|
Il volumetto di Nicola Zoller è di formato tascabile, agile ed interessante, dal prezzo contenuto (appena € 5,16 per Temi editrice, via Maccani 108/12 - Trento), ma con più di 170 pagine e, quel che conta … in piccolo vaso prezioso unguento. Si tratta di un’abbondante rassegna antologica di concezioni politiche, che ha lo scopo sotteso di ricercare quale sia oggi il modo migliore di comportarsi nella vita sociale ed organizzativa. Vi si adocchia, dunque, come insito, una specie di ricettario di atteggiamenti e comportamenti da assumere nelle umane vicende delle relazioni sociali e politiche. La messa in moto avviene attraverso l’esposizione condivisa di svariati libri e letture. Vengono tirati in ballo autori, citazioni, nomi che Nicola Zoller fa emergere l’uno dall’altro e dispone come in un vasto laboratorio di analisi politica. Così si capisce bene che il pensiero distinto di ogni autore partecipa alla costruzione del grande pensiero dell’umanità, e il tutto finisce con il dare un’idea generale dell’evoluzione umana, filosofica, sociologica, politica, finalizzata a capire il presente, alla ricerca di un modello adeguato di società che sappia recuperare il meglio dal passato. Si segnalano, soltanto per fare qualche sporadico esempio, alcune pagine da cui più facilmente si possono cogliere verità e valori sostanziali: intorno a Francesco Alberoni, per es., “la calunnia, la diffamazione, il linciaggio morale, sono stati e sono strumenti abituali di conquista del potere”; su Gabriele La Porta e a proposito di Giordano Bruno, “Quattro secoli dopo il rogo - dice Zoller.- Giordano Bruno ammaestra dolorosamente ancora, alla ricerca della tolleranza civile e della conoscenza libera”. Il nostro autore roveretano, prendendo spunto dalle innumerevoli letture compiute, affronta le tematiche più varie, interconnettendole in una dimensione sociale unitaria. Emergono così il tema del rapporto generazionale (giovani/adulti); il rapporto tra liberali e conservatori; la libertà del pensiero; il significato storico del ‘68; la riflessione sui trasformismi; persino sul dolore (“solo la buona convivenza può tentare di alleviare il dolore reciproco degli uomini”); sul colonialismo; sui lager nazisti e su quelli stalinisti; sulla necessità di costruire e ricostruire i partiti “per evitare le derive plebiscitarie, il sondaggismo pronto a divinizzare o a demonizzare il popolo in tempo reale”. “L’importante è.- continua Zoller - fare di essi, di questi partiti, nelle forme conosciute o in forme nuove, delle vere istituzioni di comunicazione attiva e circolare tra i cittadini”. Da questa sua abbondante ricerca ragionata Zoller desume la ripetizione nel tempo di situazioni paradossalmente similari, che consentono, perciò, l’utile ricorso all’esempio degli antichi: “d’altra parte, anche fra i più moderati la prassi politica è quella di bastonare e fare a pezzi gli avversari”. (Lo pensava e lo diceva già Demostene nel IV° sec. a. C.) e a questo si connette poi il pensiero di Benjamin Constant “L’oppressione della politica sull’esistenza dei singoli è totale”. Scorrendo la lettura di questo libro, può capitare di imbatterci in qualche generalizzazione e/o esagerazione non condivisibile: “ Ci avevano fatto credere di essere finiti in una landa desolata e tragica, dominata da ladroni e lestofanti…” dice l’autore a proposito di Mani Pulite. Resta il merito, comunque, di averci scoperchiato in una volta sola un intero filone di pensieri, di aver rintracciato i legami sottili della politica con la filosofia, la sociologia, la morale, la storia del pensiero in genere, e di aver fatto di tutto questo l’oggetto di una grande riflessione complessiva, con l’obiettivo di capire meglio il nostro tempo ed agire conseguentemente con più efficacia e correttezza nel presente, in preparazione del futuro. Certamente non si può negare che Nicola Zoller abbia dei saldi punti fermi sui quali sa onorabilmente ragionare e che sa difendere con tenacia e infaticabile cipiglio, nutrito e fortificato com’è dal supporto di tanto studio, di tanta lettura e di tanta saggezza accumulata. Ci compiaciamo anche per quel richiamo brevissimo, ma incisivo, alla solitaria fascinosa grandezza di Dante: “…sì ch’a te fia bello/averti fatta parte per te stesso” (Così il trisavolo Cacciaguida predice a Dante, Par., XVII, 68-69). Di Nicola Zoller eravamo abituati a riconoscere la moderazione di carattere, la coerenza e la tenacia politica, doti che sono diventate estremamente rare al tempo d’oggi. Con questa pubblicazione cominciamo ad ammirare anche altri aspetti della sua formazione culturale e, soprattutto, quella sana e piena corrispondenza fra gli studi compiuti, le letture personali, le grandi tematiche culturali da lui colte nella sociologia e nella politica, da una parte, e la sua tipica visione “mite” della vita, dall’altra: un intreccio profondo insomma fra passato e presente, fra studi e pratica politica, allo scopo di individuare la via più corretta e intraprendere così il percorso di vita ritenuto giusto dal punto di vista sociale, politico e morale. Destano perplessità alcune sue soluzioni offerte in chiave quasi manichea, dove lui sostiene – per esempio – le proprie idee in merito al rapporto fra il comunismo italiano e il socialismo liberale di Carlo Rosselli, o dove deplora l’eccessivo accanimento istituzionale contro Bettino Craxi al tempo della ventata tangentopolista. Zoller, esprimendosi con opinioni esageratamente liquidatorie, parla di “deriva giustizialista e forcaiola del decennio di fine secolo”. Ma resta comunque l’ammirazione per la ricchezza e minuziosità dei dati offerti e, soprattutto, per l’individuazione di questa visione tipica della “politica mite”, per questo sincero e laborioso cercare i collegamenti fra gli eventi umani, per questo insegnamento ad assumere un comportamento meno propenso ai cambiamenti repentini e radicali, i quali, il più delle volte si rivelano del tutto inefficaci e anzi… sono capaci di spostare all’indietro l’umanità. Con il Breviario di politica mite siamo di fronte ad un’opera veramente originale che, cogliendo di qua e di là le radici del pensiero politico-sociale, è capace di offrire ai lettori un metodo pacato, ma intenso, di confronto e di riflessione, un incentivo a capire ed imparare la vita. Dalle pagine traspare un intreccio fecondo tra il gusto della buona lettura (quella che fa studio, ricerca, cultura vera) e l’assorbimento di essa in una dimensione spirituale interna che fa la persona. Singolare risulta il messaggio di vita indirizzato ai giovani, che Zoller affida al pensiero di Roberto Cotroneo: “Sospetta sempre quando qualcuno ti dice di avere le idee chiare, quando qualcuno ostenta una verità buona per tutte le cose. Parti sempre da un presupposto: le verità non sono mai piene; sono sempre parziali, sempre imperfette. Così la vita, che è un mix sottile: non è fatta solo di trasgressione, e non è fatta solo di obbedienza; non è fatta solo di ironia, e neanche di bolsa retorica”. Da un certo punto di vista il volume ci segnala una specie di risorto neoclassicismo che vuole esprimersi in campo politico, dal momento che i tanti richiami ai pensatori, passati e presenti, vengono utilizzati per la ricerca di una strada, moralmente sana e sicura, da intraprendere nei labirinti intricati della vita sociale contemporanea. Perciò suggeriamo e sollecitiamo che questo libro possa circolare nelle aule degli istituti scolastici superiori, ma anche (e a ragion veduta!) in quelle delle Università, per offrire agli studenti validi spunti per ulteriori studi, ricerche, approfondimenti, dibattiti e riflessioni comuni. _____________________________________ *il prof. Francesco Laterza è dirigente scolastico “Breviario di politica mite” è in libreria - a Trento preso la libreria Disertori di via Diaz - a Rovereto presso la libreria Blu Libri di via Portici torna in alto |