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INFO SOCIALISTA 10 febbraio 2009 a cura di n.zoller@trentinoweb.it tel. 338-2422592 Trento/Bolzano: www.socialistitrentini.it / www.socialisti.bz.it Quindicinale - Anno VI o TRE LIBRI per capire 1. DEDICATO A NOI TUTTI, MALATI TERMINALI: "Modi di morire" 2. DEDICATO AL "GIORNO DEL RICORDO": "Foibe" 3. DEDICATO AL BICENTENARIO DI DARWIN: "Preghiera darwiniana" @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ TRE LIBRI per capire ("Tutte le cose del mondo conducono a una citazione o a un libro" Jorge L. Borges) 1. DEDICATO A NOI TUTTI, MALATI TERMINALI o Autore: Iona Heath o Titolo: "Modi di morire" o Bollati Boringhieri ed., Torino, 2008 Che cosa succede quando la medicina è messa in scacco da una malattia terminale o semplicemente dalla vecchiaia, vale a dire dal ciclo naturale della vita? Che rapporto si instaura tra medico e paziente, quando il crinale tra vita e morte si fa sempre più sottile? Come dialogare con chi sta per lasciarci? Come accompagnarlo senza ridurlo a oggetto di un inutile accanimento terapeutico? Come e quando passare dalla cura all’alleviamento? Come rendere più lieve e dignitoso il trapasso? A queste domande chiave Iona Heath, medico di base con alle spalle oltre trent’anni di pratica in uno dei quartieri più poveri di Londra, risponde coniugando esperienza, empatia e una straordinaria passione per la poesia e la letteratura. Modi di morire, una limpida ricognizione della lingua che si accompagna all’esperienza del distacco, è la descrizione di un viaggio entro il cui perimetro le parole di poeti, scrittori e pensatori illuminano la lotta di uomini e donne comuni e i dettagli di vite e di morti che sono sempre, in qualche misura, straordinarie. Tra i compagni di strada di Heath: Samuel Beckett, Walter Benjamin, Hans Georg Gadamer, John Berger, Susan Sonta g, W.G. Sebald, Lev Tolstoj, Isaiah Berlin, Philip Larkin, Saul Bellow, Zbigniew Herbert, Seamus Heaney, George Steiner, Roberto Juarroz, Joseph Conrad, Boris Pasternak, James Joyce, Jorge Luis Borges, scrittori che hanno familiarità con l’immaginazione sospesa dei morti. L'AUTRICE: Iona Heath, medico, lavora dal 1975 presso il Caversham Group Practice di Kentish Town, a Londra. Da oltre vent’anni membro del Council of the Royal College of General Practitioners, dal 1997 al 2003 ha presieduto l’Health Inequalities Standing Group e dal 1998 al 2004 il Committee on Medical Ethics. Dal 1997 al 1999 ha fatto parte della Royal Commission on Long Term Care for the Elderly e dal 2004 al 2007 della Human Genetics Commission. Oggi è presidente del College’s International Committee e dell’Ethics Committee del «British Medical Journal». È autrice di vari saggi, tra cui The Mystery of General Practice (1996) e – in collaborazione con Patricia E. Hutt e Roger Neighbour – Confronting an Ill Society: David Widgery, General Practice, Idealism and the Chase for Change (2004). Modi di morire (Matters of Life and Death, Radcliffe Publishing, London 2007) è la sua prima opera tradotta in italiano. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ 2. DEDICATO AL "GIORNO DEL RICORDO" o Autore: Gianni Oliva o Titolo: "Foibe" o Mondadori, Milano Dall'edizione "Le Scie" "Bastava un soffio, un colpo di vento, e addio. Se si alzava la bora, che veniva da Fiume, ormai diventato stabilmente Rijeka, tanti saluti, uno era disfatto, gettato in aria come uno straccio, o una foglia di granoturco. Si viveva giorno per giorno. Ogni cosa poteva accadere." (Carlo Sgorlon, La foiba grande) Subito dopo la fine della guerra, tra il maggio e il giugno 1945, migliala di italiani della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia vengono uccisi dall'esercito jugoslavo del maresciallo Tito: molti di loro sono gettati nelle "foibe", che si trasformano in grandi fosse comuni, molti altri deportati nei campi della Slovenia e della Croazia, dove muoiono di stenti e di malattie. Le stragi si inquadrano in una strategia politica mirata, diretta a colpire non gli italiani in quanto tali, ma tutti coloro che si oppongono all'annessione delle terre contese alla "nuova" Jugoslavia: cadono collaborazionisti e militi della repubblica di Salò, ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alle cessioni territoriali e, ancora, cittadini comuni, travolti dal clima torbido di quelle settimane. Per oltre mezzo secolo, su questi eccidi - e sul successivo esodo forzato di oltre duecentomila compatrioti giuliani, dalmati e istriani - è gravato un pesante silenzio. Quali furono le ragioni di queste "stragi negate"? Innanzitutto, le attenzioni dell'Occidente per Tito dopo la sua rottura con Stalin nel 1948, poi la preoccupazione del nostro governo per i risultati della conferenza di pace, la volontà di proteggere i presunti criminali di guerra italiani (di cui la Jugoslavia chiede l'estradizione), le contraddizioni della politica estera togliattiana, stretta fra interessi nazionali e dimensione internazionalista. Se nella Venezia Giulia le ferite sono rimaste aperte alimentando una "memoria divisa" - che spesso ha strumentalmente contrapposto vittime delle "foibe" e vittime di quel vero e proprio lager in cui fu trasformata la Risiera di San Sabba -, nel resto del Paese non si è mai pensato di affrontare il pr oblema con la ferma volontà di fare chiarezza. Attingendo a una puntuale documentazione d'archivio e bibliografica, Gianni Oliva ricostruisce le tragiche vicende di quei giorni in tutte le loro articolazioni politiche, militari e diplomatiche, dai progetti dì Tito alle divisioni della Resistenza italiana del Nord-Est, dai fatti di Porzus alla "corsa per Trieste". Foibe è un volume intenso, inquietante come i fatti raccontati, che restituisce alle "stragi negate" la loro verità, proponendole come patromonio collettivo della storia nazionale. Storia che comprende necessariamente anche la ferocia del "fascismo di confine", come Oliva spiega nel secondo capitolo del suo libro, che prelude alle ritorsioni e alle vendette successive. Indice I. I quaranta giorni di Trieste II. Il "fascismo di confine" III. Le foibe istriane dell'autunno 1943 IV. Il Litorale adriatico e la Risiera di San Sabba V. Tra tedeschi e titoisti: la lotta di liberazione nella Venezia Giulia VI. La "corsa per Trieste" VII. Epilogo: dalle foibe alla "linea Morgan" L'AUTORE: Gianni Oliva (Torino 1952), giornalista pubblicista e storico, autore di numerosi saggi e libri di storia, è membro del comitato scientifico dell’Istituto storico della Resistenza in Piemonte. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ 3. DEDICATO AL BICENTENARIO DI DARWIN o Autore: Michele Luzzatto o Titolo: "Preghiera darwiniana" o Raffaello Cortina ed., Milano In sintesi Nel dibattito sull'evoluzione molti esponenti del pensiero religioso accusano i darwinisti di empietà, quando non addirittura di corruzione morale. Sembra essers i affermata la tesi dell'inconciliabilità tra due visioni del mondo che si vogliono contrapposte: o con Darwin o con Dio. Con questo monologo-saggio Michele Luzzatto propone una visione differente, suggerendo un parallelo tra il naturalista inglese e le figure di Giacobbe e di Giobbe. In questo contesto, paradossalmente, si rovescia la prospettiva e avviene che chi si scaglia contro Darwin finisce col trovarsi piuttosto distante da Dio. Questa è la tesi, e per molti ce ne sarebbe abbastanza per finire sul rogo. Il Signore del mondo deve essere molto più sottile di così. Lo scriveva già Charles Darwin nell'estate del 1838, in uno dei taccuini giovanili: "Non è all'altezza della dignità di Colui che si presume abbia detto 'Sia fatta luce' e luce fu immaginare che Egli abbia creato una lunga successione di vili animali molluschi". Molto più "semplice e sublime" ipotizzare che Dio abbia affidato all'inevitabile svolgersi delle leggi "prefissate" della "trasmutazione" il corso della storia naturale. È il "delitto", come lo definirà in una lettera del 1844, che il naturalista inglese non vorrà confessare per più di vent'anni: aver scoperto i meccanismi di variazione e selezione che rendono conto dell'evoluzione delle specie, l'umana compresa, senza dover più ricorrere a cause finali e ad architetti celesti. La teologia naturale, nel suo tentativo di riconoscere empiricamente negli adattamenti ingegnosi degli esseri viventi le "vestigia della creazione", veniva così confutata e si apriva un crinale filosofico delicato che da lì in poi separerà coloro che vedranno in questa laicizzazione del vivente un'emancipazione irreversibile della conoscenza umana, ma non una definitiva dimostra zione della non esistenza di un'entità sovrannaturale, e chi invece riterrà l'ateismo l'unica deduzione plausibile. Gli uni e gli altri faranno i conti con chi cercherà disperatamente, ancora oggi, un secolo e mezzo dopo, di trovare alternative scientificamente plausibili per disinnescare l'"idea pericolosa" di Darwin, reintroducendo surrettiziamente "piani preordinati" e altre consolatorie forme di "razionalità superiore" nella spiegazione. In questa sua toccante opera prima, Michele Luzzatto, biologo evoluzionista di formazione, apprezzato editor della saggistica scientifica di Einaudi ma anche cultore dell'esegesi biblica, sceglie di andare dritto al cuore del problema e di affrontarlo, grazie alle libertà concesse da una narrazione incalzante e ironica, dal punto di vista di un immaginario dialogo "alla pari" fra Darwin e il Padreterno. Chi preferirebbe avere di fronte a sé Dio, che lo si concepisca come una divinità personale, come un'entità trascendente inarrivabile, come la natura stessa o come una costruzione umana? Preferirebbe un noioso e petulante servo devoto oppure il frutto glorioso della sua creazione, fiducioso verso i propri mezzi intellettuali, tanto da spingersi persino a sfidarlo apertamente? Non v'è dubbio, un Signore davvero sottile, e non certo il demiurgo arruffone che vorrebbero alcuni sostenitori del "disegno intelligente", sceglierebbe di confrontarsi con una creatura libera e coraggiosa, magari lacerata dal dubbio come Darwin. In fondo, il Dio della Bibbia scende a patti con Mosè e con Abramo, sceglie Giacobbe e Giobbe per lottare con loro "ad armi pari". Ai proliferanti nemici dell'impresa scientifica Luzzatto rivolge un monito inaggirabile: è davvero questo il modo giusto di difendere il vost ro credo? Di fronte all'avventura emozionante di un essere umano che si pone domande sul mondo e ne svela le regolarità nascoste, di fronte a un uomo che si interroga criticamente sulle conseguenze più profonde delle sue scoperte, oscillando fra un ateismo pessimista e un agnosticismo di metodo, onorando in questo suo travaglio interiore le facoltà più nobili del participio "sapiens" che abbiamo (forse prematuramente) attribuito al nostro nome di specie, quale autorità morale o spirituale dovremmo attribuire a coloro che scelgono la menzogna e la violenza verbale per sfuggire alla sfida darwiniana? Di quali valori morali e umani sarebbero portatori gli zelanti e minacciosi adepti che si scagliano contro la "darwinolatria", che paragonano l'evoluzionismo alle croci uncinate e che ostentano gaiamente la loro incompetenza? È tempo forse di non accettare più, suggerisce la laica Preghiera darwiniana di Luzzatto, gli effetti perversi della povertà intellettuale di questi militanti della fede, proprio come Dio ignora sdegnosamente Elihu, il giovane esaltato che si scaglia contro Giobbe pensando di parlare in nome di Dio per decidere già su questa Terra chi è perduto e chi è salvato. Anche i tre amici di Giobbe, che cercano con dotte ragioni teologiche di convincerlo a rassegnarsi all'ingiusto destino di sofferenza che lo ha travolto, incassano dal Signore un rimprovero senza appello: "Io sono adirato con te", dice a Elifaz il temanita, "e con i tuoi due compagni, perché non avete parlato rivolti a me con sincerità, come il Mio servo Giobbe" (Libro di Giobbe, 42, 7). Non credete a chi semina paura sostenendo che dopo Darwin non c'è più spazio né per Dio né per i fondamenti della dignità umana, conclu de Luzzatto, perché il Dio in evoluzione della Bibbia "ha saputo cambiare idea, convinto in questo dagli esseri umani, che sono liberi, che talvolta combattono con lui e oppongono le loro ragioni, come Giacobbe con la sua lotta e come Giobbe con le sue lamentazioni. E Dio sembra apprezzarli e ripagarli proprio per questo". Saggezza biblica che andrebbe insegnata in tutte le scuole, sottraendola al monopolio pedagogico di una confessione sola e restituendola a un paese dove la spiritualità schiva, generosa e riflessiva di tante persone delle fedi più diverse è oggi ammutolita e soverchiata dai clamori dei propagandisti. Telmo Pievani L'AUTORE:Michele Luzzatto, biologo evoluzionista di formazione, è editor della saggistica scientifica di Einaudi ma anche cultore dell'esegesi biblica. @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ torna in alto |