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INFO SOCIALISTA 25 dicembre 2009 a cura di n.zoller@trentinoweb.it mTel. 338-2422592 Trento/Bolzano:www.socialistitrentini.it /www.socialisti.bz.it - Quindicinale - Anno VI o Un libro per cominciare: Benedetta Tobagi,“Come mi batte forte il tuo cuore” -a cura di Lorenzo Passerini o GIULIANO VASSALLI, PARTIGIANO,IL MINISTRO GARANTISTA -di Nicola Zoller o SOCIALISTI TRENTINI:UNIRE L'AREA LAICO-RIFORMISTA-PROGRESSISTA; ALESSANDRO PIETRACCI ELETTO SEGRETARIO o IN ITALIA LA STRADA MIGLIORE PER FARE LE RIFORME E' L'ASSEMBLEA COSTITUENTE -di Riccardo Nencini o SOCIALISMO EUROPEO: PENSARE GLOBALMENTE. AGIRE LOCALMENTE -di Luca Cefisi @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Un libro per cominciare ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges) o Autore: Benedetta Tobagi o Titolo: “Come mi batte forte il tuo cuore” o Einaudi, 2009 LA FIGLIA DI WALTER TOBAGI, IL GIORNALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA E RIFORMISTA SOCIALISTA UCCISO DAL TERRORISMO ROSSO, RACCONTA... Era una delle firme più prestigiose del «Corriere della Sera». Aveva trentatré anni. La figlia Benedetta aveva tre anni. Era lì. Oggi Benedetta vuole capire. Con forza, con delicatezza, ricostruisce la figura pubblica e privata del padre in un racconto che intreccia spietate vibrazioni intime ad analisi storiche lucide e rigorose. Cercando di comprendere cos’erano gli anni Settanta. “[...] Perché vedere una grandezza tragica nei fantasmi deliranti dei terroristi e non nella maturità di chi sceglie di fare i conti con la realtà e impegnarsi nel mondo nonostante le molte frustrazioni e contraddizioni, scontrandosi con gli ostacoli del “pratico inerte”? Come si può non cogliere l'idealità intensa, la tragicità persino, di un simile sforzo quotidiano? La purezza delle posizioni assolute esercita un forte potere di seduzione, ma è una seduzione maligna. La purezza spesso non è altro che fuga, il rifiuto di fare i conti con la complessità e i limiti della realtà, la frustrazione che deriva dal senso del proprio limite, dall'abbandono delle fantasie di onnipotenza. L'ossessione per l'assoluto si traduce in fanatismo. Oppure induce la paralisi: tutto è inutile, se non si può attingere alla perfezione. In entrambi i casi, è una trappola mortifera.” (a cura di Lorenzo Passerini) @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ GIULIANO VASSALLI, PARTIGIANO, SOCIALISTA AUTONOMISTA E GARANTISTA Sul giornale "TRENTINO", a 30 giorni dalla scomparsa è stato pubblicato questo ricordo: Un mese fa, il 21 ottobre scorso, moriva Giuliano Vassalli (1915-2009), dopo una vita dedicata allo studio, all’azione , alla politica. La famiglia ha dato notizia della sua scomparsa nei giorni successivi, ad esequie avvenute, non desiderando celebrazioni ufficiali. Eppure Giuliano Vassalli è stato uno di quei servitori della Repubblica che più di altri merita un accorato ricordo pubblico, che qui pur concisamente proverei a proporre. Antifascista, socialista riformista, giurista, più volte ministro della Repubblica, vorremmo qui ricordarlo in tre passaggi della sua vita. In primo luogo lo rivediamo giovane antifascista che organizza nel 1944 la fuga dal carcere di Pertini e Saragat; quel suo impegno contro la tirannia, continuò tutta la vita: netta e chiara, ad esempio, la sua battaglia contro la proposta di legge con cui si voleva assegnare lo status di combattente a chi aveva aderito alla repubblica nazi-fascista di Salò. Disse: “Nessuna equiparazione con partigiani, militari, deportati. Non esiste Paese in Europa dove i collaborazionisti del nazismo sono premiati”. Poi lo rammentiamo impegnato nella costruzione del movimento socialista dopo la guerra: non aderisce al Fronte popolare col Pci di Togliatti, lavora invece alla scommessa di realizzare “un socialismo emancipato dall’egemonia comunista”, riconciliandosi col Psi di Nenni nel 1956 quando riparte la stagione dell’autonomia socialista che porterà alla nascita del centro-sinistra. Vassali infine fu l’ispiratore del nuovo codice di procedura penale e ministro della Giustizia. Descrisse il lungo confronto coi magistrati in maniera disincantata: “Il ministro viene considerato dai magistrati come un servo o un antagonista”. Il disincanto si trasformò in avvilimento quando, da garantista convinto, lanciò l’allarme su “violazioni e abusi” che accompagnarono l’inchiesta di Mani pulite e pianse con “un dolore personalissimo” la scomparsa dell’amico Bettino Craxi. Addio Giuliano Vassalli, maestro di un socialismo umanitario, buono per il passato e per l’avvenire. Nicola Zoller, consigliere nazionale PSI @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ SOCIALISTI TRENTINI:UNIRE L'AREA LAICO-RIFORMISTA-PROGRESSISTA; ALESSANDRO PIETRACCI ELETTO SEGRETARIO L’Assemblea Provinciale del Partito Socialista del Trentino svoltasi Pergine Valsugana il 12.12.2009, aperta con la relazione introduttiva del segretario uscente Cristian Sala, a conclusione di un ampio ed animato dibattito, ha eletto ALESSANDRO PIETRACCI nuovo segretario provinciale ed ha delineato la linea politica del partito approvando il seguente documento: * “Il compito dei Socialisti Trentini: costruire una nuova sintesi dalla frammentazione dell’area laico-riformista”* Il Partito Socialista si trova oggi a muoversi in un contesto politico assai mutato e molto diverso dagli scenari politici nazionali esistenti prima della caduta del Muro di Berlino. Il PCI non esiste più da vent’anni lasciando la propria eredità politica a formazioni che, nel corso del tempo, hanno visto disperdere il suo consenso elettorale. I Democratici di sinistra - partito nato dalle ceneri del PC- hanno dato vita assieme a esponenti cattolici popolari della Margherita all’attuale Partito democratico, che corre il rischio di caratterizzarsi per essere la realizzazione finale del “compromesso storico” voluto da Moro e Berlinguer. Alla sinistra del Partito democratico vive un limbo di piccoli partiti oggi estromessi dal Parlamento e dal governo del Paese a seguito di una legge elettorale votata da PD e PDL e volta ad imporre all’Italia un sistema bipolare del tutto estraneo alla sua storia. Tutti i partiti della sinistra italiana ed europea devono confrontarsi senza esclusione con un sistema economico post-industriale, basato in larga parte sul settore dei servizi e non più sulle fabbriche. La globalizzazione dei mercati ha portato come conseguenza ultima della sua degenerazione finanziaria alla crisi economica ancora in atto, creando tensioni crescenti nella popolazione di tutti i paese occidentali. Le imprese multinazionali delocalizzano in Paesi dove il costo della manodopera è inferiore, e in Italia si genera una lotta tra poveri per posti di lavoro sempre più precari e scarsamente remunerati. In questo contesto aumentano gli attriti tra la popolazione locale e i lavoratori migranti generando un pericoloso rigurgito di atteggiamenti xenofobi e apertamente razzisti. L’Italia - e il Trentino non fa eccezione - si caratterizza per essere un Paese sempre più chiuso, dove i giovani con alta specializzazione non hanno altra scelta che rifugiarsi in realtà estere più fortunate per poter realizzare le proprie naturali aspirazioni lavorative e familiari. L’Italia si appresta quindi a diventare un paese anagraficamente sempre più vecchio, senza meritocrazia, con un welfare del tutto inadeguato ai tempi, incapace di sviluppare politiche di ampio respiro e ben lungi dall’avvicinarsi - anche in Trentino- ai modelli dei welfare socialdemocratici del Nord Europa. In Italia e anche in Trentino uno dei temi più sentiti dalla popolazione è quello relativo alla protezione dell’ambiente e all’utilizzo delle energie rinnovabili, visti e considerati gli evidenti effetti del riscaldamento globale sul clima. Eppure pochi partiti, a sinistra, hanno visto nello sviluppo della cosiddetta green economy lo strumento nuovo, capace di generare nuovi posti di lavoro e di garantire al contempo lo sviluppo sostenibile del territorio. La destra pensa ad un ritorno all’energia nucleare che impegnerà il nostro Paese per decenni, mentre il movimento verde, da solo, pare oggi del tutto incapace di incidere politicamente e a fondo sulle politiche ambientali. Anche il contesto culturale in Italia è fortemente cambiato e oggi la cultura delle destre e del berlusconismo appare largamente dominante. Si tratta a ben guardare di un mix di nazionalismo e individualismo, del tutto slegato dai concetti di solidarietà classici della sinistra. Un modello culturale basato sull’apparenza che ha diffuso il mito dell’arricchimento facile e dell’imprenditorialità fai da te che attrae in particolare i giovani . Anche le modalità del fare politica sono cambiate durante i 15 anni di presenza di Berlusconi sulla scena politica italiana. Viviamo oggi in un vero e proprio “Stato mediatico” nel quale la politica non si fa più in Parlamento e nelle opportune sedi istituzionali, ma sui giornali e ancor più nei salotti televisivi a colpi di sondaggi. In questo, pesanti limiti esprime il PD per buona parte ancora oggi convinto di poter battere Berlusconi per via mediatica a furor di popolo, anche se le enunciazioni di principio del neosegretario Bersani fanno intravvedere la speranza di un cambio di rotta. -Le forze laico-riformiste nel centrosinistra trentino: “vaso di coccio tra vasi di ferro” In Trentino abbiamo assistito negli ultimi anni alla costituzione di due “blocchi” interni al centrosinistra, quello dell'UPT e quello del PD. Per come si sono venuti configurando, rappresentano nella sostanza una riedizione riveduta e corretta rispettivamente della Margherita e dei DS. L'UPT all'origine aveva espresso l'ambizione di rappresentare una “contaminazione di riformismi”, ma la sua evoluzione (soprattutto quella recente, con la proiezione a livello nazionale del modello dellaiano) va nella direzione di una versione moderna e attualizzata del popolarismo post-democristiano. Il rapporto sempre più stretto con l'UDC e con altre formazioni moderate, sta a testimoniarlo. Il PD, in particolar modo quello trentino, rappresenta la faccia nuova dei DS, sia pur nella dimostrazione di saper “contaminare” esperienze diverse (quella cattolica e quella post-comunista) in modo più efficace di quanto abbia saputo fare l'UPT. Rimane il fatto che nel PD la componente laico – socialista è irrilevante, se non inesistente. In tal senso, si perpetua anche oggi una storia già vista negli ultimi 15 anni sia a livello locale che a livello nazionale: i socialisti che hanno provato a collocarsi nell'alveo PDS – DS – PD hanno subìto una marginalizzazione del tutto evidente. Per quanto riguarda le forze riconducibili all'area laico – riformista (Socialisti e Leali al Trentino) non hanno più rappresentanza diretta in Consiglio Provinciale. E' inoltre da tenere presente lo “sbandamento” di cui entrambi i soggetti citati sono potenzialmente vittime, soprattutto in considerazione della forza attrattiva esercitata da PD e UPT. Si tratta, soprattutto per noi, in questo momento di saper valorizzare tutti i contributi positivi che da quest'area provengono, anche al di fuori del movimento socialista: in questa direzione è degno di attenzione il fatto che l’area liberal democratica e ambientalista abbia espresso recentemente un esplicito interesse a costruire sinergie, sia nella nostra direzione che in quella dei Radicali. -”Sinistra e libertà”: valorizzare costruendo una proposta più ampia A livello Nazionale il Partito Socialista ha sperimentato in occasione delle elezioni europee la costruzione di una nuovo raggruppamento di “Sinistra e Libertà”, nato dall’accorpamento di soggetti diversi per storia e tradizione politica che hanno cercato in quell’occasione una sintesi per poter superare lo sbarramento, imposto con un colpo di mano, ed avere così una rappresentanza al Parlamento europeo. Sinistra e Libertà, che comprendeva socialisti, sinistra democratica, verdi, e vari movimenti fuoriusciti da Rifondazione comunista, ha ottenuto un risultato tutt’altro che disprezzabile per una formazione che si presentava per la prima volta, con il 3,2 % ed un milione di consensi ottenuti, tanto che il progetto a livello nazionale è proseguito , pur con evidenti problemi sino ad oggi, perdendo lungo il cammino i Verdi- anche se non tutti- e i socialisti autonomisti facenti capo a Bobo Craxi, decisi a continuare la loro “battaglia di rappresentanza”. Questa proposta – nelle forme fin qui sperimentate - trova difficoltà ad essere applicata con successo alla realtà trentina per una serie di ragioni, la più importante delle quali è rappresentata dalla evidente diversità tra le componenti di matrice socialista e riformista (P.S.I. e Sinistra Democratica) e quella dei comunisti fuoriusciti da Rifondazione guidati da Nichi Vendola. Inoltre, la scelta dei Verdi di chiamarsi fuori da questo progetto, carica sulle spalle dei socialisti la responsabilità di dare vita localmente al nuovo soggetto politico. Nessuna resa, quindi, nessuna abdicazione, ma l’impegno a rilanciare con generosità ed utilizzando le nuove energie e le nuove disponibilità espresse in occasione delle elezioni europee - risorse preziose che non dobbiamo e non vogliamo perdere - la prospettiva di una significativa presenza socialista in Trentino. -Costruire la Federazione Trentina dei Laici e Liberalsocialisti A partire dalle considerazioni sopra esposte, si tratta di proporre ai nostri militanti un percorso politico che parta da due presupposti: il valore primario dell'esistenza autonoma del nostro partito (con il conseguente rifiuto di scioglimento in altre formazioni) e la necessità di costruire alleanze nell'area laico – riformista proprio allo scopo di difendere questo valore e di riportare nel dibattito politico la presenza della proposta socialista. Il primo presupposto non si motiva da un malinteso integralismo identitario, non si può pensare di mantenere in vita un partito con il solo richiamo alla nobiltà dei padri fondatori. Si può dire, invece, che una delle ragioni che giustificano l'esistenza autonoma di un partito socialista consiste in quello che il PD dichiara di non voler essere: un partito socialdemocratico. In più occasioni, infatti, la dirigenza nazionale e locale del PD ha espresso questo concetto a chiare lettere: “il PD non è un partito socialdemocratico”. Anche da sola questa grave mancanza – quella di un partito che faccia dei valori, delle proposte e dei riferimenti del socialismo progressista e riformista di stampo europeo il perno della propria attività politica – giustificherebbe la nostra tenacia nel difendere la presenza del Partito Socialista Italiano. Il secondo punto, relativo alle alleanze, è percorribile proponendo ai rappresentanti dell'area laico-riformista ( Leali-liberali, Sinistra e Libertà, Radicali, Verdi ed i gruppi e associazioni di area) di formare un tavolo “di lavoro e consultazione”, che dovrebbe essere finalizzato, come obiettivo di fondo, alla costituzione di una Federazione Trentina dei Riformisti Laici e Liberalsocialisti che già alle prossime elezioni amministrative possa – ove possibile e laddove opportuno – presentare proprie liste. Molti sono i temi sui quali questo tavolo potrebbe da subito lavorare: il welfare e i diritti di cittadinanza, la sicurezza dei cittadini, la laicità e lo spazio pubblico delle religioni, la flessibilità e il precariato nel mondo del lavoro e, non da ultimo, le politiche ambientali.: Questo costituirebbe un forte segnale ai socialisti che non si sono arresi, ma soprattutto rappresenterebbe la possibilità di ritrovare uno spazio di visibilità e incisività pubblica nel dibattito politico: ma questi obiettivi sono entrambi perseguibili solo uscendo dall'isolamento e cercando di produrre insieme ad altri un “fatto nuovo”, che possa richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica trentina. In altri termini, non si tratta di inventare formule magiche o consolatorie dal respiro di un giorno, ma di ridare vita e forma ad una nostra nuova presenza, organica e strutturata, per restituire voce, fiducia e speranza a quanti nel Paese e nella nostra terra sono disponibili ad impegnarsi con rinnovata generosità nell’impresa di vivificare quelle idee di giustizia, libertà, uguaglianza che rappresenta il vero patrimonio dei socialisti e di tutti i democratici. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ NENCINI: LA STRADA MIGLIORE PER FARE LE RIFORME E' L'ASSEMBLEA COSTITUENTE “Per fare le riforme di cui ha urgente bisogno questo paese, compresa una nuova legge elettorale, la strada migliore è quella dell’Assemblea costituente, eletta col proporzionale puro”. E’ quanto afferma il segretario del PSI, Riccardo Nencini. “Tutti gli altri strumenti parlamentari, – continua Nencini - non rispecchierebbero la molteplicità di orientamenti degli italiani e sarebbero per di più a rischio fallimento, come ci insegna l’esperienza, perché troppo legati alla dialettica e agli equilibri contingenti di maggioranza e opposizioni. Non è un caso se in questo senso si sono espressi, anche oggi, esponenti politici di diverso, e anche lontanissimo, orientamento politico, ad esempio, Pecorella del Pdl e Orlando dell’IdV. Per la fine della legislatura potremmo avere così finalmente una nuova Carta costituzionale e una nuova legge elettorale e inaugurare per davvero, con le elezioni politiche per la XVI legislatura, la seconda Repubblica. Per questo, col nuovo anno, – conclude il leader del PSI - riprenderemo la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare”. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ SOCIALISMO EUROPEO: PENSARE GLOBALMENTE. AGIRE LOCALMENTE di Luca Cefisi Il congresso di Praga del PES ha posto formalmente una questione centrale: possiamo realizzare oggi un vero partito europeo? Nel ventunesimo secolo, dopo un lungo e accidentato percorso, si ripropone la prospettiva dei nostri avi della Seconda Internazionale, infranta dalle guerre mondiali: quella di un partito che, sulla base dei suoi valori dichiaratamente universali, superi i confini nazionali. Oggi, l’Europa unita è figlia di una guerra di liberazione, contro i nazifascisti, di una rivoluzione nonviolenta, quella del 1989 che ha ribaltato i regimi comunisti, e del nostro orrore di uomini e donne d’oggi per ogni guerra e dittatura. La costruzione europea, dopo i trattati di Maastricht, Amsterdam, Nizza e Lisbona, offre allora ai socialdemocratici europei, finalmente, il quadro istituzionale per riprendere le loro più antiche e migliori aspirazioni. Il congresso ha rieletto Poul Nyrup Rasmussen a presidente, con l’esplicito mandato di rafforzare ruolo e autonomia del PES, di fronte ai governi e ai cittadini d’Europa. Si tratta di promuovere un’agenda europea, sul cambiamento climatico, le garanzie sociali nel mercato comune, la politica estera dell’Europa di fronte al mondo. Abbiamo stabilito che, nelle prossime elezioni europee, non avremo soltanto un manifesto elettorale comune, ma anche un candidato a presidente della Commissione Europea, un solo volto per tutta Europa. Ma per questo, occorre costruire una coesione “a livello locale, regionale, nazionale, europeo”, come si è detto nel dibattito del congresso: il Partito del Socialismo Europeo non soltanto aspira ad proporre propri candidati a Bruxelles e a Strasburgo, ma anche una “cornice” di ideali, valori e programmi che tenga assieme anche le politiche nazionali e locali.La destra avanza, di questi tempi, grazie alla crisi della memoria storica e alla frammentazione sociale, e produce ulteriore frammentazione: promuove localismi, razzismi, nazionalismi. Cerca di mettere i poveri contro gli immigrati, gli anziani contro i giovani, i cristiani contro i musulmani. C’è ancor più bisogno di una visione complessiva, di un’idea di Europa e di una società ispirate a valori di progresso e di solidarietà, che sappiano tenere assieme aspirazioni e bisogni diversi. Ecco perchè crediamo che dirsi socialisti abbia un senso, a Bruxelles come nelle mille città d’Europa. Come l’Europa unita sarà sempre più presente nella vita quotidiana dei cittadini, le iniziative del PES e degli altri partiti europei saranno, dunque, progressivamente, sempre più presenti anche nel dibattito politico nazionale e locale. Noi socialisti italiani non ci accontentiamo di alzare, sia pur con orgoglio, la nostra bandiera: vorremmo che il PES fosse un punto di riferimento per una ricomposizione della sinistra italiana: finita, speriamo, la speranza di ridurre le nostre diversità alla caserma di un “partito unico” in un bipartitismo forzato, rimane infatti aperta la questione di una vera unità, fatta sul terreno dei valori, dei programmi, delle buone cose da fare. Per questo, auspichiamo che il PD superi I suoi ultimi dubbi, e partecipi del tutto e pienamente ai lavori del PES; così come avremmo voluto che almeno la Sinistra Democratica (che pure aveva inserito il motto “per il socialismo europeo” nel suo simbolo) avesse accompagnato la nostra delegazione alla riunione di Praga. Pensare globalmente, agire localmente è un buono e vecchio slogan: se riuscissimo a farlo davvero, saremmo già a metà del guado. Senza il socialismo europeo, saremmo privi di una prospettiva: spetta poi a noi dare gambe e iniziative per renderla concreta, in ogni città. Questo è un messaggio che riportiamo da Praga in vista delle elezioni regionali nel nostro paese, contro il leghismo e il troppo provincialismo che ammala la politica italiana. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Preghiamo gentilmente i nostri lettori di scrivere una e-mail a n.zoller@trentinoweb.it con il semplice oggetto "CANCELLAMI" se le nostre "info" risultano indesiderate. 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