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Le vicende politiche degli ultimi giorni ancora una volta ci hanno fatto sentire orfani. Orfani di una voce laica e liberale. Le prese di posizione di Berlusconi hanno spento definitivamente la falsa illusione del "partito liberale di massa". Oggi lo spartiacque culturale non passa tra destra e sinistra, o traconservatori e riformatori, bensì tra praticanti del dubbio e dogmatici assertori della verità. In termini più propriamente politici la discriminante resta tra chi rispetta l'autonomia del diritto e quanti confondono i propri sentimenti morali e religiosi con la legge uguale per tutti. Berlusconi si colloca quindi con le seguenti dichiarazioni tra gli illiberali: «Io mi metto nei panni di un padre. Se uno dei miei figli fosse vivo e anche con un bell'aspetto, mi dicono, con delle funzioni come il ciclo mestruale attivo, con la capacità di potersi svegliare e passare dal sonno ad un'altra fase, con un cervello che trasmette ancora segnali elettrici, io non me la sentirei proprio di staccare la spina....». Berlusconi sovrappone le proprie opinioni alla legge. Le parole poi di totale disprezzo nei confronti della Costituzione e il populismo insito nell'affermazione "Senza decreto torno dal popolo per cambiare Costituzione" lo associano ai dittatori sudamericani. E' ridicolo pensare Berlusconi, l'amico del Presidente autoritario della Russia Vladimir Putin, come paladino della vita. I liberali Biondi, Martino, Urbani sono stati epurati grazie alla antidemocratica legge elettorale, Guzzanti è uscito dal Pdl per evidenti incompatibilità, Della Vedova sta compiendo una meritevole battaglia solitaria, il Ministro Prestigiacomo è costretta, sottoposta ad un ricatto, ad allinearsi. Anche nell'altro schieramento il panorama non è dei migliori: il compromesso storico in formato bonsai del PD anche su questi temi lascia poco spazio per un'alternativa liberale e socialista. Le tradizioni politiche che lo compongono sono infatti totalmente illiberali. Walter Veltroni ha annunciato la "libertà di coscienza" dei suoi parlamentari sul disegno di legge del governo che vieta in ogni caso la sospensione dell'alimentazione forzata. Qual è quindi l'identità del Partito democratico? Cosa tiene insieme le varie anime del PD? Il potere? Le "questioni etiche" sono questioni eminentemente politiche, perché attengono alla sfera dei diritti individuali e alla libertà di scelta dei cittadini. Uno Stato liberale deve limitarsi a garantire che ciascuno possa decidere per sé. L'etica non è regolata dallo Stato o dalla Chiesa, ma dalla coscienza individuale: e questa è una scelta politica che un partito politico è tenuto a compiere. Il ddl del governo è sbagliato, oltre che per lo scontro istituzione che ha generato, anche nel merito. Ognuno di noi ha il diritto naturale di scegliere se e come morire, senza altri giudici se non se stesso, e la sinistra è chiamata dalla sua storia e dai suoi valori fondamentali a difendere questo diritto. La libertà dell'individuo non è negoziabile, e non può essere sequestrata né dal Vaticano né dallo Stato né da chiunque altro. L'Italia reale, non quella descritta dalla televisione, è piena di casi Englaro senza che nessuno gridi all'omicidio, come è giusto che sia in vicende intime e private come queste. Secondo uno studio del "Gruppo italiano per la valutazione degli interventi in terapia intensiva" è emerso che più della metà delle morti avviene a seguito dell'interruzione delle cure e che le famiglie danno il loro consenso nel 48% dei casi, ricostruendo la volontà espressa dal paziente quand'era in salute. Dietro tutta questa vicenda vi è quindi un'evidente ipocrisia. Alessandro Tacco torna in alto |