Adige

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Leggi alla voce OPINIONI E COMMENTI/ARCHIVIO del sito www.partitosocialista.it

28/01/2010 - NEL MERITO O DEL METODO? BLAIR, CRAXI E IL PD
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22/01/2010 - STORIE DI LATITANTI. DA CRAXI A DANTE
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19/01/2010 - A COSA SERVE CRAXI
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18/01/2010 - DIVORZIO BREVE
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15/01/2010 - IL SOCIALISMO PORTA NEL SUO GREMBO IL DESTINO DELLA SINISTRA
(Rino Formica) Cari Compagni,
dopo 18 anni dall’eclissi politica di Craxi e dopo dieci anni dalla sua morte si può dire con certezza di verità che non vi è un caso Craxi fatto di luci e di ombre, ma che è aperta una immensa questione socialista e che all’interno di questa questione resta impunita la misera aggressione politica e morale, consumata ai danni del Psi e del suo leader Bettino Craxi. Questa infamia fu completa quando si negò a Craxi la possibilità di curarsi.....



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INVITO per gli iscritti e simpatizzanti del PSI:
-Il segretario Alessandro Pietracci ha convocato per sabato 6 febbraio 2010 alle ore 9 presso l'hotel America di Trento in via Torre Verde 22, l'Assemblea provincialer del PSI trentino su questi temi: dibattito sulla situazione politica provinciale, elezione del Direttivo provinciale Psi.

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Preghiamo gentilmente i nostri lettori di scrivere una e-mail a n.zoller@trentinoweb.it con il semplice oggetto "CANCELLAMI" se le nostre "info" risultano indesiderate. Grazie per la cortese paziente attenzione



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